Agostino Marangolo: come suonare "A me me piace o Blues"
di redazione [user #116] - pubblicato il 10 agosto 2018 ore 17:30
"A me me piace o Blues" è un inno per tanti musicisti. Una canzone perfetta, suggestiva presente nel disco più amato di Pino Daniele, "Nero A Metà".
Oggi, guidati da Agostino Marangolo, il batterista che l'ha incisa, impariamo a suonarne la parte di batteria, caratterizzata da un insidiosissimo intro in sedicesimi, orchestrati con tanti anticipi.
"Nero A Metà" è uno dei dischi più popolari e amati di Pino Daniele.
Uscito nel 1980, questo album ha venduto 300.000 copie e rappresenta, forse, la fotografia più efficace della magistrale capacità di Pino Daniele di contaminare la musica d’autore Italiana con quella partenopea, cucendogli addosso arrangiamenti perfetti e pregni delle più raffinate (e per allora moderne) inflessioni funk, blues, e fusion (nell’accezione più aperta e illuminata del termine.)
In questa operazione magnifica, il merito va anche alla rosa straordinaria di musicisti coinvolti nelle registrazioni di quel disco: James Senese, Enzo Avitabile, Mauro Spina, Ernesto, Vitolo...
Tra questi, dietro le pelli della batteria sedeva, Agostino Marangolo. Nel pezzo "A me me piace o' Blues” diventato una sorta di inno generazionale per tanti musicisti, Marangolo suona una parte di batteria spettacolare, rimasta impressa nell’immaginario di tanti batteristi come uno degli esempi più efficaci di virtuosismo, preziosismo strumentale, calato con maestria e ossequioso rispetto dell’arrangiamento, in una canzone.
“Con Pino Daniele mi è capitato di scrivere e suonare alcuni passaggi di batteria che, in qualche modo, hanno fatto la storia. Ancora oggi in tanti mi chiedono ragguagli su come suonare certe parti: la sestina in trentaduesimi di "Chillo è nu buono guaglione" di Sciò Live; i gruppi di cinque che usavo negli stacchi finali di “Je sto vicino a te”; o l’intro di “A me mi piace O Blues” che si basa su anticipi di sedicesimi. Un tipo di figura ritmica che per un italiano, abituato a “tarantellare” e suonare in battere può non essere immediata.”
Andando a suonare la parte spiegata da Marangolo, l’aspetto più importante da sottolineare è l'andamento degli accenti sullo stacco: questi cascano sul levare del secondo sedicesimo sui primi tre movimenti e sul secondo e quarto sedicesimo, sul quarto movimento.
Per rendere più chiara questa scansione ritmica, Marangolo suona una sequenza di sedicesimi sul charleston accompagnati dalla cassa sul battere ed esegue, sulla seconda misura, gli accenti sopra indicati con la mano sinistra. Ecco la trascrizione:
A questo punto, inserisce il groove del brano e sulla seconda misura orchestra gli accenti sul rullante all'unisono con il charleston aperto sui primi tre movimenti e su cassa e piatti sul quarto movimento. Anche il groove sulla prima misura respira su un andamento prevalentemente in levare.
Ecco come si presenta la parte:
Studiando la partitura si osserva come sia sull'incipit della misura di partenza, sia sul secondo movimento del groove, ci sia una legatura di valore fra il quarto sedicesimo e il primo ottavo del movimento successivo. Questa garantisce una tensione ritmica che si scosta dai classici portamenti appoggiati sul battere.