In internet inizialmente non ho trovato alcun riferimento che identificasse questa tipologia di seriale.
Ho scritto in seguito alla Epiphone, la quale afferma che la chitarra è del 1994, ma in quegli anni la produzione Made in Japan è alquanto confusionaria ed è impossibile anche per loro dare la certezza della sua provenienza, cosa davvero triste.
Affinando le ricerche, sono finalmente venuto alla risoluzione dell’enigma.
Dal 1994 al 1997, queste chitarre sono state costruite negli stabilimenti Yamano Gakki: gli stessi delle produzioni Orville. Fatte fondamentalmente per il mercato interno, hanno caratteristiche davvero singolari, di cui riporto le più importanti.
Realizzato in fabbrica Fujigen per Yamano-Gakki.
Il numero di serie ha sette cifre senza lettere.
ID: serigrafia "Made in Japan" sulla paletta oppure piccola etichetta black & gold "Made in Japan" sulla paletta.
Corpo in mogano con impiallacciatura in acero, manico bolt-on manico in mogano con tastiera in palissandro e intarsi a blocchi. Paletta con split-diamond, intarsio logo Epiphone. Coperchio del truss rod a tre viti, 22 tasti medio-larghi, scala da 24.75".
Variazioni attacco manico-corpo: tre viti con una visibile (ricoperta di guaina di gomma sul retro della chitarra) oppure due viti con la colla al posto di terza vite (senza viti visibili).
Selettore a tre vie, hardware cromato, meccaniche Gotoh SD91-SL deluxe stile vintage.
Elettronica installata da Cor-Tek (Corea), due pickup humbucker PowerSound Cor-Tek (PSLP), potenziometri Cor-Tek.
Colori Ebony (EB) e Alpine White (AW).
Passando alla parte tecnica, la chitarra è davvero un bello strumento. Le impressioni prendendola in mano sono di gran solidità e peso, con qualità dei materiali e liuteria davvero di ottimo livello. L’action è molto bassa senza minimamente creare noiose "fritture" o punti afoni nei bending estremi.
La paletta è la classica Epiphone (non la paletta libro di Gibson) la quale dona, a mio parere, una gradevole resa estetica con effetto Vintage. L’impiallacciatura è di ottima qualità.
Il suono pulito è un po' più aperto rispetto al classico Gibson e meno definito. Sul distorto lo strumento esprime veramente il meglio e i pickup hanno una potenza e un'aggressività degna delle migliori chitarre rock.
Ora arriva il bello: sono felice possessore di una Gibson Custom Shop Black Beauty del 1978 e devo dire che la piccola Epi venuta dall’oriente ne potrebbe anche reggere il confronto, perdendo essenzialmente sulla qualità dei pickup. Questo, se in parte mi fa piacere, dall’altra mi lascia molto perplesso in quanto la differenza del valore dei due strumenti è decisamente importante.
Sono un estimatore degli strumenti anni '70/'80/'90 made in Japan, e non è la prima volta che mi ritrovo in mano copie superiori alle originali, (la migliore Les Paul che abbia mai tenuto tra le mani è una Yamaha SL 700S Studio Lord del 1977), ma in questo caso una sottomarca Gibson che tiene testa all’originale è davvero "fastidioso".
In conclusione, devo dire che queste serie Yamano Gakki, le quali hanno caratteristiche abbastanza singolari, sono strumenti che meritano tutto il rispetto dovuto alle sorelle maggiori.