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Dialtone: due manopole per domare la voce di un pickup
Dialtone: due manopole per domare la voce di un pickup
di [user #116] - pubblicato il

I Dialtone sono i primi pickup a permettere la modifica in tempo reale dei valori di frequenza di risonanza e Q, veri responsabili del timbro di un trasduttore magnetico per chitarra elettrica. Il loro funzionamento fornisce una lezione utile per qualunque tipo di pickup in circolazione.
I pickup Dialtone non sono esattamente una novità dell'ultim'ora. In effetti sono in circolazione almeno dal Namm del 2014 senza mai essere riusciti a oltreoceano, ma la trovata del loro creatore, John Liptac, è così chiarificatrice circa il mondo dei magneti per chitarra elettrica da meritare senz'altro una condivisione.

Quando si sceglie un pickup, si è soliti valutare parametri come resistenza, tensione d'uscita e, soprattutto, la particolare curva di equalizzazione che ne caratterizza il timbro.
È ormai accertato che resistenza e tensione siano valori del tutto indicativi, misurati dai costruttori in assenza di standard precisi e che permettono di valutare a grandi linee le caratteristiche di un pickup solo in relazione ad altri modelli dello stesso marchio. Quello che non tutti sanno è che proprio l'equalizzazione di un pickup, il dettaglio più importante per la voce che si cerca, è una pura illusione.

Di fatto, un dispositivo del genere non permette al suo creatore di decidere arbitrariamente la dose di alti, medi e bassi che è in grado di restituire al musicista, e la sua "equalizzazione" dipende essenzialmente da un singolo picco di risonanza, ovvero una sola gobba più o meno accentuata in un punto dello spettro deciso dal progettista attraverso la giusta combinazione di materiali e avvolgimenti.

Dialtone: due manopole per domare la voce di un pickup

È quel picco di risonanza a determinare quella che conosciamo come equalizzazione di un pickup: la sua intensità e la cosiddetta Q, ovvero la quantità di frequenze limitrofe che quel picco trascina con sé (in soldoni, la larghezza del picco su uno spettro) determinano la nostra percezione di corpo, presenza e brillantezza dell'insieme.
Immaginate di usare il plugin di un equalizzatore con un solo punto da muovere a piacimento sullo spettro, amplificando una sola frequenza a scelta. Se la si posiziona a centro banda, il suono ne uscirà rafforzato sui medi, mentre se si sposta dalle basse verso le alte frequenze restituirà un timbro più grosso o più nasale fino a diventare scoppiettante. Per contrasto, se si accentua meno quel picco, il suono apparirà scavato sulle medie, mentre alti e bassi saranno entrambi più in evidenza.
La sonorità generale risulterà inoltre diversa a seconda di quanto larga o appuntita sarà quella "gobba", aumentando o diminuendo il valore di Q.

Dialtone: due manopole per domare la voce di un pickup

Questo è quanto accade nella costruzione di un pickup: si decide un preciso valore di Q e della frequenza di risonanza, e sarà quello a definire la cosiddetta curva d'equalizzazione, cioè la voce del pickup.
Una volta progettato e costruito, il pickup congela quelle caratteristiche ed è impossibile variarle. Ma modificarle al volo è esattamente ciò che propongono i pickup Dialtone, i primi trasduttori per chitarra elettrica in grado di alterare in ogni momento la frequenza di risonanza e la Q.
Per farlo, basta ruotare le due manopole incassate negli stessi.


La dimostrazione, una delle tante presenti sul canale YouTube, è volutamente estrema e può far risultare alcuni suoni un po' esagerati, ma fornisce un'idea molto chiara di cosa possono fare i Dialtone e di come funzioni un pickup.

Con un dispositivo simile, si possono effettuare piccoli aggiustamenti per ricreare un pickup più intubato, uno più brillante o uno improntato sulle basse frequenze, fino a generare sonorità innaturali che ricordano l'effetto cocked wah, dove una precisa gamma (generalmente quelli che chiamiamo medi) viene enfatizzata all'inverosimile. Non è un caso che, nel video, mentre vengono ruotate le manopole può sembrare quasi di sentire un wah all'opera.

Dialtone: due manopole per domare la voce di un pickup

I Dialtone sono pickup attivi e, sul retro, hanno una serie di jumper per il montaggio a clip, senza saldature. Dei contatti extra rispetto agli standard permettono di regolare anche il livello d'uscita, da collegare a un potenziometro esterno o da bloccare sul valore desiderato.

Dialtone è una piccola realtà artigianale e, al momento, non produce vere e proprie serie di pickup. Il laboratorio è costantemente al lavoro su nuovi prototipi e, quando raggiunge un nuovo step, produce una quantità limitata di pezzi per la vendita direttamente sul sito ufficiale a questo link. Vi avvisiamo però: il prezzo non è per tutte le tasche.
dialtone pickup
Link utili
Dialtone su YouTube
Sito ufficiale Dialtone
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di Claes [user #29011]
commento del 28/04/2016 ore 11:42:35
Una soluzione DIY inventata da Ermanno Velludo: prendere un wah e sostituire il circuito orginale per sbatterci un EQ parametrico. Il pedale comanda dove agisce il Q e una manopola il grado di intensità dell'effetto.
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 29/04/2016 ore 08:22:39
IL wah è già di per sé un equalizzatore parametrico dove la frequenza è comandata dal pedale.
Rispondi
di phunkabbestia [user #42918]
commento del 28/04/2016 ore 23:36:08
come passare da un brutto suono a uno bruttissimo e viceversa in un modo originale!
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 29/04/2016 ore 10:26:08
L'effetto "cocked wah" è utilissimo - ha però un pò di distorsione sua. Il Velludo è invece ultra hi-fi. Era stato cannibalizzato da una trancia di un mixer Neumann comprato a Milano da uno studio che aveva giusto fatto un upgrade da 8 a 16 piste nel 1974. Era da musica classica e la manopola extra consentiva anche di sottrarre una banda di frequenza (l'opposto di un wah normale) e lo usavo con un AC30 di quelli "tweed" prima dell' arrivo di quelli neri. Per l'effetto wah usavo un normalissimo wah Cry Baby. Il pedale modificato era un Vox. Tutto questo era ai tempi del Suono Recording Studio - il primo Residential Studio in aperta campagna in Italia e "indie" dato che non eravamo di proprietà di una casa discografica.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 29/04/2016 ore 14:23:5
L'idea è molto interessante, temo però che non raggiungerà mai il grande pubblico per mancanza d'interesse dei grandi produttori. Che senso avrebbe avere in catalogo 30 p.u. se la gamma sonora la puoi coprire con tre?
Ciao
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