di mickipiperno [user #42661] - pubblicato il 15 giugno 2016 ore 17:30
Se lo studio nella tecnica non ha come fine ultimo quello di far crescere la nostra musicalità, a beneficiare dei nostri esercizi saranno unicamente le dita. Ma avere dita forti, veloci e scattanti non significa necessariamente saper suonare bene. Ispiriamoci al fraseggio dei sassofonisti e agli scatti dei felini per elaborare una maniera interessante di studiare tecnica.
Se si vuole lavorare in maniera efficace sulla tecnica nell’ottica di sviluppare e migliorare anche il fraseggio solista, è necessario affinare gusto e coscienza metrica della fraseggio. Ovviamente questo tipo di lavoro potrà essere utilizzato sia in ambito acustico che più elettrico.
La nostra reale capacità di saper veramente ascoltare la musica in maniera consapevole e approfondita sarà decisiva in questo lavoro: gioverà alla capacità di essere creativi e metricamente duttili.
Chi ascolta poco gli altri musicisti e riserva poca attenzione a ciò che musicalmente gli sta succedendo attorno, avrà molta difficoltà a cantare e creare linee originali, spostandosi dall'accompagnamento principale. Va infatti, sempre rimarcato che chi vuole suonare bene deve sforzarsi di cantare, perché dal canto vengono le idee migliori e più originali.
Non riuscire a stare comodi sul tempo mentre si fraseggia, mentre si improvvisa - cosa che peraltro noto in molti chitarristi - è la conseguenza di uno studio delle tecnica impostato in maniera errata. La tecnica non finalizzata al risultato musicale, infatti, non ha altro scopo che essere una ginnastica per le nostre dita. Però, avere dita forti, veloci e scattanti non significa necessariamente saper suonare bene.
Per questo voglio fornire un fraseggio che aiuti a impostare correttamente lo studio della tecnica: gioverà a sviluppare una modalità di approccio ritmico al fraseggio da trasferire a tutte le scale e idee melodiche per l'improvvisazione.
L’idea è quella di copiare il modo con cui costruiscono e pensano il fraseggio i fiati: pensiamo a un trombettista jazz che dopo aver enunciato una frase lenta in E7 intende raddoppiare il tempo creando così i presupposti per un dialogo ritmico e melodico frizzante.
Chiamo questa prassi " rimbalzi metrici", per sottolineare quella capacità del fraseggio di essere morbido e circolare come il rimbalzo di una sfera. In natura gli animali, quando inseguono una preda, utilizzano fisicamente la stessa accelerazione che avviene, quasi sempre, con uno scatto repentino sul levare del tempo. Pensate a un felino che accelera per agguantare la preda o a un calciatore che cambia passo negli ultimi metri per cercare il goal.
Vi propongo un fraseggio esposto subito dopo una breve introduzione di quattro misure in stile rock' and'roll. Vi aiuterà a comprendere che questa frase può essere suonata un po’ in tutti gli stili.
Solo se si è sviluppata la capacità di abbandonarsi tecnicamente al libero fluire dell'immaginazione si potrà dare respiro alla propria musica; me lo ripeto da sempre e cerco di trasferire questa consapevolezza ai miei allievi.