Proseguiamo in questa rubrica ideata e condotta da e . alla batteria in studio di registrazione, che torneranno utili tanto ai fonici che ai musicisti. Questa serie di articoli servirà ad affrontare ogni aspetto della produzione e quindi registrazione della batteria: , tipo di ripresa, gestione degli ascolti, approccio al click, errori da evitare, preparazione…
Nella precedente lezione abbiamo parlato di Oggi Roberto Priori mette in guardia i fonici circa due gravi errori da non commettere...
"Come fonico mi capita spesso di mixare delle produzioni di cui non ho curato le registrazioni; questo comporta il fatto di dover lavorare su materiale che è stato ripreso in maniere estremamente differenti. La prima cosa che può condizionare in maniera profondamente negativa l’esito di un mix è il fatto che non sia stata riservata la dovuta attenzione all’ambiente nel quale la batteria è stata registrata: questo aspetto quindi, interessa tanto la scelta del logo fisico, della stanza, in cui si registra la batteria che l’aspetto della registrazione, ovvero la maniera in cui sono posizionati i microfoni nella stanza, per catturare l’ambiente.
Dunque, per prima cosa, è bene sincerarsi che la stanza in cui si decide di registrare una batteria sia un ambiente acusticamente consono. La sala prove, per esempio, è generalmente una location pessima per realizzare delle riprese di batteria. Per la sua stessa natura, una sala prove è una stanza molto insonorizzata: deve permettere ai musicisti di suonare per ore, anche ad alti volumi, tutelando l’ambiente circostante dal disturbo che volumi eccessivi possono arrecare. Per questo, l’insonorizzazione è curata e molto marcata. Questo aspetto imprime al suono della batteria che suona in queste stanze insonorizzate, un carattere sonoro chiuso, fermo, asciutto.
Tale natura sonora, che potrebbe funzionare in un’estetica molto retrò (quella dell’hard rock o anche della disco music dei primi anni ’70, per esempio…) non funziona con le aspettative che si hanno nei confronti di un suono di batteria attuale. Dagli anni ’80 in poi, soprattutto nel rock, tra le caratteristiche più richieste ci sono live room molto riverberanti che garantiscano una decisa espansione del suono. La stanza quindi, è artefice del suono che gravita attorno alla batteria. Anche una batteria molto generosa e ricca a livello sonoro, ripresa in una stanza non idonea rischia di suonare priva di armoniche: secca, stoppata, ferma o, come si dice in gergo, “a fustino”.
Un secondo problema che può minare un buon mix, perché compromette alla base il suono della batteria è quello delle fasi, delle fasi acustiche. Bisogna rimarcare che quando si registra una batteria si presenta una situazione nella quale un ampio numero di microfoni devono convivere in uno spazio molto ristretto. Le riprese dei singoli microfoni, interagiscono uno con l’altro: benché un tale microfono sia dedicato, per esempio, a un tom, inevitabilmente in questo rientrerà anche il suono del rullante; così come, il suono del rullante e del tom assieme, finiranno per essere ripresi dagli overhead. Per tanto, è fondamentale prendere in considerazione – a avere le competenze tecniche per gestire – l’interazione tra tutti questi suoni, tra tutti questi elementi. Perché, se ascoltati singolarmente, i vari microfoni possono presentare suoni efficaci, validi. Ma se mescolati assieme, possono tendere ad annullarsi se non ripresi con la corretta attenzione alle fasi. Il suono che ne esce è non solo lontano ma, peggio ancora, vuoto, privo di attacco e confuso. Come se del sound dell’intera batteria arrivasse solo un alone sbiadito senza che ci sia traccia della sostanza. Questo problema è quasi sempre causato da dei problemi di fase acustica che si generano quando i singoli microfoni non sono posizionati con accuratezza e competenza."
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