Eastwood: quando il guitar-making incontra il crowdfunding
di redazione [user #116] - pubblicato il 07 aprile 2017 ore 17:00
Il progettista propone delle chitarre e dei bassi unici nel loro genere. Il pubblico versa degli anticipi per bloccare il proprio strumento e, se la soglia prestabilita viene raggiunta, si dà il via ai lavori senza sprechi né invenduti. È il modello di Custom Shop sostenibile di Eastwood.
Eastwood è una firma nota tra gli appassionati di chitarre e bassi in stile retrò. Dal 2002, l'azienda canadese attrae la curiosità del mercato con una linea di strumenti del tutto singolari. Mentre le mode impongono forme sempre più aggressive e timbriche all'avanguardia, Mike Robinson e la sua squadra raccolgono l'eredità delle meteore degli anni '50 e '60. Un'attenta progettazione e una costruzione di stampo industriale riportano in vita i più curiosi modelli Airline, Valco, Supro e altre perle d'annata con caratteristiche costruttive moderne e prezzi contenuti.
L'azienda ha sempre dimostrato un approccio sopra le righe alla progettazione e costruzione di strumenti musicali, e non stupisce che abbia deciso di fare da apripista per un concetto inedito di Custom Shop basato sul principio del crowdfunding.
Il crowdfunding è un modello di business basato sulla richiesta diretta da parte del pubblico, il primo esempio di produzione di massa in cui la domanda anticipa fisicamente l'offerta.
Sono i clienti stessi a finanziare i progetti e le catene produttive effettuando dei veri e propri pre-ordini per gli oggetti proposti dal venditore, garantendo da parte loro un budget di partenza che copra gran parte dei costi e faccia, in un certo senso, da paracadute per l'imprenditore. In questo modo, il professionista ha la certezza di avere già dei clienti per il suo prodotto prima ancora di crearlo e, in alcuni casi, grazie a loro lo migliora e lo tara in base alla domanda.
Questa realtà non sarà nuova per chi è appassionato di tecnologia. È possibile trovare infatti diversi siti che fanno da piattaforma per delle start up o per piccoli imprenditori intenti a proporre le proprie idee, come i celebri Kickstarter o Indiegogo.
La trovata di Eastwood è sfruttare la base del crowdfunding e unirla a lotti di chitarre e bassi di numero ridotto, una dimensione finora esistente solo nel mondo della liuteria e del custom di fascia alta. Se da una parte la produzione presso gli stessi stabilimenti che sfornano gli strumenti "di serie" assicura costi contenuti per il prodotto finito, dall'altra la partecipazione del pubblico alla fase progettuale garantisce un successo assicurato per i modelli realizzati.
Il processo funziona più o meno così. Eastwood propone la realizzazione di un preciso modello, e chiede ai clienti di depositare una caparra (solitamente tra i 100 e i 300 dollari) come impegno all'acquisto e come base per affrontare i lavori. Una volta raggiunta la soglia necessaria a giustificare l'investimento, si procede alla realizzazione pratica degli strumenti. I clienti versano il resto della somma richiesta per lo strumento (stabilita fin dall'inizio) e ricevono comodamente a casa il proprio esemplare. Qualora la soglia non dovesse essere raggiunta entro un tempo dato, Eastwood restituisce il deposito iniziale e si procede verso il prossimo progetto.
La pagina del Custom Shop Eastwood è attiva da diversi mesi e si è ampliata fino a comprendere un catalogo particolarmente variegato. In lista ci sono repliche di strumenti d'epoca, identici sotto ogni aspetto se non per alcuni aggiornamenti funzionali, ma anche disegni inediti, solo ispirati ai classici della categoria.
È il caso della chitarra tenore a quattro corde, uno dei prodotti distintivi del catalogo Eastwood, che viene riproposta nello shape Flying V e sta raccogliendo fondi proprio mentre leggete queste righe. La campagna si concluderà a metà maggio, ma è bastato che poco più di una dozzina di appassionati effettuassero il loro deposito per superare già da ora il margine richiesto per l'inizio dei lavori.
Non mancano le collaborazioni con i maggiori liutai contemporanei, purché ben fondati nel retrò. La Backlund 400, per esempio, ha raccolto cinque volte la somma necessaria al successo della campagna.
Anche i fan possono avanzare richieste di replicare precisi modelli d'epoca, come la curiosa Morris del 1975, con forme ispirate ai mandolini della scuola americana. Per coprire i costi di gestione erano richiesti 1800 dollari. Ha raccolto quasi dieci volte tanto.
Quelle che vedete sul sito ufficiale sono delle vere e proprie piccole partite di chitarre custom, ma con processi costruttivi solitamente riservati alla produzione su larga scala e con costi ridimensionati di conseguenza. Quello intrapreso da Eastwood è un modello di business nuovo e attento al mercato. Non si basa su ricerche di gradimento, bensì sulle richieste reali del pubblico. Con costruzioni mirate di questo tipo non accadrà mai che in deposito restino dei modelli di minor successo o con finiture che nessuno vuole, a vantaggio di tutti.