di Oliver [user #910] - pubblicato il 12 aprile 2014 ore 08:00
Ci piacciono tanto le prove degli strumenti. Quelle sul web, intendo. Se ce ne capita qualcuna a tiro, che riguardi uno strumento che ci piace, ci incuriosisce o magari stiamo progettando di acquistare, non resistiamo.
Ci piacciono tanto le prove degli strumenti. Quelle sul web, intendo. Se ce ne capita qualcuna a tiro, che riguardi uno strumento che ci piace, ci incuriosisce o magari stiamo progettando di acquistare, non resistiamo. E, dato che ormai sul web si trova di tutto e in decine e decine di versioni e varianti, ci ritroviamo a trascorrere parecchio tempo guardando e ascoltando test che alla fine... non fanno altro che lasciarci con dei dubbi ancora maggiori di prima. Già, perché c’è poco da fare: la stessa chitarra, lo stesso amplificatore, lo stesso effetto suonano in maniera differente in ogni test.
A pensarci un attimo non c’è da stupirsi, anzi, direi che è assolutamente prevedibile. Le variabili sono molte, a partire dalla modalità di ripresa ed equalizzazione, per proseguire con i particolari settaggi di ogni singolo parametro e per finire -si fa per dire- con le manine del chitarrista di turno: fate provare uno strumento a me, poi datelo in mano al Quaio e ci sarà una "differenza percepita" quantificabile in diverse migliaia di euro. Eppure lo strumento sarebbe lo stesso. E non parliamo poi dell’accordatura, che in certi casi "uccide" un test.
Trovo interessanti le prove effettuate dallo store inglese Andertons, dove i due tester illustrano gli stessi strumenti, nello stesso momento, ma ognuno a modo suo: uno usando la sua impostazione tipicamente rock-blues, l’altro molto più orientato verso un rock americano con elevate dosi di gain. E la conseguenza è che sembra che usino strumenti diversi... Mettiamola così: perlomeno chi ascolta può avere un’impressione più globale del comportamento di un particolare elemento in contesti differenti. Un’altra considerazione che si può fare è che nelle mani del chitarrista hi-gain le chitarre si assomigliano un po’ tutte, mentre il secondo tester consente di apprezzare molte più sfumature. Per la verità lo stesso problema di eccessiva "uniformità" viene sottolineato anche nelle prove -tutt’altro che hi-gain- del noto Gregor Hilden… insomma, l’incertezza è totale.
Si tende poi a dimenticare che, anche tenendo presente tutto questo, il test ci dà comunque delle indicazioni estremamente parziali: la vera risposta dello strumento, che poi è l’aspetto di gran lunga più importante di tutti per chi suona, è impossibile da trasmettere. In una registrazione le differenze tra due strumenti possono essere totalmente impercettibili, ma sotto il plettro possono esserci dei divari incommensurabili. Quelli che poi ci fanno desistere dall’acquisto o che ci fanno compilare l’ennesimo annuncio "vendesi".
Nonostante questo, i test vengono bevuti avidamente, con eccessiva, immotivata fiducia e senza una sana dose di buon senso e prudenza.