di Maurizio Piccoli [user #26523] - pubblicato il 07 giugno 2013 ore 07:00
Perché il suonatore di chitarra acustica raggiunge raramente le punte di aggressività d’immagine con cui ama rappresentarsi il chitarrista elettrico?
Perché il suonatore di chitarra acustica raggiunge raramente le punte di aggressività d’immagine con cui ama rappresentarsi il chitarrista elettrico?
Mi domandavo, spulciando nella memoria gli atteggiamenti "tradizionali" dei chitarristi acustici e dei chitarristi elettrici, quali ragioni ci potessero essere della generale sobrietà di rappresentarsi dei chitarristi acustici e, al contrario, della generale aggressività di rappresentarsi dei chitarristi elettrici spesso, questi ultimi, con espressioni da trasgressore incallito, da buttafuori delle anime dolci, da "adesso ti faccio vedere io che pallottole ti rifilo".
Certo ci sono anche quelli dagli assolo dolenti e malinconici, da vecchia psichedelia, da visionarietà religiosa con punte di altissima e rarefatta bellezza (penso, per stare sul conosciuto da più generazioni, a certi voli di Gilmour) e sono quelli che non ti bucano la pancia con la punta dello strumento che sembra fuoriuscire dalla foto pubblicitaria.
I più, però, pare debbano spaccare il mondo, incazzati, con tormenti e tensioni da vomitar fuori. Che abbiano buone ragioni per mostrarsi cani arrabbiati, lo credo.
Dividendo la categoria di brutto in chitarra acustica e chitarra elettrica - senza considerare chi pratica forme espressive quali il jazz, la musica latina, la classica, ecc. - sull’altra sponda del chitarrismo, quello acustico, mi pare di notare meno voglia di scazzottare anche se talvolta l’energia delle proposte è davvero alta. Che sia solo una questione di caratteristiche del suono? Solo una generale differenza del livello sonoro proposto? E perché uno sceglie di essere chitarrista acustico e un altro chitarrista elettrico? Rimango in attesa che diate fuoco alle polveri?