Lo ammetto, ero prevenuto verso Ibanez. Molti anni fa ebbi una RGT42DX ma non mi aveva rapito il cuore. Era sì comoda, veloce, ben rifinita, potente e con sustain da vendere, poi il ponte non si scordava mai, tuttavia mi sembrò freddina, anonima, insomma mancò quell'emozione irrazionale che ti porta ad amare una chitarra a volte anche senza capire bene il perché.

Nel frattempo poi ho cambiato molte altre chitarre, alcune di pregio e altre meno, e posso affermare che nell'animo mi sono scoperto gibsoniano e anche un pelino vintage, ma quando meno te lo aspetti ecco che una simpatica e accattivante orientale mi riporta tutto sotto un'altra luce. Sto parlando di un'Ibanez S570B.


La Ibba in questione appartiene a una serie rimasta in produzione appena due anni: 2010-2011. È bianca, molto elegante direi con quel binding nero sul body in mogano. È ergonomica, leggerissima e, prima sorpresa, estremamente risonante, con 24 tasti e un manico che dire comodo significa fargli un torto tanto è scorrevole.

La qualità del legno (palissandro per la tastiera e acero per il manico) non sembra di prima scelta ma, ripeto, a livello di maneggevolezza può considerarsi un punto di riferimento. È estremamente fino con un radius da 400 che dovrebbe corrispondere a un 15,75 pollici. Non ha i classici segnatasti dot, che per me sono sempre i migliori, ma una sorta di righe stilizzate che non apprezzo molto, tuttavia sono sufficientemente visibili.

Quanto al ponte, il discorso è vasto: è un ZR con sistema ZPS2. Esteticamente è molto moderno, funzionale e anche qui l'accordatura è pressoché perfetta anche con un uso spasmodico della leva. La vera forza di questo ponte tuttavia è la rotellina dietro il body che permette di settare la chitarra senza smontare la mascherina e che riduce drasticamente i tempi nel caso si voglia cambiare scalatura delle corde. Quando la presi io, aveva delle .009-.042 che cambiai in dieci minuti con la .010-.046. Oggi uso invece una mista .009-.046 che mi sembra sia la più adatta. Inoltre, il blocco può essere estratto e si può usare la leva come un tipico Floyd Rose, mentre con il sistema inserito la chitarra a mio parere acquista una stabilità maggiore, diventa più rigida e può essere familiare a chi non apprezza questo tipo di ponti e preferisce un classico Tremolo stile Fender.


La chitarra ha una configurazione HSH e uno switch a cinque posizioni che nelle posizioni 2 e 4 splitta gli humbucker. Volume e tono chiudono un impianto piuttosto classico.

Cominciamo con qualche nota dolente: la qualità dei pickup non è il top. Gli Infinity sono magneti piuttosto piatti, non troppo dinamici, ed è un peccato perché lo strumento meriterebbe ben altro tanto è gradevole da suonare. In generale, alle mie orecchie suonano tutti un po' troppo aperti, tant'è che uso il tono a 7 e non a 10 per ottenere un taglio di quelle frequenze a me poco consone (a tal proposito ho cambiato i pomelli con dei classici neri stile Fender numerati per poter avere dei riferimenti se voglio usare un po' di dinamica o dei toni più scuri). C'è comunque da dire che tutto l'impianto risulta silenzioso (a parte il single coil centrale un pelino rumoroso) e non si ha traccia di feedback non voluti o fenomeni di larsen che talvolta in strumenti economici possono verificarsi. Anche il vano interno sembra discretamente cablato e le saldature ben fatte.

Detto questo, si riesce comunque facilmente con un po' di mestiere (e magari con un buon ampli) a trovare dei suoni gradevoli. La chitarra risulta veramente molto versatile, più di quanto si possa pensare. È ovvio che hard rock e metal sono perfetti, ma io ci ho suonato di tutto, dal pop al rock più classico riuscendo sempre a trovare dei suoni credibili, e se nel repertorio di trenta brani ci sono anche un paio di brani blues, non pensate sia un eresia riuscire a cavarsela con risultati più che soddisfacenti. Inoltre, grazie al peso ridotto e alla sua ergonomia, si può suonare per ore senza rimanere affaticati. La sua vera essenza (e so che molti di voi storceranno il naso) è venuta fuori suonando pezzi dei Kiss, degli AC-DC o dei ZZ top, un certo tipo di rock sanguigno in cui lo strumento deve seguire il tuo essere viscerale... e la Ibba lo è!

È complice, è amica, ti segue se vuoi essere dolce e melodico ma non ti tradisce se vuoi diventare osceno. Lei ti dà sicurezza, e questa cosa a volte non capita con strumenti di alto livello, figurarsi con quelli di questa fascia.


Si tratta di uno strumento che io ritengo ottimo e con un rapporto qualità-prezzo molto valido. Le finiture sono molto buone per la fascia a cui è dedicata (credo costasse tra i 400 e i 500 euro) e non presenta apparenti difetti estetici. La suonabilità è di livello superiore, ottimo il ponte, peccato per i pickup, ma con una spesa relativamente contenuta si può avere uno strumento che potrebbe rivaleggiare con asce di ben altro blasone. Non ci sono tasti morti e decadimenti strani, anzi il sustain è notevole e lo strumento è molto bilanciato e suonabile in ogni sua parte, inoltre ha una sua eleganza e una bellezza discreta rispetto a molte sorelle prodotte dalla casa con un look più vistoso. Riscontrai alcune di queste qualità anche sulla Ibanez RGT42DX di cui parlavo all'inizio, ma con una differenza che posso riassumere cosi: questa S570B in più ha un anima!

Purtroppo non sono il tipo capace di fare video dimostrativi altrimenti vi avrei postato qualche sample, tuttavia ho un piccolo video (ripreso con cellulare) che stranamente non si sente neanche troppo male dove improvviso un solo su una base di un brano famosissimo.

Sperando un minimo di sound possa comunque trasparire, ve lo posto.