il bianco è stata l'ultima immagine, un cromatismo senza alcuna variazione di tonalità, e poi neanche più quello, fino a quando ho inteso qualcuno che mi buffettava sulle guance, pronunciando il mio nome con fare pacato e cercando un assenso da parte mia che non riuscivo in nessun modo ad aprire gli occhi, ancora immerso in un dolce torpore dato che nessun dolore pressava la mia carne e mi sembrava di essere sospeso senza alcun contatto con il lettino operatorio
ancora qualche minuto e poi gli occhi si aprivano e la prima immagine percepita, nitida e presente, è stata quella di labbra perfettamente disegnate che si schiudevano pronunciando il mio nome, e di occhi grandi ed espressivi che battevano in modo regolare, chiari e trasparenti come il candido camice di quella splendida creatura che mi ha svegliato con la pelle dipinta di quel fitto ed esteso colore che riempiva tutta la stanza
potrà sembrarvi strano ma la mia prima sensazione non è stata di felicità perchè tutto quel bianco, l'immagine eterea di quel magnifico viso di donna e la suggestione derivante da quella ormai famosa reclame del caffè in compagnia di San Pietro hanno confuso il mio risveglio con una specie di "prima accettazione" in un improbabile paradiso dove la gioa più grande non sarebbe di certo assumere con qusto quella pur ottima bevanda