Fedele alle promesse, il corriere di Amazon mi ha portato oggi per la pausa pranzo due libri ordinati un paio di giorni fa.
Sì, libri.
Spartiti.
Di carta.
Avrei potuto cercare su internet le tablature, certo, l'ho sempre fatto. Solo che adesso che il mio bimbo più grande ha iniziato prima media abbiamo trovato un nuovo passatempo, al posto del punk rock chitarra e batteria impariamo insieme a leggere gli spartiti e proviamo a suonare insieme, pianoforte e chitarra.
E così ho pensato di incasinargli la vita (e di incasinarla a me) prendendo due partiture, una per piano e chitarra, l'altra per chitarra e voce, rispettivamente la colonna sonora del documentario Buena Vista Social Club ed una raccolta delle canzoni più famose di Jobim.
Dal titolo si evince su quale partitura mi sia buttato, sacrificando un pranzo che mi avrebbe solo reso più nutrito nella carne ma non nello spirito.
Beh, a dirla tutta ora ho fame ma terrò duro fino a cena.
Cibarie a parte, la Bossa Nova ti spinge a pensare diversamente dal solito blues che non dico di padroneggiare (perché sono sempre uno schifo a suonare, senza modestia) ma in cui mi so perlomeno muovere. La Bossa ha un pulsare ritmico differente, non è un beat ma un movimento, un'onda che parte dalla pancia ed arriva alla testa, precisa eppure all'apparenza lenta, un basso sussurrato che accenta su un accordo pacato ma al tempo stesso intricato. Eppure la melodia si appoggia leggiadra alla costruzione difficile dell'accordo sottostante, come un'esile ballerina che col sorriso, apparentemente senza fatica, svolge esercizi fisici impossibili ai non palestrati.
Ed ecco che, sciolte le dita dalle posizioni "innaturali" dei nuovi accordi, si riesce quasi ad intravedere l'avanzare della ragazza abbronzata di Ipanema, che non ci nota nonostante l'impegno nell'esecuzione non facile, o l'incedere incerto della samba di una sola nota, che sfocia in un mare di note, come una diga che ad un certo punto non tiene più l'acqua ed esplode, ma con gioia.
Non ho mai fatto una pausa pranzo così, e non posso fare altro che consigliarla a chiunque. Beh, almeno cercate il tempo di addentare una banana, dopo il lavoro potrebbe essere meno difficoltoso.
Ah, per la cronaca, nessuna chitarra acustica od elettrica sono state maltrattate, bensì la mia nuova classica. Fa bene ogni tanto ricordarsi da dove proveniamo.
Buona Musica a tutti!
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