non è solo un gioco di parole: il pedale Eventide cela una triplice anima, ben tre linee indipendenti e personalizzabili nel profondo al fine di creare una modulazione espressiva, profonda e reattiva, partendo - per l’appunto - dal caro vecchio chorus.
, ha generato forti aspettative negli appassionati del genere. Un’impostazione più da studio che da stompbox per chitarra e la garanzia di una firma come Eventide hanno fatto rizzare le antenne anche a chi non è propriamente “dentro” il mondo delle modulazioni. Per questo abbiamo voluto metterci sopra le mani, e .
Quello che abbiamo tirato fuori dalla scatola è un pedale impressionante per sonorità e possibilità di controllo.
Tutto parte dal concetto di un chorus multiplo con tre linee indipendenti e regolabili per mezzo di parametri solitamente non disponibili su effetti simili. In aggiunta, la capacità di legare l’azione della modulazione all’intensità del suonato e le potenzialità della stereofonia pongono davanti a risvolti espressivi inediti.
Il tutto è completato da accessori e funzioni avanzate.
Connettività e controllo
Il formato compatto di Eventide affolla il pannello con sei controlli, tutti dotati di una doppia funzione. In aggiunta, gli effetti possono essere salvati in preset e controllati anche via MIDI attraverso cavi TRS o USB.
Eventide estende l’espressività dell’insieme grazie all’adozione di un bypass selezionabile tra Buffered, Relay, DSP+FX o Kill dry, per portare in uscita il solo effetto senza il segnale originale.
Sul dorso sono disposte tutte le connessioni, comprese le prese stereo che abbiamo potuto sfruttare utilizzando un Universal Audio Woodrow ’55 come emulatore di amplificatore. e lo abbiamo testato più a fondo .
I controlli
Il TriceraChorus è un pedale stimolante, ma non facile.
Il musicista si troverà davanti a una serie di comandi approfonditi, non scontati per la categoria, fino a trovare funzioni del tutto inedite. La suddivisione dei numerosi parametri in due serie di manopole grazie al pulsante per le funzioni alternative aiuta a districarsi nel variegato mondo del chorus firmato Eventide.
Nella sua impostazione base, la manopola Mix dosa l’intensità della modulazione nel segnale finale e permette di passare da Chorus a Vibrato fino a un profondo Chorale.
Rate, come da tradizione, gestisce la velocità dell’LFO. Detune dosa la “stonatura” sfruttando l’algoritmo Eventide del MicroPitch Shifting, donando così ancora maggiore spazialità.
Da qui, il percorso si divide in tre, con le linee Left, Center e Right regolabili singolarmente. Le tre manopole fanno riferimento alla profondità del relativo chorus, quella che in uno stompbox tradizionale si chiamerebbe “Depth” e ognuna dà il suo contributo nel mix finale. La combinazione delle tre mette a disposizione una miriade di sfumature. A volte si tratta di veri stravolgimenti sonori, altre volte di dettagli appena udibili, perché il Tricerachorus non vuole essere esclusivamente un effetto invadente, e permette anche di colorare appena il suono di base per donare una leggera tridimensionalità, quel “chorus non chorus” che appare evidente solo una volta che viene disattivato e che è più diffuso di quanto non si possa credere in particolare nei lavori discografici, dove modulazioni leggere e processi di doubling sulle tracce sono all’ordine del giorno.
Ciò non esclude di poter tirare in ballo effetti particolarmente intensi, che aprono a ventaglio gli orizzonti timbrici del TriceraChorus quando si schiaccia sul pulsante per le funzioni alternative.
Qui Mix diventa Mix Env e lega l’intensità dell’effetto all’ampiezza del segnale, rispondendo cioè all’envelope delle note. A seconda che lo si imposti nella prima o nella seconda metà di escursione, il chorus si applica quindi ai picchi di segnale o alle code più deboli, entrando o sparendo in modo graduale e decisamente creativo. Rate Env fa accedere a una funzione simile, modificando però la velocità dell’oscillatore in relazione al suonato.
Pitch lavora in combinazione con il Detune e imposta le trasposizioni dei canali Left e Right. L’escursione si divide in due metà e vede il punto più “trasparente” a ore 12. Esagerando verso sinistra o verso destra, i due segnali si “allontanano” tra loro portando uno o l’altro a cresce e a decrescere in direzioni opposte di diversi centesimi, fino a un effetto da mal di mare assicurato.
Delay regola lo sfalsamento temporale tra le tre le linee di modulazione e, a valori maggiori, dà l’impressione di avere più chitarre che suonano la stessa parte con un percettibile ritardo a distanziarle tra loro, fino ad arrivare a fare il verso a un vero e proprio slapback.
Filter rappresenta un controllo di tono, che agisce insieme sugli estremi di banda gravi e acuti.
Out Lvl controlla infine il volume master e risulta validissimo per la creazione di preset e per fornire boost dove necessario.
In ultimo, il pulsante Swirl rappresenta un’arma segreta con cui donare più movimento al tutto, rendendo il chorus particolarmente vivace, eppure mai troppo coprente per il timbro originale. Sul piano tecnico, ciò accade sommando all’effetto un’oscillazione ampia che ricorda per certi versi l’azione di un flanger, a tratti tendente all’Uni-Vibe.
Il pachidermico dinosauro sulla livrea del TriceraChorus riassume in modo piuttosto fedele a quello che è il suono del pedale. Il timbro risulta sempre consistente, mai sottile e riesce a risultare eccezionalmente ingombrante quando si esagera con i parametri.
Proprio come nell’esplorazione di un mondo giurassico, la scoperta dei suoni offerti dal chorus Eventide è però un processo lungo, ricco di svolte e dettagliato.
Il TriceraChorus non è insomma un pedale facile da domare. Richiede del tempo nel padroneggiarlo, ma offre delle possibilità timbriche estremamente variegate.
È lo scotto da pagare per l’impostazione preparata da Eventide, che dà al musicista pieno controllo sulla modulazione in un modo sensibilmente maggiore rispetto ai classici chorus per chitarra. Il tutto proietta l’utente in un ambiente da studio puro, con un approccio al sound shaping approfondito che offre tutti gli strumenti necessari a cambiare volto a qualsiasi parte di chitarra, ma anche tastiere, voci e qualsiasi cosa si decida di far passare per i potenti circuiti del monoblocco verde.
per contribuire alla propria crescita in fatto artistico, di gusto e nella comprensione del suono, di cui non ci si pentirà. |