La signora Herzog di aver avuto assicurazioni che lo strumento sarebbe stato trasportato a mano (non verificabili e comunque non in linea con le procedure). Invece che al check la signora è stata avvisata del pericolo e le è stato suggerito di acquistare un extra seat visto il valore della viola. Proposta rifiutata, sempre a detta di Alitalia.
A tutti è noto il trattamento subito dei bagagli sugli aerei: fermo restando che sarebbe bene trovare una soluzione per strumenti musicali e altri beni delicati, è chiaro a tutti che ogni oggetto mandato nella stiva è a rischio. Fermo restando che si è tutti scandalizzati, è evidente che la consapevolezza del rischio dovrebbe quantomeno suggerire un po' di cautela, soprattutto nel caso di strumenti musicali antichi, quindi preziosi.
Quello della signora Herzog è un comportamento non solo stupido, ma anche colpevole, perché - pur consapevole dei rischi - ha comunque imbarcato una viola del 600 (tra l’altro infilata in una custodia di poco valore) fregandosene non solo dei probabili traumi, ma anche del micidiale stress termico e di pressione.
Gli strumenti musicali preziosi sono un bene comune: non si possiedono, ma si paga per avere il privilegio di custodirli. La signora Herzog è venuta meno al suo dovere di custode di un bene prezioso che appartiene all'umanità, quindi anziché piagnettare sui social per il tragico destino subito dalla sua viola dovrebbe prendersi a sberle da sola. |