di Oliver [user #910] - pubblicato il 04 giugno 2013 ore 14:40
Non sono mai stato un metallaro, nè per gusti musicali, nè per "scelte di vita". Pur non sentendolo mio, non ho mai disprezzato a priori questo approccio, a volte decisamente pittoresco e sopra le righe, ma ho senz'altro percepito l'accezione negativa (a dir poco) che tutto il resto della società ha per questo termine e per ciò che rappresenta. Certo, l'immagine-tipo può essere piuttosto inquietante -e anche la musica spesso lo è- con una costante esibizione di nero e metallo, tatuaggi e alcoolici, moto e donne esagerate, storie mitologiche e, di fondo, una ostentazione di forza e violenza che si riflette in ogni aspetto. Probabilmente esistono interi trattati sulle motivazioni psicologiche che stanno alla base di questa forma di identificazione di gruppo ma quello che ai più sfugge è l'aspetto liberatorio di tutto questo, una sublimazione della violenza che nella maggioranza dei casi rimane solamente ideale e trova sfogo in modi innocui e divertenti.
Recentemente ho avuto modo di conoscere diverse persone che si possono collocare a buon titolo in questa categoria. La band dei miei ragazzi, nonostante non suoni metal, è stata sostanzialmente "adottata" da uno storico gruppo metal locale, che se li porta volentieri dietro in molti concerti, concedendo loro la possibilità di suonare in contesti inarrivabili per dei giovani rockers. In questo modo ho conosciuto (facendo l'autista/roadie/manager/backliner…) delle persone eccezionali, gentili, disponibili e generose come non mi era mai accaduto prima. Gente che ti porta su un palco meraviglioso, ti esorta ad utilizzare la sua costosa e delicata strumentazione (!!!! Ma quanti lo farebbero?!?), rimane in prima fila sotto il palco a cantare e pogare e poi… ti ringrazia pure per avere suonato con loro. Gente felice di dare una mano ad un gruppo di ragazzi a trovare un po' di spazio, senza che nessuno lo avesse chiesto: altro che le solite gelosie e rivalità da cortile.
Ok, molti già lo sanno, ad altri non fregherà una cippa, ma mi sentivo in dovere di dirlo. Un grazie di cuore a quei ribaldi metalloni degli Animal House e ai grandi Overtures.