Il primo fattore da tenere in considerazione è che lavorare in studio, soprattutto le prime volte, non è mai semplice. Si deve fare i conti con la pressione che il fatto di sapere che si verrà registrati comporta, ci si confronta con un ambiente che non è familiare come quello della propria sala prove e con ascolti che potrebbero risultare differenti e spiazzanti, rispetto a quelli con i quali si lavora abitualmente. Per questo è necessario arrivare con un livello di preparazione altissimo.
Lo stress da gestire sarà già parecchio e l’aggiunta di difficoltà insorte da problematiche legate a una preparazione non eccellente di quanto si dovrà suonare potrebbe minare la buona riuscita dell’intera sessione. Fonico, produttore e altri musicisti possono essere accondiscendenti nel supportare un musicista nelle difficoltà in studio se queste nascono da una parte o richiesta nuova, eccezionale o da una qualunque novità o imprevisto della sessione; ma se le difficoltà che rallentano la registrazione sono dettate dal fatto che il musicista non è preparato, non suona con la necessaria sicurezza quanto concordato e la sua conoscenza del repertorio è superficiale, questo può compromettere negativamente l’energia e l’umore della registrazione. A volte, anche il semplice fatto di non avere organizzato in maniera ordinata e chiara le parti può essere un problema: se in un brano pop o rock il produttore chiedesse alla band o al singolo musicista di suonare tre o quattro volte la stessa sezione, per esempio la strofa, e ogni volta il batterista la eseguisse in maniera diversa, questo potrebbe essere un problema. Essere preparati, dunque, non interessa solo il come si suona ma anche il cosa si suona.
C’è poi un aspetto ancora più specifico e importante che aiuta a capire l’importanza di una preparazione totale: conoscere e saper suonare alla perfezione quanto dobbiamo registrare ci libera da quel pensiero. La mente non sprecherà energia nell’affanno di riuscire a eseguire qualcosa che la scarsa preparazione rende molto difficile. E più libero e leggero il musicista riuscirà a godere maggiormente della situazione, a vivere il momento con un’altra intensità che – di sicuro – si tradurrà anche in un feeling e un attitude più positiva del suo playing!
Per questo, un lavoro molto importante che il batterista può fare è esercitarsi, cercando di simulare, in fase di studio, le condizioni di registrazione. Un investimento anche minimo di scheda audio, qualche microfono e un paio di cuffie permetterà di rendere questa condizione più familiare e permetterà al musicista di affrontare le tante inevitabili difficoltà da solo con calme e nella sua sala prove; non con i riflettori della sessione di registrazione puntati e l’ansia e le aspettative di tutto il team coinvolto in studio!
Registrarsi, inoltre, è l’unica maniera efficace per rendersi conto del proprio libello di preparazione. Registrarsi consente anche di poter far sentire in anteprima a chi curerà la produzione e la registrazione, le parti che si sono preparare e la modalità con cui le si suona. Ci sarà così tutto il tempo necessario per sistemare quanto va ottimizzato e arrivare in studio pronti.
e ci guidano in questa serie alla batteria in studio di registrazione, che torneranno utili tanto ai fonici che ai musicisti. Questa serie di articoli servirà ad affrontare ogni aspetto della produzione e quindi registrazione della batteria: , tipo di ripresa, gestione degli ascolti, approccio al click, errori da evitare, |