Ieri mi sono messo in testa di acquistare un miniamplificatore per la chitarra elettrica. Sono piccoli, hanno una pila da 9 volt, si fissano alla cintura, alla tasca, alla cinghia della chitarra, o si lasciano accanto a sè sul divano o sul tavolo.
All'inizio pensavo di prenderne uno dall'aspetto vintage, ce ne sono parecchi: Danelectro, Fender, Marshall, Orange. Però, uno non c'ha l'uscita cuffia, l'altro non ha l'aux-in, quello pare fragile, l'altro è brutto... poi ho visto l'Ibanez DAG1, il più brutto di tutti. Ma aveva tutto, anche l'alimentatore esterno incluso.
Uscito dal lavoro, complice la fretta di dover essere presto a casa, sono andato nel mio negozio di fiducia. Un grande negozio di Roma, che va per la maggiore. Non dirò il nome, ma solo quel che c'è scritto sull'insegna: "Strumenti Musicali" (eheheh!). Si trova in una via il cui nome fa ottanta (i romani ci possono arrivare!).
Una volta entrato e in preda a una gioia irrefrenabile per aver trovato il bancone completamente libero, mi rivolgo al giovane con alcune richieste di maniera (un cavo, plettri, roba così) e poi chiedo "ce li avete miniamplificatori"? La risposta, prontissima, è "no!". Poi ci ripensa, dice che c'è rimasto un nonricordocosa, poi pian pianino escono tutti. Il Danelectro, il nonricordocosa e l'Ibanez. Quest'ultimo è quello che costa meno: 50 euro. Gli altri oltre 70. Siccome questo, pur bruttino, ha quel che mi serve, decido di prenderlo. Tanto, tristemente, gli altri finirò per prenderli nel futuro e iniziare l'ennesima collezione, sigh! Pago e arrivederci.
Tornato a casa cerco delle recensioni, magari un video su Youtube. Dovevo farlo prima, ma chi non ha mai ceduto a un attacco di GAS scagli la prima pietra. Invece delle recensioni trovo i prezzi. Una variabilità dai 25 ai 29 euro più spese di spedizione. Ora, mi rendo conto che su Internet costa tutto di meno. Ho comprato la pedaliera del mio Vypyr in Germania per corrispondenza e, per dire, ho risparmiato moltissimo. Ho comprato una tastiera master in un negozio alla Garbatella, io e il titolare sapevamo benissimo che, compresa spedizione, una decina di euro sui 120 richiesti potevo risparmiarli acquistando in Rete, ma ho accettato. Però tra "di meno" e "la metà" la differenza è assai.
Io di questo grande negozio mi fidavo. Ero dispostissimo a spendere qualcosa in più su un oggetto (sai, il servizio, la comodità, l'assistenza, bla bla bla), ma ho avuto come l'impressione di essere stato gabbato.
Ieri gli ho scritto una mail e gli ho comunicato quanto segue:
1) ho acquistato un mucchio di roba da voi (ho anche scritto cosa, se faccio la somma degli importi svengo) e di molte altre cose avrò bisogno in futuro
2) per venire da voi ho tralasciato un negozio vicino al mio ufficio, bollato dai miei amici perchè considerato troppo lussuoso e caro
3) se avete guadagnato 15 euro in più del dovuto sull'oggetto propinato, potete stare certi che ne perderete molti di più per ciò che non comprerò, e per quello che non compreranno le persone che di solito mi chiedono consiglio.
Aggiornamento
Mi hanno risposto. L'interlocutore mi dice che loro operano con passione ed entusiasmo fin dal bla bla bla che il mio messaggio denota un po' di odio e ansia (il primo no, la seconda sì ndr.), che investigherà la faccenda, e spera che il dissidio si ricomponga. Ora dico come la penso: potrei riportare l'oggetto e farmi restituire i soldi, la legge me lo consente. Ma avrei tanta voglia di scoprire che è stato un errore, fare due chiacchiere col titolare, prendere un caffè (pago io) e tornare a fare acquisti lì, perchè non è bello avere delusioni.