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Entry level live
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di [user #116] - pubblicato il

Dopo aver passato mesi in sala prove siete pronti per uscire, calcare i palchi dei locali della vostra zona. Non fatevi cogliere impreparati, leggete la nostra guida per le band ONSTAGE.
Otto regole d'oro per il live

Il mestiere del musicista si impara sul palco, affrontando a modo proprio gli imprevisti del momento e trovando un metodo personale per arrivare sempre preparati e a mente fresca davanti al pubblico. Alcune semplici regole, però, possono facilitare la vita a molti.

  Il concerto vissuto dal punto di vista del musicista è differente da ciò che vede il pubblico. Sopratutto le prime esibizioni aiutano a codificare le esperienze a cui attingere successivamente. Perché ogni concerto per ogni musicista è sempre un'esperienza unica, ma alcuni dettagli, problematiche e punti cruciali accomunano il lavoro di tutti. Quelli che seguono sono alcuni degli accorgimenti che ti permetteranno di affrontare un concerto con maggiore serenità, minimizzando il rischio di imprevisti per concentrarti solamente a suonare e a divertirti.
 
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Resta in forma
Sembra scontato, ma il primo strumento che mettiamo in moto per fare musica è il nostro corpo. Mantenerlo in forma è a dir poco un dovere. I primi concertini liceali di dieci brani saltando come i matti ci stanno, per l'età e per la durata della performance, ma allungando tempistiche ed età anagrafica diventa d'obbligo mantenere in forma il fisico se si vuole reggere il passo con l'attività live. L'adrenalina ci può far reggere un ora, se avvertiamo stanchezza dopo questo tempo siamo decisamente fuori forma!

Prova il più possibile
Quando si studia un brano da soli, lo si può ripetere (o storpiare) tutte le volte che si vuole. Durante il live non si scappa, tutto deve funzionare a dovere, e un buon numero di prove è necessario.
Davanti a un pubblico non si può interrompere e ricominciare, quindi bisogna prepararsi al meglio, conoscere i propri limiti, osare solo se si è sicuri di poter "rientrare". È meglio pensare all'economia di gruppo e non strafare. Che tu sia un neofita o un esperto professionista, ciò che suoni sarà sempre relazionato al resto della band, al contesto musicale e al tuo meritato pubblico.

Pensa da organizzatore
Senza dare per scontato che l'ingaggio da neofiti a volte è ripagato con una birra e il classico panino con la salamella, ben presto ci si accorge che in un modo o nell'altro il live non si limita alle due ore di concerto. Un concerto comporta minimo otto ore lontano da casa, e concordare la cena diventa nel tempo una necessità tanto quanto le spese di viaggio, trasferte e alloggio, che vanno sempre chiariti prima, meglio se con uno scambio scritto e firmato da entrambe le parti. È fondamentale all'inizio della collaborazione, quando si concorda il concerto, parlare con chi si occuperà delle esigenze di palco. Tenere aggiornata la propria scheda tecnica è fondamentale ai fini di un ingaggio live, che si suoni in un duo (quanti suonano? Cablati come? Quanti cantano? Con che microfono? Uno o due monitor?) alla formazione con cinque fiati, tre cori marimba e percussioni.

Sii padrone dei tuoi spazi
Quando arriviamo al locale, festa della birra o palestra che sia, consiglio di non perdersi in chiacchiere. Chi ha tempo non aspetti tempo, perché i problemi di ronza elettrica piuttosto che una pila scarica, un cavo dimenticato ma anche la necessità di aiutare il bassista con il fusibile bruciato dell'ampli sono dietro l'angolo. Conviene concentrarci da subito sulla nostra postazione, stendiamo i cavi nel modo più pulito possibile cercando di crearci uno spazio per muoverci. A volte conviene stendere del nastro adesivo tipo americano sopra i cavi onde evitare ridicoli inciampi durante l’esibizione.
 
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Fai una lista delle cose da portare
Oltre a l'ovvia strumentazione personale, avrai bisogno di un reggichitarra, della tracolla, i plettri, l'eventuale accordatore tascabile...
Nel tempo l’esperienza ti porterà ad acquistare una valigetta contenente un doppione dei cavi principali che utilizzi nel tuo routing, compresi quelli d'alimentazione. Procurati inoltre le principali riduzioni, una prolunga per l’elettricità nel caso le prese siano lontane dalla tua postazione e una torcia, cacciavite e brugole per gli interventi d'emergenza, come un ricablaggio rapido in pedaliera, un primo intervento sulla chitarra o un cambio corde. Uno straccio nella valigetta può sempre servire, tanto quanto un cerotto e dei fusibili di ricambio (quasi tutti gli amplificatori ne sono dotati e possono bruciarsi).
Butta giù una lista di tutto quello che dovresti portarti dietro durante il concerto e fai un check di ogni punto.

Impara ad ascoltare dai monitor!
Prima di iniziare a fare il soundceck proviamo i nostri suoni, verifichiamo rispetto alla distanza dai monitor se riusciamo ad agire comodamente sulla pedaliera, a volte inclinare l’amplificatore risolve tantissimi problemi d'ascolto, ricordiamoci che dovremmo ascoltare anche il resto della band oltre a noi stessi. A volte spostamenti minimali dell'amplificatore ci possono dare risultati sorprendenti, non sempre si andrà a suonare con un fonico dei monitor e un impianto adeguato, quando si è senza monitor magari in situazioni acustiche, è fondamentale il nostro punto di vista per sentirci al meglio, dopodiché dare un bilanciamento e farci sentire al meglio anche dal cantante e non da meno dal pubblico.

Quando si è in duo ad esempio io ho risolto il problema in questo modo, con la Zoom G3, registro con il loopers una parte d'accompagnamento, dopodiché scendo dal palco e posso rendermi conto cosa ascolterà il pubblico, molte volte è sorprendente la differenza con l’ascolto che ho personalmente sul palco!

Il fonico decide il tuo suono: fattelo amico!
Puoi spippolare amplificatore e pedali quanto ti pare, ma l'ultima parola sul suono è sempre del fonico, se c'è. Lui decide il modo migliore per microfonare il tuo amplificatore, equalizza il suono e ne decide il volume nel mix. Non intraprendere battaglie di toni e volumi cercando di correggere ciò che non ti piace di quello che ha impostato lui, piuttosto salutalo, presentati e se c'è qualcosa che non ti convince parlane con lui.
Se il suono che proviene dai monitor fa schifo o ti senti poco, chiedigli di equalizzarti diversamente o di alzarti, sempre solo nel tuo monitor. Da quando il fonico regola il tuo suono non toccare più l'amplificatore, lascia che sia lui a occuparsi di cosa ascolta il pubblico.
In caso avessi dei problemi con gli ascolti in monitor durante il concerto, ricorda di non parlare mai al microfono. Il pubblico non deve saperlo, lo spettacolo va sempre avanti. Con discrezione, segnala al fonico quale musicista (anche te stesso) ti crea problemi con un gesto della mano, poi indica il monitor e successivamente punta un dito in su o in giù, e il fonico capirà che deve alzare o abbassare il volume del musicista indicato in quel monitor.

Raduna le tue cose
Quando il concerto è finito, smonta e riordina la tua postazione il prima possibile, semplicemente perché potrebbe intralciare il lavoro di qualcun altro. Evita che siano altri a smontarla, così non rischierai che qualcosa si rompa, si perda o venga riposto in un modo che non ti va a genio. Sappiamo quanto sei geloso dei tuoi strumenti.
Senza contare che il dopo-concerto è esattamente quando furbetti e malintenzionati approfittano del momento di relax per avvicinarsi al palco.
 
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Le variabili sono innumerevoli e la musica rimane di fatto un attività che si viene a rafforzare principalmente con l'esperienza, un concerto dopo l'altro. L'insorgere di problemi è inevitabile, ma proprio quelli ti insegneranno a essere previdente e stilare una tua personale lista di cose a cui badare durante un concerto.


Fate la scheda tecnica della band!

A calcare tanti palchi se ne vedono di tutti i colori, ma neanche dietro al mixer si scherza. Imparare a trattare col fonico non sarà facile, ma è indispensabile per la riuscita di una serata. IlFonicoMedio è un'entità astratta, raccoglie le esperienze e i consigli di tecnici audio amici di Accordo che... per la propria incolumità resteranno anonimi!

 
Faccio il fonico da una decina di anni. Ho raccolto abbastanza esperienza da poter mettere per iscritto alcune considerazioni e qui su Accordo mi sembra ci sia un bel terreno fertile. In giro per la rete e sui social mi capita spessissimo di imbattermi in gruppi di musicisti che si lamentano dei fonici, gruppi di fonici che si lamentano dei musicisti. È un po’ come chi è alla guida dell’auto che sbraita dietro ai pedoni per poi sbraitare dietro agli automobilisti quando è a piedi. In fin dei conti il fonico è un musicista che ha deciso di saltare al di là della barricata e mettersi a spippolare i pirulini del mixer. Certo, lo so, spesso il “fonico” è il barista che si improvvisa tale, ma in fondo anche chi suona spesso è un bancario che si è improvvisato tale, quindi siamo pari.

Quello di cui vorrei parlare è la scheda tecnica, il vero e proprio biglietto da visita per una band. Molti investono tutte le energie nel pensare al merchandising, al logo, alla copertina del nuovo album, senza poi essere in grado di fornire qualche informazione utile al fonico che dovrà allestire il palco. Realizzare una scheda tecnica è davvero semplicissimo, ma vi permetterà di arrivare alla venue del concerto con un palco allestito per bene, pronto ad accogliervi e un fonico più rilassato perché ha già potuto predisporre le linee che vi serviranno per la vostra esibizione.

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La scheda tecnica non è altro che una semplice tabella che va inviata direttamente al fonico, o al titolare del locale o a chiunque abbia organizzato l’evento in tempo utile. Quello che deve contenere sono poche informazioni ma belle chiare, va poi accompagnata dallo stage plan, ma per ora concentriamoci sulla scheda.

Le colonne necessarie sono tre. Nella prima bisogna elencare gli strumenti che ci saranno sul palco. Mi raccomando citate gli strumenti non i nomi dei proprietari. Per un fonico che non vi conosce Giulio potrebbe suonare tanto la cornamusa quanto l’ocarina, se invece nella prima colonna della tabella trova scritto ukulele, non potrà certo sbagliare. Nella seconda colonna, invece, bisogna indicare se lo strumento necessita di un microfono, oppure di una DI o di una semplice connessione XLR. Quando lo strumento o la voce necessita di un microfono è bene indicare anche se si preferisce un’asta alta o una bassa. Più informazioni saranno messe a disposizione del fonico, più semplice sarà il suo lavoro e meno tempo si perderà dal vostro arrivo al soundcheck. 

Se avete una buona conoscenza dei materiali tecnici una buona idea è dare anche qualche suggerimento per la microfonazione. Ricordatevi che la scheda tecnica è il vostro biglietto da visita quindi indicate nomi e modelli con precisione. Quando si leggono cose tipo per la voce microfono Shure SM58, o Beta 58 o Sennheiser o simile, dà sempre l’impressione di un tanto al chilo. Se avete preferenze indicatele, se no lasciate che il fonico scelga il trasduttore migliore da utilizzare dalla sua (si spera) nutrita schiera di microfoni.

Qui trovate un esempio di scheda tecnica, l’ho realizzato io come fosse quella di una rock band con con voce, chitarra solista, chitarra ritmica, basso, tastiera e batteria.

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Tenete presente che il fonico, sicuramente, sarà arrivato prima di voi e quando raggiungerete la location del concerto avrà già sudato un po’. Questo non lo rende certo un eroe, sia chiaro, è il suo lavoro, ma metterlo nelle condizioni di avere tutto pronto al vostro arrivo, lo metterà sicuramente di buon umore. Quindi oltre a realizzare la scheda tecnica, ricordatevi anche di aggiornarla. Mi è capitato spessissimo di preparare il palco per una formazione di cinque elementi trovandomi poi 7-8 musicisti che mi dicono “Fammi vedere che scheda ti ha mandato Franco... Franco, gli hai mandato quella vecchia! Sì beh, dai, è quasi uguale, ma al posto della batteria abbiamo tre percussionisti con 18 strumenti ognuno...”


Lo stage plan è indispensabile!

Essere professionisti parte sempre dall’essere professionali e nulla vieta anche per chi è alle prime armi, o ai primi live, di dotarsi di tutto il necessario per presentarsi con una carta d’identità degna di un professionista. Abbiamo già parlato della scheda tecnica che va accompagnata sempre allo stage plan di cui ci occupiamo oggi. 


  Lo stage plan non è altro che un disegno, che si può realizzare anche a mano, ma meglio se utilizzando un qualsiasi programma di video scrittura (Word, Libreoffice, Pages o quello che preferite) e che mostra graficamente la disposizione sul palco della band e delle attrezzature. 

La cosa fondamentale è - come per la scheda tecnica - la chiarezza. Questa volta partiamo da un esempio grafico, uno stage plan semplice per un trio che useremo per sviscerare quali sono i punti fondamentali da seguire per realizzarne uno correttamente. 

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Prima di tutto evitate di utilizzare i nomi dei componenti della band nelle varie postazioni, o almeno, non solo quello. Se per un fonico che non vi conosce “chitarra elettrica” o “tastiera” è un’indicazione sufficiente, “Mario” e “Giovanna” significano davvero poco. Imparerà i vostri nomi (voi imparate subito il suo) o almeno ci proverà, però nella fase di allestimento deve avere a disposizione poche informazioni e ben chiare, i vostri nomi non lo sono. 

Vediamo quindi quali sono le cose fondamentali da mettere per renderlo perfetto. Quando cominciate a disegnare il piano, cominciate con il tirare una bella riga oppure un bel quadrato su cui scriverete pubblico. Questo ha la stessa funzione della bussolina che indica il nord nelle mappe geografiche. 

Il posizionamento dei vari componenti della band può essere indicato sia con una semplice scritta oppure con delle forme geometriche (meglio se delle ellissi così non si confondono con monitor, ampli ecc…). L’orientamento delle scritte o delle forme è importante e aiuta a dare al fonico un’idea precisa di quello che si troverà di fronte. Posizionati i membri della band, passiamo a posizionare i monitor. Prestate attenzione a dove li disegnerete, perché per il fonico lo stage plan è una specie di bibbia e lo seguirà (si spera) per filo e per segno. Se disegnate un monitor a destra della batteria, lì lo troverete.
Pensate sempre che se chiedete uno spostamento lo otterrete, ma il poverino dovrà probabilmente ri-tirare i cavi di alimentazione e di segnale che aveva già ordinatamente disposto per far si che non dessero alcun fastidio. Questo non metterà certo a prova la sua pazienza, ma è sempre una perdita di tempo che farà ritardare il vostro sound-check.

Disegnati i monitor, sistemate (magari con un colore diverso) gli amplificatori. È utile sapere quanti e come saranno disposti sul palco, così troverete già dei bei microfoni piazzati dalla parte giusta del palco pronti a catturare tutto quello che uscirà dai coni del vostro ampli.  

Ultimo, non certo per importanza, ricordatevi di indicare ogni presa di corrente necessaria. Basterà mettere una stellina come quelle nell’esempio, un quadratino, o qualcosa di simile. Se non scegliete un’immagine chiara, mettete una piccola legenda accanto allo stage plan e tutto andrà per il meglio. 

Come potete vedere, realizzare la scheda tecnica e lo stage plan è molto semplice. Realizzarli vi porterà via davvero molto tempo ma vi semplificherà la vita e il rapporto con il fonico. Sono consapevole che spesso nei locali o alle feste non ci si trova a lavorare con veri fonici, ma presunti tali. Questo però non giustifica il non avere le carte in regola per essere considerati professionali.
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