di redazione [user #116] - pubblicato il 09 novembre 2018 ore 17:30
"La chitarra nasce come strumento ritmico. Difficilmente chi non sa suonare una buona ritmica sarà un solista efficace". Inauguriamo un nuovo ciclo di lezioni di chitarra ritmica: passeremo in rassegna i classici e più iconici pezzi del Rock imparandone i riff: una carrellata sconfinata tra Beatles e Ac/Dc passando per Guns N’ Roses, Neil Young, Bon Jovi, Brian Addams e una lista che non finisce più. In cattedra un nuovo e preparatissimo insegnante: Stefano Silenzi.
Questo ciclo di lezioni è pensato per i chitarristi principianti e intermedi che potranno affrontare, di volta in volta piccole ma decisive difficolta tecniche e ritmiche, motivati dal fatto di mettere le mani su pagine imprescindibili della storia del rock. Al contempo, questo ciclo di lezioni si trasformerà in una straordinaria raccolta e biblioteca di riff, preziosa anche per il chitarrista più esperto – se non addirittura il professionista – che ha bisogno di ripassare o preparare al volo qualche pezzo per una serata, jam o nuovo repertorio.
Conosciamo l'insegnante Stefano Silenzi, chitarrista sopraffino e maestro di chitarra che tutti vorremo avere.
Stefano chi sono i tuoi chitarristi di riferimento?
Non in ordine di importanza però di sicuro Slash, Eric Clapton e Al Di Meola.
E guai se non nominassi anche Tommy Emmanuel…
Tu hai un’ottima pennata alternata. Merito della passione per Di Meola?
Forse ancora di più per quella per Paul Gilbert. È il riferimento in quella tecnica.
Invece dal punto di vista ritmico? Chi è il chitarrista che ti ha trasmesso di più?
Izzy Stradlin dei Guns n’Roses. Dava un drive ritmico unico alla band. Infatti senza di lui non sono più stati la stessa cosa.
Cos’è il drive?
Per me è quell’attitudine che ti fa stare giusto sul tempo. Tirare avanti o indietro sulla pulsazione del tempo in maniera sensata, efficace. È la capacità di essere a tempo anche senza essere perfettamente sul tempo. Izzy aveva un tiro unico in questo senso…
Non c’è una sola maniera per essere a tempo?
No, e il drive per me è proprio quello. Riuscire ad avere una propria personalità sul timing.
Ci sono band che hanno un’intesa tale da riuscire a tirare tutti assieme avanti o indietro sul tempo e il feeling è meraviglioso. Artisti come Lenny Kravitz o John Mayer non puoi dire che siano perfetti sul tempo. Tirano molto avanti; ma lo fanno con una sensibilità, gusto e groove tali da essere ancora più efficaci della semplice perfezione metrica.
Perché è importante studiare la chitarra ritmica?
Perché la chitarra elettrica nasce come uno strumento ritmico, funzionale ad accompagnare la voce. Avere una buona ritmica è anche la garanzia di essere in grado di gestire un discorso solistico sensato. Un chitarrista che non ha una ritmica forte difficilmente sarà un solista efficace.
La prima cosa da fare per rinforzare la propria abilità ritmica alla chitarra.
È necessario capire e imparare la divisione ritmica: avere la consapevolezza di cosa sono quarti, ottavi, ottavi puntati, sedicesimi…e poi, rivolto soprattutto ai più giovani, è importante non fermarsi al rock al metal: se si ha la pazienza e la passione di studiare il funk si rinforzerà la mano destra, la consapevolezza ritmica, la gestione del groove. E ne beneficerà anche la dimensione solistica.
Tre dischi con grandi chitarre ritmiche
Dei Queen “Greatest Hits I”, "Pandora's Box" degli Aerosmith e “Appetite For Destruction” dei Guns N’ Roses.
Valvole o digitale?
Assolutamente valvole, perché è il suono vero della chitarra. È tutto lì: oggi ogni cosa è molto immediata, fruibile, standard. Tutti hanno il Lemper e hanno lo stesso suono; tutti hanno il Fractal e hanno lo stesso suono. Ma quando metti un microfono davanti a un valvolare, basta spostare di un millimetro l’angolazione e cambia tutto, puoi scolpire il tuo carattere.