Correva l’anno 2003 e come tutti i sabato pomeriggio o quasi,andavo a trovare i miei amici “Giacarandi” Luca e Daniele insieme al grande (in tutti i sensi) Glen.
Quello però era un sabato speciale perchè non andavo li per il solito setting alla mia,mai abbastanza compianta Les Paul, e nemmeno per la solita chiacchierata con il liutaio tanto per riempire la testa e il cuore di sogni fatti di mogano, acero, ontano, ebano e quant’altro.
Quello era il giorno in cui avremmo steso il progetto per la MIA chitarra “Signature”.
A quel tempo (ma ancora oggi) adoravo la tecnica e lo stile di un certo Nuno Bettencourt,che in questi anni ha un po’ perso quel groove funky che sapeva mettere nelle sue ritmiche e soli moooolto rock ma che ha ancora uno stile che mi piace.
Ovviamente come tutti i Guitar Hero (soprattutto quelli fighi) aveva anche lui la sua bella Signature, firmata però da una casa che non ho mai apprezzato molto, la Washburn.
La N4, era il top di gamma delle chitarre firmate Nuno, e avevo avuto la fortuna di provarne una di proprietà di un ragazzo che abitava all’epoca vicino casa mia.
Mi piacque molto sia il suono sia il fatto che era leggera semplicissima e grezzissima.
La pecca (per i miei gusti) era la forma, una strato style con un corpo rimpicciolito ma con un palettone reverse sproporzionatissimo stile fender anni 60.
Torniamo dai “Giacarandi”.
Ricordo che appena entrato nel loro laboratorio Luca mi guarda in faccia e prima ancora che dicessi “ciao” aveva già capito che non ero li per niente :) ed esclama “Era ora!” io con un sorrisone che mi tagliava la testa in due in orizzontale gli rispondo “tira fuori i fogli che c’è da lavorare” segue il dialogo.
Swan: “Allora la voglio in Alder con manico in acero birdeye, il ponte fisso con le corde passanti 2 humbacker un selettore a 3 vie Gibson style e il volume”
Luca: “tutto qui?”
S: “ehehehehe no caro Luca adesso arriva il bello. Voglio lo Stephen’s extended cutaway”
L: “e che minchia è?”
S: “quell’attacco corpo/manico che c’è sulla Bettencourt”
L: “no no io quel coso non te lo faccio”
S: “Dai e perchè?”
L: ”perchè secondo me è una cagata ed è un casino da fare”
S: ”ma se nemmeno gli hai dato un occhiata”
L: “lo so ma non te lo faccio lo stesso”.
Dopo circa un’ ora passata a convincere Luca che oltre ad avere delle basi “scientifiche” (che esporrò piu avanti) concrete che davano un significato all’esistenza di quel progetto c’era anche per lui la possibilità di cresce come liutaio (se mi ci metto convinco chiunque di qualsiasi cose se ne sono convinto) Ecco che finalmente desiste e accetta :).
Parliamo quindi della forma della chitarra e optiamo per lo shape del loro modello metallaro di chitarre la JL, che ha un corpo contenuto nelle dimensioni e una piccola paletta 4+2, il la tastiera sarà in palissandro.
Dopo circa 2 mesi e mezzo di attesa e stressamenti vari Luca mi chiama per dirmi che la chitarra è pronta e che era ora di dirgli che pickup avevo scelto, mi reco da loro ancora una volta e alla fine di una lunga discussione decidiamo per un Duncan 59 al manico e un Duncan SH13 Dimebucker al ponte (keep on metal guys!).giusto il tempo che arrivino i pickup ordinati ed eccola mia chitarra in tutto il suo splendore, il nome che le ho dato è N4-1-20-5 la prima parte per innegabile derivazione dalla N4 il resto perchè le lettere dell’alfabeto che corrispondono a quei numeri compongono il mio nome :).
Passo alle specifiche definitive.
Corpo: Alder (Ontano).
Manico: Acero Birds Eye avvitato con Stephen’s extended Cutaway.
Tastiera: Palissandro 22 tasi jumbo fret Radius 12”.
Meccaniche: Sperzel autobloccanti.
Ponte: Fisso con corde passanti.
Segnatasti: dot.
P.U.: Seymour Duncan SH1 neck, Seymour Duncan SH13 birdge1.
Volume push pull per splittare in coil, e un selettore a tre vie.
La chitarra ha un sustain incredibile un accessibilità agli ultimi tasti tale che se invece del P.U. al manico avessi esteso la tastiera a 35 tasti li avrei potuti suonare sempre con il pollice al centro del manico senza impedimenti :) ,il tutto dovuto allo Stephen’s Extended Cutaway, che a detta dell’inventore ha queste capacità di sustain per il semplice motivo che il fissaggio del corpo è realizzato come un quarto di cerchio.
Vado a spiegare: a chitarra ferma la tensione delle corde tende a “piegare la chitarra” e il truss road serve appunto a compensare quando succede questo fenomeno, ma quando suoniamo, le corde vengono mosse dall’alto al basso e viceversa, unita alla tensione delle corde tra capotasto e ponte, sviluppando una tensione in senso circolare.
Irrigidendo quindi questo aspetto avremo piu sustain.
Oltre che un’accessibilità mai vista in precedenza data appunto dal fatto che non abbiamo uno zoccolo con delle viti e nemmeno un tacco incollato tra manico e body.
I pickup si sono rivelati azzeccati nella combinazione soprattutto se splittati e in posizione centrale il suono assomiglia in qualcosa alla Tele (lo so sembra una bestemmia).
Spero di potervi far sentire dei semple al piu presto.
Intanto vi metto un po di foto.