L'Orange sound non si smentisce mai. In due canali completamente indipendenti, la testata valvolare AD30 ricrea la magia degli storici amplificatori britannici separati tra crunch inconfondibili e violenti overdrive.
Era il 20 gennaio 2013, una piovosa domenica d’inverno, quella in cui andai a provare per la prima volta questo gioiellino: Orange AD30H collegata a una cassa Orange a due coni, closed back.Mi ricordo l’emozione di quando ho collegato il jack prima alla mia cara Gibson 335 e poi all’unico ingresso della meraviglia arancione. All’inizio è stata dura capirsi, nonostante i controlli siano davvero semplici e intuitivi (passare da un vecchio combo a transistor a un valvolare non è stato semplice come credevo), ma quando le valvole si sono scaldate è stata tutta un’altra storia. Amore a prima vista.
La testata è fornita di due canali distinti, azionabili anche tramite un footswitch acquistabile separatamente ed entrambi con una personalità ben particolare.
Il primo canale (channel 1) è la configurazione più classica che possa esistere, con un post gain molto comodo nei puliti e nei suoni crunch leggermente overdrive, ma utilizzabile anche come un canale distorto molto presente, con abbondanza di bassi e medi. Ciò che mi sorprende di questo canale è proprio la capacità di adattarsi a ogni situazione, dal pulito cristallino fino a una distorsione aggressiva. Alzando il gain oltre il 7, mettendo bassi a 4 e medi e alti a 7 si ottiene un suono alla ZZ Top molto interessante.
Il secondo canale (channel 2) è invece una modifica al circuito standard, ossia l’unica differenza sta nel fatto che questa volta si lavora con un pre gain, analogo in tutto al precedente eccetto per la posizione. Il suono che ne deriva però differisce parecchio rispetto al primo: risulta essere sempre leggermente distorto e, se si alza molto il gain, il suono diventa via via più acido e tagliente, con alti e medi a livelli astronomici.
La cosa che più mi sorprese la prima volta che lo suonai fu il range di volume disponibile: anche se si abbassa, il suono non perde mai di qualità, e grazie al canale due si possono ottenere degli ottimi distorti anche a un volume casalingo. Lo acquistai meno di una settimana dopo.
Io cambio continuamente gusti musicali, e di conseguenza cambio anche lo stile nel suonare: dal british ai Metallica, dai Led Zeppelin a Eric Clapton, fino ad arrivare al genere del momento: il country. Mai questa meravigliosa testata non si è dimostrata all’altezza della situazione, riuscendo a ottenere sempre il suono cercato senza utilizzare un solo effetto. L’unica pecca? La mancanza del riverbero: per alcuni questo potrebbe essere un problema, e subito andrebbero ad acquistare un pedale di riverbero adatto. Io invece ho preferito aspettare, per vedere se era assoutamente necessario, scoprendo invece che non era molto utile dal momento che, in locali o altro, si può sfruttare il riverbero naturale dell’ambiente, mentre a casa (per mia fortuna) ci pensa il mo vecchio pianoforte a darmi questo effetto: se si appoggiano i coni alla cassa armonica del pianoforte, infatti ottengo un leggero riverbero, arricchito anche delle armoniche naturali dell strumento. Una delizia!
Mi viene però da sconsigliare di collegare a questa testata (così come a molti altri amplificatori Orange) troppi effetti, ma solo lo stretto indispensabile. Io non ne utilizzo, a eccezione di un wah che uso saltuariamente: lasciate che siano le valvole, i legni e le mani a creare il suono.
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