di FBASS [user #22255] - pubblicato il 28 maggio 2011 ore 15:16
Agli inizi degli anni 70, oltre ai vari Led Zeppelin, Deep Purple, Jefferson Airplane, Canned Heat, i Cream si erano già sciolti da tempo, anche i Beatles, comparve all'improvviso un gruppo in cui il Leader era un Flautista ed il nome del gruppo era "Jethro Tull", che cambiava spesso il proprio organico ma non lui, e salirono subito ai vertici dei consensi tra il 1969 ed il 1971; una cosa è certa, Ian Anderson, che suonava il flauto traverso ma anche la chitarra, destò subito l'interesse di molti fra noi musicisti in fase di ricerca di un ruolo ben definito, io ero tra questi.
Poi agli inizi degli anni 80, desideroso come molti di fare degli studi seri nel campo musicale ( avrei voluto fare il contrabassista classico), riincontrai due miei amici con cui avevo e stavo per collaborare, uno era il grande Enzo Avitabile con cui avevo collaborato tecnicamente dal 1971 e rimasto poi l'amico di sempre, mentre l'altro, presentatomi proprio da lui, era Ciro Pennino, grande percussionista partenopeo con cui ebbi quache collaborazione musicale in quegli anni (1981). Entrambi poi studiavano, all'epoca, al conservatorio di Napoli, San Pietro a Maiella, intitolato quindi a Pietro da Morrone, conosciuto dai più come Papa Celestino V ( il Conservatorio è ubicato nel ex convento dei Frati Celestini). Loro mi attaccarono ulteriormente la voglia di fare quegli studi seri e decisi così di intraprendere lo studio del secondo strumento a me più caro, il flauto traverso, sentito suonare proprio da Enzo in Bourèe di J.S.Bach nel 1971, scelta anche dettata da motivi di "trasportabilità", nemmeno paragonabile al contrabasso, dovuta principalmente all'ingombro dello stesso, specialmente sui mezzi di trasporto ( quanti teatrini comici mi sono capitati in treno... in auto, poi, o entrava lui o entravo io), che continuai comunque a suonare e suono ancora, qualche volta lo ho tradito con il violoncello. Gli idoli scelti furono subito due, uno classico, cioè Severino Gazzelloni e l'altro rock, proprio quel Ian Anderson dei Jethro Tull; sentitevi ora come suona e nel contempo ci dialoga e ci litiga con il suo flauto traverso, in questo live di "My God" brano tratto dal loro album "Aqualung":
Poi incominciai proprio con il suo brano, rivisitazione del Bourèe di J.S.Bach, tratto dal suo album "Stand Up" e riproposto recentemente con la sua allieva, Cady Coleman, ora astronauta USA sulla stazione orbitante, in entrambi le versioni, cioè con i piedi per terra e con la seconda esecutrice con i piedi in "aria":
A proposito, mentre per la chitarra ed il basso elettrico ho dovuto fare la "gavetta" su strumenti economici, per comprare solo molto dopo i migliori che cercavo da tempo, non vi dico le "baracche ignobili" usate per amplificare gli stessi, autocostruite o recuperate sui mercatini dell'usato cinematrografico e bancarellistico di 4/5° mano, a rischio anche di rimanerci "secchi", mentre per il flauto ho avuto un colpo di fortuna, acquistando da un anziano signore, il TOP, cioè un Muramatsu in argento, ad un prezzo onesto e conveniente, ho solo dovuto fargli fare una revisione, sostituzione feltrini e pulizia generale. Ian Anderson usava agli inizi un Artley sempre in argento.PS) Abbiamo poi in TV un grande Flautista , Elio delle Storie Tese, pssssh...non spargete la voce ( a Napoli si dice "Zitto zitto miezo 'o mercato" ). Ecco il pezzo che più mi pace di Ian Anderson nel doppio ruolo di chitarrista e flautista:
Poi non dimentichiamoci che sono stato anche ferroviere per 36 anni, eccovi d'uopo "Locomotive Breath":