di francescoRELIVE [user #13581] - pubblicato il 11 settembre 2013 ore 07:30
Durante le mie ferie estive mi sono imbattuto in una serata live dove alcuni miei amici suonavano. Un po' per curiosità, un po' per cazzeggio, sono andato a sentire il soundcheck. A quel punto, mi sono sentito dispiaciuto per i ragazzi che dovevano suonare alla sera. Son cose che evito di fare perché non mi piace giudicare le metodologie che sono di competenza altrui, ma in quella situazione davvero difficile sono andato a parlare al fonico (senza tante nozioni di base...) e gli ho dato due consigli.
Durante le mie ferie estive (passate tra visite in ospedale e registrazioni - per altri) mi sono imbattuto in una serata live dove alcuni miei amici suonavano. Un po' per curiosità, un po' per cazzeggio, sono andato a sentire il soundcheck. Il classico tendone da sagra con un bel palchetto: di fianco a esso un impianto modesto con sub e casse Montarbo. Quando è arrivato il momento del soundcheck mi sono sentito dispiaciuto per i ragazzi che dovevano suonare alla sera. Son cose che evito di fare perché non mi piace giudicare le metodologie che sono di competenza altrui, ma in quella situazione davvero difficile sono andato a parlare al fonico (senza tante nozioni di base...) e gli ho dato due consigli.
Ma andiamo per punti, giusto per dare qualche dritta a voi che magari dovete suonare in contesti acusticamente problematici o che non avete informazioni teoriche/pratiche per gestire queste situazioni.
1) Suoni in generale Dedicatevi a uno strumento alla volta, spaccate la testa a chiunque altro suona e vi chiede qualcosa. Seguite l'ordine (e abilitate sempre un canale alla volta sul mixer, mettendo in mute gli altri).
Batteria Cassa - deve sentirsi, deve arrivare sulla pancia. Inutile che impastiate tutto pompando sui bassi, teneteli moderati per il corpo e alzate un po' i medio-alti per la punta, quella che vi fa sentire l'attacco. Non microfonate la cassa davanti al buco: la compressione dell'aria che esce spingerebbe troppo la membrana del microfono mandandolo in distorsione. Mettete il microfono in mezzo in modo tale da prendere tutta la ciccia del suono. Così facendo, potete gestire poi dal'equalizzatore il suono da amplificare.
Rullante e tom - se avete Gate usateli, vi toglieranno rientri/larsen e avrete tutto più definito. Scavate sui medi per togliere l'effetto scatola. Panpottate a destra e a sinistra a seconda della disposizione dei tom. Se avete anche un compressore, sfruttatelo sul rullante per renderlo fermo e grosso. Sempre sul rullante potete aggiungere un filo di riverbero per allargarlo.
Panoramici - Bisogna riprendere i piatti, quindi tagliare i bassi. Panpottate a destra e a sinistra, questo allarga e da un senso maggiore di ambiente. Se siete dentro un capannone basso e lungo potete anche non amplificarli: il soffitto farà da sponda alle frequenze alte che si sentiranno benissimo anche senza nessun tipo di amplificazione.
Basso Se è un basso non vuol dire che bisogna pompare i bassi sul mixer. Anzi, se l'ampli su palco è già a un volume modesto, all'interno di un capannone bisognerà tenere d'occhio le frequenze che si scornano con la cassa. Provate quindi a far suonare cassa/rullante/charlie assieme al basso e togliete quelle frequenze che si mescolano. In questo modo darete definizione ed eviterete quell' "hummm" di sottofondo che da fastidio.
Chitarra Pompate i medi, occhio agli alti che possono tagliarvi le orecchie.
Voce Compressore e Gate. Il primo agevola nel far venire fuori la voce nel mix, il secondo evita fischi e amplificazione di piatti o altri strumenti poco distanti dal microfono.
2) Volumi E' inutile tenere volumi esagerati sul palco. Chiedete di abbassare gli ampli, piuttosto alzate le spie. Fuori deve sentirsi bene, sopra il palco i musicisti devono sentire giusto. Ovviamente tutto in funzione della batteria. Nel mix date risalto a voce, cassa-rullante e di conseguenza regolate il resto. L'importante è non esagerare e non impastare il tutto. Se avete la possibilità di avere un fonico o di qualcuno che vi segue, ditegli di tenere sotto il dito il fader del chitarrista solista. Di solito servono sempre quei 3db in più per far sentire i soli.
Per le spie fate come per i suoni. Partite dal batterista e chiedete quali strumenti vuole nella spia. Stessa cosa per gli altri. Fate provare un minuto di canzone e poi chiedete (sempre uno alla volta) cosa vogliono aggiungere o togliere. Alla fine di tutto, quando inizia il live, tenete sempre presente che la musica troppo alta da fastidio. Quindi occhio all'output e nel caso abbassate, non muore nessuno e se il sound è stato fatto bene, tutti ringrazieranno e tutto risulterà comunque definito.
Ricapitolando Occhio ai suoni. Non pensate di dover sistemare i singoli canali come in studio davanti a Cubase.L'ambiente incide tantissimo sul risultato che esce dalle casse, tenetelo presente. Occhio ai volumi. Saper limitare il mix vi permette di poterlo alzare e abbassare a seconda dell'esigenza senza perdere in qualità.
Morale della favola Quel soundcheck è finito con
il riposizionamento del microfono della cassa e una riconfigurazione del compressore che ci lavorava sopra (gli abbiamo dato più attacco). Finalmente si sentiva e aveva un bel puch
lo spegnimento dei microfoni panoramici della batteria
La regolazione del gate del floor tom. La sua pelle andava in risonanza quando veniva suonata la grancassa, entrando così in larsen. Alzando la soglia il problema è sparito
Panpottamento della batteria. Molto più headroom e suoni più distinti nel mix.
Taglio di frequenze sul basso
Spinta sui medi delle chitarre e panpottamento
Ri-regolazione compressore e gate sulla voce e regolazione dei medioalti per farla uscire bene dal mix.
Quella sera ci fu un bel concerto, la gente partecipò e in molti dissero che si sentiva bene. Prima di tornare a casa andai a dare una pacca sulla spalla al fonico e gli dissi: "bel sound, complimenti! bel lavoro!". Mi ringraziò sorridendomi.
Fate sempre tesoro dei consigli che vi possono semplificare la vita. Una volta acquisiti non si dimenticano più!
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.