La risposta dei controlli è ampiamente diversa, anche per i valori dei componenti scelti, che modificano in maniera significativa le frequenze di taglio del circuito. Tali scelte limitano l’escursione dei controlli, che non modificano più di tanto la risposta, ma permettono ritocchi più precisi nell’equalizzazione all’interno del range di frequenze e azione scelte. Un intervento più ristretto dei controlli, pur se limitante sulla carta, permette di non scostarsi troppo dalla timbrica scelta dal costruttore, senza quindi ottenere sonorità particolari ma poco utilizzabili. Questo significa che un tale amplificatore non è scelto per la grande versatilità dei controlli di tono, ma per la sua risposta dinamica e di saturazione delle valvole. Un’altra differenza sostanziale, con i precedenti schemi, è che l’ingresso di questo circuito è spesso connesso all’uscita catodica del tubo, determinando una minore sensibilità al carico.
Anche altri amplificatori hanno utilizzato nel tempo questo schema per ricreare il suono Marshall, da decenni uno standard per i suoni crunch, con amplificatori simili o veri e propri cloni. Nella mia ricerca sono emersi amplificatori dalle caratteristiche e costo completamente diversi, indice della grande diffusione del circuito, per ottenere determinate sonorità. Molto spesso la sezione di potenza è affidata ai pentodi EL34 proprio per ottenere queste timbriche.
In questa serie di comparazioni ho voluto inserire ben sette modelli:
il Marshall JMP 1959, una testata da 100 watt con pochi controlli e quattro EL34
il Laney LC 50, un combo da 50 watt con un cono da 12 pollici e due EL34
il London City Dea 70 mkV, una testata valvolare del 1972, con 70 watt e due EL34
l’Orange Rockerverb 50, con 50 watt, due canali e quattro 6V6
il Pignose G40V, piccolo combo a un cono, valvolare
il Soldano SLO-100, una testata da 100 watt con quattro 6L6GC del 1996.
Per i bassisti:
il Marshall JMP 1986, una testata da 50 watt del 1970, due canali e due EL34.
I grafici sono stati ricavati simulando, con un software specifico, le tre posizioni dei due controlli di tono alti e bassi, cioè al minimo, a metà e al massimo, che ha portato a nove curve di diverso colore, mantenendo il controllo dei medi nella posizione centrale. Riducendo quest’ultimo, s’incrementa l’effetto degli altri due ma con scarsa precisione di regolazione, mentre aumentandolo si ottiene l’effetto opposto. Come per i grafici già pubblicati, la curva blu rappresenta la risposta con tutti i controlli a metà, spesso utilizzata come standard di partenza.
Il riferimento di questa circuitazione possiede un controllo dei medi molto efficace nella prima metà della corsa, dove aumenta molto non solo le frequenze relative ma soprattutto quelle più alte, lasciando gli altri controlli per ritocchi di precisione. Le frequenze di centro banda sono comprese fra 500 e 700Hz.
La risposta dei controlli di tono di questo combo è molto simile al Marshall, ma con un’escursione maggiore di tutta la banda audio e una minore presenza delle medie frequenze. Le frequenze di centro banda sono comprese fra 500 e 800Hz.
La testata London City ha una risposta molto vicina a quella del Laney, ma con un taglio delle medie frequenze leggermente più accentuato. Le frequenze di centro banda sono, anche qui, comprese fra 500 e 800Hz.
Come sempre la risposta dell’Orange è più personale rispetto agli altri modelli, con un po’ meno presenza di frequenze medie rispetto al Marshall comprese fra 400 e 600Hz. Da notare la forte interazione del controllo degli alti sulle basse frequenze, nella parte a sinistra del grafico.
Il piccolo Pignose risponde in modo molto simile al Laney, con una buona regolazione e frequenze medie comprese tra 500 e 700Hz.
La testata Soldano ha una risposta a metà strada tra il Marshall e l’Orange e come quest’ultimo presenta una marcata sensibilità da parte del controllo degli alti su tutta la banda. Le frequenze di centro banda sono, anche qui, comprese fra 400 e 600Hz.
Il grafico è apparentemente simile al Marshall per chitarra, ma la frequenza di taglio maggiore per il controllo degli alti, comporta un’attenuazione maggiore a centro banda. Le frequenze di centro banda sono, anche qui, comprese fra 500 e 700Hz.
Per finire, una mia proposta per chi volesse costruirsi un clone, di una variante dello schema classico, con l’aggiunta di una sola resistenza, che migliora l’efficacia d’intervento e la linearità.
Naturalmente il suono di base rimarrebbe quello, ma con la possibilità d’interventi più precisi e particolari. Non consiglio di apportare queste modifiche ad ampli con valore collezionistico, in quanto perderebbero di originalità e valore, ma potrebbe valere la pena su una reissue che non ci soddisfa in pieno.
Da notare la curva grigia scura che rappresenta i due controlli Treble e Bass al minimo con il Middle a metà corsa e la sua marcata attenuazione di tutte le frequenze. Questo permette un maggiore intervento sulle frequenze e quindi maggiore versatilità timbrica. Si può notare anche un’ottima regolazione delle basse frequenze, molto diversa dagli altri grafici. Dato il maggiore valore del controllo dei medi anche questa banda sarà maggiormente regolabile in ampiezza.