di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 09 agosto 2016 ore 07:30
La calura estiva fa fare qualche pazzia ed ecco ricomparire per casa un Boss BD-2, acquistato per quattro soldi, dopo averlo venduto quasi dieci anni fa credendo di fare la cosa giusta. Risentirlo con le orecchie di oggi mi ha fatto cambiare idea, anche se lui in realtà non è mai cambiato.
Prima di dare un senso a questo articolo facciamo un po’ di storia, la mia storia: “Salve sono Troy McClure forse vi ricorderete di me per altre recensioni…”. Scherzi a parte, il Boss BD-2 fu il primo (di tanti, tantissimi!) pedali passati sotto le mie grinfie. Arrivavo da una RP-100, una pedaliera digitale DigiTech con cui ho imparato la differenza tra i vari effetti, combinando non pochi casini tra patch, salvataggi e reset casuali. Il passaggio, ricordo, mi ha un po’ shockato. Passare da una simulazione un po’ sgangherata a un overdrive vero e proprio mi ha aperto, più che un mondo, le orecchie. Il BD-2, però, non mi ha mai convinto fino in fondo, almeno per quanto mi ricordo. Nella mia memoria affiorano suoni un po’ cupi a volte spompi, ma si sa, la memoria inganna. Ricordo però alla perfezione che a 16 anni conoscevo a malapena la differenza tra la manopola del gain e del volume (no beh dai…) e in mio possesso c’erano solo due chitarre: una Samich tipo Strat HSS con pickup non meglio identificati e una Ibanez AGS83B con gli scarsissimi ACH-1 originali, probabilmente causa di tutta la cupezza che non riuscivo a far sparire dal cono del Fender Super 60, pesantissimo, che mi portavo in giro 10-12 anni fa con tanto di flight case artigianale.
La scarsa conoscenza che avevo dei cambiamenti che potessero apportare al mio suono due begli humbucker nuovi e il miraggio del true bypass, allora per me avvolto da un aura di mistero quasi mistico, mi spinsero a vendere il BD-2 in favore di un overdrive boutique, in particolare un HBE Big-D, sguaiato e pieno di manopole che tanto mi piaceva già solo per la livrea arancione sgargiante.
Il callo del BD-2, però, ogni tanto è tornato a farsi sentire tanto che un paio di mesi fa, complice un annuncio a un prezzo davvero irrisorio, me lo sono riportato a casa. C’è chi dice che il primo amore non si scorda mai: per me non fu proprio amore, però perché non dare al piccolo Boss una seconda chance?
Con il tempo non è cambiata solo la mia strumentazione, quello che è cambiato è soprattutto la consapevolezza di quello che ho tra le mani. Conosco meglio la mia strumentazione e so sicuramente tirare fuori meglio da un amplificatore o da una chitarra il suono che ho in testa.
Con queste premesse ho collegato il BD-2 fresco di spedizione tra la mia Strat giapponese e la Dangelo ed ecco quindi la mia recensione postuma!
Il Boss BD-2 si è rivelato un overdrive molto meno cupo del previsto. Di base sia la Fender sia la testata sono brillanti, ma la pasta aggiunta dal pedale si amalgama alla perfezione. Parlare di tube amp simulator fa un po’ specie. La dinamica messa in campo però è davvero tanta. Cominciamo il test con gain basso e il super pulito della Dangelo si increspa e arricchisce di un po’ di basse che non guastano di certo. Aumenta leggermente il sustain, ma senza esagerare. Quello che mi piace è quel tocco di acidità, che non è proprio bluesy, ma dà un certo carattere al sound della Strat.
Il guadagno è sufficiente per arrivare fino a un bel sound hard rock, anche se quando si forza un po’ con la manopola del gain tente un po’ a intubarsi sulle basse, che si ingolfano leggermente, dando un che di fuzzoso. Nel range medio, tra le ore nove e due della manopola, dà il meglio di sé e si rivela un overdrive con il suo perché.
La conclusine di tutta la storia è semplicemente questa: a volte non sono gli strumenti a non piacerci, è tutto un insieme di fattori a farci propendere all’acquisto o alla vendita. A volte un overdrive sembra non piacerci, ma magari non è semplicemente adatto alla nostra strumentazione, che continua a evolversi assieme alla bravura e alla competenza. Se per caso vi capita sotto mano un pedale o una chitarra che avevate venduto tanto tempo fa, riprovatelo, potrebbe rivelarsi migliore di quanto ricordaste. Per me il BD-2 non è certo diventato l’overdrive migliore del mondo, ma è diventato l’OD perfetto da tenere come riserva nella valigetta delle scorte oppure la prima scelta quando voglio solo aggiungere un po’ di crunch al sound pulito del DV Mark senza utilizzare il suo overdrive interno con il quale non mi trovo molto bene.
Per concludere, ecco due file audio per darvi un'idea del sound di cui ho parlato nel testo.
Il primo è un branetto, un loop con due chitarre registrate con due settaggi diversi, la ritmica con volume h11, gain h9 e tone a h2, l'arpeggio con volume a h9 gain h11 e tone a h11. Il secondo è un'improvvisazione blues con gli stessi settaggi.