Sostieni Accordo
  • Accedi o registrati
  • Info e contatti
    • FAQ
    • Fai pubblicità su ACCORDO
    • Politiche di gestione dei thread
    • Regolamento di Accordo
    • Contatti e info aziendali
    • Privacy
    • Banner e ad-block
    • Servizio consulenza
    • Servizio grafico per le aziende
  • Scrivi
    • ...un post su People
    • ...un articolo o chiedi una consulenza
    • Segnala un appuntamento
  • Pubblicità
SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE

Studio vs Anima

di WilsonS [user #42009] - pubblicato il 02 ottobre 2016 ore 03:09
Salve a tutti, il presente post voleva  essere un commento al recente articolo di Ricky_Brat “Ma quale anima: è soltanto la terza minore”, ma visto che mi sono dilungato un po’ troppo, ho deciso di trasformarlo in un mio post.
Riguardo l’eterna questione Studio vs  Anima mi sono fatto la mia umilissima opinione: il problema di fondo nasce dal fatto che secondo la mia esperienza, probabilmente esistono principalmente due tipi di musicisti (con alcune vie di mezzo, naturalmente): il musicista che chiamerò logico e quello intuitivo.
Il Musicista Logico trova appagamento nell’apprendimento, la sua  cretività trae nutrimento dalla conoscenza e quindi dallo studio sempre più approfondito, anche di generi musicali ritenuti “semplici”.
Il Musicista Intuitivo trova appagamento nella pura pratica musicale, e la sua creatività ha fonti non meglio identificate (esperienza, vita vissuta, anima?).
Ora, non voglio dire quale delle due categorie sia “migliore”, de gustibus non disputandum est, fatto stà che queste due categorie esistono e si guardano con diffidenza o addirittura disprezzo, perché difficilmente un musicista intuitivo apprezzerà la produzione di uno logico e viceversa.
Detto questo, esistono generi musicali (come la musica Classica o il Jazz) che per essere suonati richiedono tassativamente uno studio musicale approfondito, altri (come il Blues, il Rock, la musica Pop in generale), che si prestano invece ad approcci differenti, più o meno logici o più o meno istintivi.
Ora, io rispetto immensamente la volontà di molti musicisti di migliorarsi attraverso uno studio musicale sempre più approfondito, quello che non mi piace è la tendenza che vedo ultimamente, di voler imporre questa visione parziale come verità assoluta, cioè che l’unica via per diventare un bravo musicista sia continuare a studiare per anni. Se questo può essere vero per alcuni generi musicali (come la musica Classica), non lo è necessariamente per altri, e la storia della musica moderna e contemporanea è piena di esempi che lo dimostrano. Basti pensare che molti dei musicisti che sono nostri idoli e ai quali ci ispiriamo hanno ammesso candidamente di avere conoscenze di teoria musicale molto blande o inesistenti.
Io credo addirittura che lo studio, oltrepassata una certa soglia, possa essere controproducente per un Musicista Intuitivo, perché potrebbe annacquare in qualche modo la sua creatività prettamente istintiva.
La mia personale conclusione è: lo studio è indispensabile per alcuni generi musicali, in altri può essere utile per alcuni tipi di musicisti, inutile o controproducente per altri. Che senso ha invogliare a studiare uno che si diverte a suonare solo con una pentatonica, che non sarà mai in grado di eseguire un brano di Paul Gilbert ma che magari suona bene quei quattro accordi e quel solo melodico e a qualcuno piace ascoltarlo così.
Il mio invito quindi è: studiate se volete, ma imparate a riconoscere ed accettare che nella musica “Pop” esistono anche altri tipi di approccio, che alcune persone hanno un talento intuitivo innato e nessuno riuscirà mai a spiegare come riescano a suonare certe cose senza aver mai aperto un manuale di musica, e che alcuni preferiscono ascoltare questo genere di musicisti. Amen.     
 

Dello stesso autore
Guitar Synth
Pulire una chitarra pitturata ad olio
È tempo di tornare (o no)?
Se manca la leva dello stand-by...
Intonazione dei bending
Integrare il Nova System
Loggati per commentare

di alexus77 [user #3871]
commento del 02/10/2016 ore 08:01:37
Ehhhhhhhmmmmmm.... no
Sono curioso: qual'e' il tuo livello di studio formale?
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 02/10/2016 ore 14:05:40
Ciao Alexus77, non so cosa intendi per studio formale, ti dirò che ho studiato chitarra moderna per circa 5 anni, con brevi intervalli in mezzo, due anni in un' "accademia" di musica moderna, poi con un insegnante privato.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 02/10/2016 ore 16:09:58
Armonia, contrappunto, analisi, composizione, arrangiamento... quanto hai studiato questi ad esempio?
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 08:17:29
Anche il musicista "intuitivo" ha bisogno dello studio,o perlomeno di certe basi,indipendentemente da cosa suoni,perchè altrimenti l'intuizione finisce proprio li dove comincia....non vai avanti di un millimetro se non sai cosa e perchè fai certe cose.
Hai generalizzato troppo e troppo superficialmente un argomento che comunque è di per se molto inportante.
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 02/10/2016 ore 14:01:0
Ciao Pietro, forse ti è sfuggito un passaggio: "Io credo addirittura che lo studio, OLTREPASSATA UNA CERTA SOGLIA, possa essere controproducente per un Musicista Intuitivo". Sono d'accordo con te, lo studio delle basi è utile per tutti e in (quasi) tutti i generi. Ma resto convinto che per alcuni approfondire troppo può essere controproducente. Io personalmente, sono convinto che suonavo meglio dopo 2 anni di studio che dopo 5.
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 15:05:54
Si i pratica volevo dire esattamente questo,poi è ovvio che si può sempre andare avanti e migliorare,grazie allo studio...ma questo dipende anche dal quanto ci si voglia impegnare,dal bisogno "musicale" effettivo che abbiamo etc..etc...se si intraprendono certe strade,effettivamente lo studio va tenuto sempre attivo,per altri territori magari ci si può fermare ad un certo punto,dipende da noi alla fine :-)
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 08:22:47
Premesso che da musicista prettamente intuitivo ,debba per forza di cose ritenere che lo studio sia importante , ma la domanda e' .....fino a che punto serve inoltrarsi nella teoria ??
Rispondi
di DottorZero [user #44787]
commento del 02/10/2016 ore 09:51:38
....Fino al punto che ti serve per quello che vuoi suonare e che ti fa star bene suonare :)
Io adesso mi sono rimesso a studiare (poco e male) perché quello che suono non mi basta più...
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 02/10/2016 ore 14:19:24
"....Fino al punto che ti serve per quello che vuoi suonare e che ti fa star bene suonare :)"
è esattamente quello che intendevo anch'io, forse non sono riuscito a rendere bene il concetto.
Rispondi
di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 02/10/2016 ore 09:52:35
Io cambierei il titolo in cultura vs intelletto ;)
io le cose di Gilbert le faccio agilmente e non ho speso nemmeno 5 minuti della mia vita in esercizi di tecnica come la mettiamo?
Poi ti diro una cosa, a me la teoria che poi per mia fortuna non è nemmeno a livelli avanzati mi ha sempre limitato, quando componevo brani sulla chitarra scartavo inconsciamente tutto cio che non conoscevo e andavo solo su scale e accordi che conoscevo e tutto cio mi limitava, adesso i brani me li compongo in testa accordi e melodia e vi assicuro che c'è n'è da ridere ( o da piangere ;)) mi serve solo una chitarra buona e se mi sento registro i vari brani che ho composto
Alla fine a me la teoria non ha fatto altro che dare un nome alla meta delle cose che facevo gia intuitivamente le altre e quelle che son venute negli anni avvenire son rimaste un mistero, o quanto meno mi le ho formalizzate sulla mia logica creandomi delle mie regolette poi nella teoria ufficiale non so come si chiamano
Alla fine stai tranquillo che la creazione vera l'originalita proviene dalle doti del cervello e non dalla cultura la cultura è passato l'intelletto è futuro
Einstein diceva che quando una cosa viene ritenuta da tutti irrisolvibile arriva un ignorante che non lo sa e la risolve e ha detto anche che se sei sicuro che una cosa non la si puo fare accadere perche combatti chi ci sta riuscendo?
L'uomo moderno oramai vive nel passato perche è passato dall'essere un leonardo da vinci in un contenitore stupido della consocenza di un leondardo da vinci
Rispondi
di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 02/10/2016 ore 10:16:43
alla fine parliamo di evoluzione, l'evoluzione dell'uomo non dettata piu dalla natura che ne sa piu di noi ma dall'uomo stesso, solo Dio che sa davvero tuttto puo permettersi il lusoo di diventare stupido, l'uomo no, ma il nostro habitat artificiale ci forgia ogni giorno verso la direzione di contenitori stupidi di informazioni premiando chi è capace di stare 8 ore al gionro a immagazzinare dati, anche ingegneria che sembra una facolta tutta da capire richiede sforzi mnemonici da andare alla neuro prima di poter iniziare a capire davvero qualcosa e allora?
E allora se l'uomo avesse seguito gli indizi che Dio ha lasciato dispersi nella realta avrebbe capito che la cultura uccide l'uomo, cosa voglio dire con questo aboliamo le universita non studiamo piu? e cosi l'iphone 10 non lo inventera nessuno perche ad ogni generazione dovremo iniziare da zero e nessuno in una sola vita arrivera al nostro grado di conoscenza tramandato da generazioni in generazioni ok, ma nessuno ha pensato che se ci fossimo evoluti sulla intelligenza oggi saremmo piu intelligenti invece di essere piu colti e magari assieme a teorimi basilari come quello di pitagora avremmo scoperto nuovi teoremi basilari che avrebbero cambiato toalmente la nostra matematica nelle basi, insomma il genio che oggi manca per rivoluzionare alla base le cose e oggi non avremmo l'iphone 10 da fighettino non avremmo facebook ma avremmo congegni che ci fanno comunicare telepaticamente e potenziano lo nostre abilita cerebrali e saremmo sopratutto una societa di persone e non di automi
Evoluzione la cultura ci ha portati alla morte cerebrale, è per questo che se venisse qui un uomo vecchio stampo che vi verrebbe a castigare ed umiliare talmente siete arroganti e soffrite di delirio di onnipotenza che invece di inchinarvi e imparare lo distruggereste perche oramai come specie siamo alla frutta, peccato avremmo poetuto evoleverci ancora per milgliaia e migliaia di anni e invece siamo al capolinea, ma gari ci riuscira l'uomo 2.0 dopo la nostra estinzione
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 02/10/2016 ore 10:24:13
"Io le cose di Gilbert le faccio agilmente e non ho speso nemmeno 5 minuti della mia vita in esercizi di tecnica come la mettiamo?"

Con questa frase hai vinto.
Impossibile replicare in alcun modo.
Se fosse anche lontanamente vera saresti il nuovo fenomeno della chitarra rock mondiale.
Numero uno! :-) :-) :-) :-)
Rispondi
di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 02/10/2016 ore 10:38:26
libero di non crederci io sono 20 anni che improvviso sui dischi , mai fatto esercizi
Adesso andatevi tutti a spezzare il manico e buttatevi in realta stimolanti per il cervello invece di andare a scuola a studiare
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 12:58:14
Ciao Iconoclast ! Io ho sentito le tue cose e sei maledettamente veloce ..anchi'io ero maledettamente veloce come te finche 'ho capito l'importanza della parola solfeggio!
Minchia ........tutto da rifare caro mio .............
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 03/10/2016 ore 09:43:53
no ho capito... in che senso?
intendi dire che gli manca ritmo? sono solo curioso di capire cosa volevi dire.
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 15:07:47
Dale mi hai levato le parole di bocca :-)
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 02/10/2016 ore 11:12:16
Uhhh... Che argomento complesso! Dovremmo cominciare da definire la parola studio... Cosa intendiamo? Impararsi a memoria le diteggiature di una scala su è giù? Oppure studiare un libro di armonia? Oppure studiare un pezzo del nostro musicista preferito? La musica è una forma di espressione, ed è connessa alla storia musicale, culturale e non, del musicista. Se uno ama il blues e lo vuole suonare, sicuramente cercherà di tirar giù a orecchio i pezzi che gli piacciono... Non è studiare quello? La teoria permette di dare un nome a ciò che suoni. Ed è così per tutti i generi. Anche nel jazz... Vedi Wes Montgomery che tirava giù a orecchio i soli ci Charlie Christian, Charlie Parker e gli accordi di piano senza conoscere nemmeno le sigle. Dire che non abbia studiato però... Magari non ha avrà saputo la teoria per dare i nomi a ciò che faceva. Comunque il discorso è lungo ed annoso... Ciao Fab
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 02/10/2016 ore 11:22:54
Questo ragionamento è quello che, fino ad ora, condivido maggiormente.
Rispondi
di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 02/10/2016 ore 11:26:49
alla fine la gente deve capire che i neuroni sono contati non infiniti, o li spendi per memorizzare l'impossibile o li spendi per crare nuove sinapsi intellettive e costruire il tuo genio creativo
La cosa migliore sarebbe di studiare solo la sostanza delle cose riducendo ai minimi termini le cose da imparare a memoria, tutto il contrario di cio che ti fanno fare in accademia che ti costringono a imparare a memoria fino quanti peli del culo hai e a dare un nome ad ognuno di loro manco fossi un handicappato, ma se ti insegnassero la sostanza staresti al massimo un paio di mesi prima di aver attinto tutto il loro sapere e poi come ti spillano soldi per gli anni a venire?
Alla fine io ho parlato di cose in un mondo ipotetico ideale, oggi un artista non ha bisogno di essere un genio non ha bisogno di essere un grande non ha bisogno di aver vissuto una vita che vale la pena raccontare, oggi i big la musica se la fanno fare tutti da altri e l'unione fa la forza come se io mi mettessi la foto di qualcun altro e diventassi famoso per quella faccia, oggi è tutto falso e finalizzato al denaro quindi le mie parole troverannno nelle persone succuube del sistema pochi ascoltatori
Rispondi
di xstrings utente non più registrato
commento del 03/10/2016 ore 09:17:24
tristemente vero
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 02/10/2016 ore 14:14:16
Ciao Fab, giusta osservazione, nel mio post con la parola "studio" intendevo quello teorico. Detto questo, sono d'accordo che anche imparare un brano o tirare giù i fraseggi a orecchio sia una forma di studio.
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 02/10/2016 ore 14:56:5
Ciao a tutti e grazie per aver letto e commentato. Pietro mi ha fatto notare che ho un po' generalizzato, quindi volevo fare alcune precisazioni:

1- Innanzitutto voglio precisare che ho studiato chitarra moderna per circa cinque anni, quindi non parlo per appartenenza alla categoria di chi non ha mai studiato, semmai col senno di poi di chi si è reso conto di aver studiato "troppo" per quelle che erano le sue esigenze musicali.
2- Quando nel post parlo di "studio" intendo quello teorico. Detto questo anche imparare una canzone è una forma di studio, e magari molti musicisti intuitivi riescono a fare a meno di uno studio teorico formale perché riescono a dedurre le regole di teoria che gli servono dai brani che imparano.
3- Sono d'accordo che anche il musicista intuitivo abbia bisogno di certe basi, ma come ho scritto sopra, magari queste basi riesce a coglierle dall'ascolto o dai brani che suona, senza bisogno di affrontare uno studio tradizionale;
4- Per altri musicisti può essere utile intraprendere un percorso di studio "tradizionale" (frequentare una scuola o un insegnante privato), ma studiare più di quello che serve per quello che materialmente suoniamo o più di quello che il nostro cervello può assimilare (perché non abbiamo tutti lo stesso grado e tipo di intelligenza), può fare più male che bene, e qui dovrebbe intervenire anche la saggezza dell'insegnante che dovrebbe capire che esigenze ha il suo allievo, ma come scritto in altri termini da Iconoclast76, questo spesso non avviene;

In conclusione, ci sono alcuni musicisti che magari non sono eccezionali, ma quello che suonano lo suonano bene, sono piacevoli da ascoltare e hanno qualcosa di originale da dire. Magari non hanno una mente adatta ad affrontare uno studio teorico approfondito e l'intestardirsi in questo perché tutti intorno gli fanno credere che sia indispensabile, può semplicemente privarli di quell'originalità che avevano, senza apportare grandi risultati.
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 15:20:16
Te l'ho fatto notare proprio perchè l'argomento è talmente vasto che andrebbe affrontato con le molle,comunque si fondamentalmente le casistiche sono queste,i "musicisti" che conosco o ho conosciuto io,quelli che ci campano,in genere hanno basi solide,e ogni tanto si danno pure una "rinfrescata",poi la cretività personale se c'è esce fuori altrimenti restano "scolastici";chi va solo per istinto,può anche essere bravo ci mancherebbe,ma rimane confinato in un ambito molto ristretto,imho.
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 15:04:53
Purtroppo ha ragione WilsonS nel senso che la teoria e la tecnica uccidono l'inventiva perchè ti muoverai sempre in modo didattico nelle composizioni e non avrai il "lampo di genio" proprio di chi non conosce la musica che rende il suo pezzo speciale...
In effetti se pensiamo che i più grandi chitarristi di sempre non sapevano cosa cacchio facevano sulla tastiera e che però hanno composto brani indimenticabili (anche se lo "sballo" ha avuto la sua grande importanza)...
Dall'altra parte ci sono milioni di chitarristi ipertecnici all'inverosimile che però non producono niente di esaltante (mia opinione personale) e che si somigliano tutti...
Ancora oggi se voglio stare bene ascoltando musica non posso che rivolgermi alle vecchie cose, naturali e istintive ma piacevoli alle orecchie piuttosto che super-tecnici che al 2° minuto dopo 1.000.000 di note ultraveloci mi ha solo scocciato!!!
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 15:13:29
"Purtroppo ha ragione WilsonS nel senso che la teoria e la tecnica uccidono l'inventiva perchè ti muoverai sempre in modo didattico nelle composizioni e non avrai il "lampo di genio" proprio di chi non conosce la musica che rende il suo pezzo speciale..."
Non condivido assolutamente,se hai le basi "poi" sviluppi su quelle fondamenta la tua creatività,se non le hai vai a casaccio e magari imbrocchi qualcosa,ma la musica è talmente vasta che puoi imbroccare bene solo se fai roba semplice (rockaccio e blues superficiale) altrimenti non vai lontano.Poi tu confondi la "tecnica" esecutiva con le basi dell'armonia e la conoscenza delle meccaniche che stanno alla base della musica Occidentale,non è mica la stessa cosa ;-) Con "studio" si intende questo non la capacità di sfornare note alla velocità del suono.
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 16:06:27
Non condividere è lecito... Anche io non condivido il tuo discorso...
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 17:21:23
Si ma qui non è questione di avere opinioni diverse ma di buon senso :-)
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 18:00:42
Si infatti il buon senso è il tuo... io mi arrendo perchè non ne ho...
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 03/10/2016 ore 02:30:41
Bravo.... :-)
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 02/10/2016 ore 17:02:03
------------Purtroppo ha ragione WilsonS nel senso che la teoria e la tecnica uccidono l'inventiva perchè ti muoverai sempre in modo didattico nelle composizioni e non avrai il "lampo di genio" proprio di chi non conosce la musica che rende il suo pezzo speciale-------

Vallo a dire a Duke Ellington.
Non me ne volere ma questa è una delle più grandi caz..te dette dalla nascita della terra.
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 17:12:43
Non te ne voglio per niente... Ma questa cosa la affermi tu che giustamente eri presente alla nascita della terra... Quindi se tanto mi dà tanto ne avrai dette molte più di me!!! :)
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 02/10/2016 ore 17:20:1
Questa è una non risposta e lo sai ( spero) mettiamo che mi fossi fermato a vallo a dire a Duke Ellington, aggiungiamo anche Frank Zappa per essere un pò più contemporanei, quale sarebbe stata la tua risposta senza la frase finale ?
..-
Non me ne volere ma questa è una delle più grandi caz..te dette dalla nascita della terra.---
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 18:03:23
Confermo che voleva essere una non-risposta alla tua non-domanda... Per quanto riguarda la nascita della terra non devi parlare con me ma con uno studioso della materia... Io sono terra terra...
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 02/10/2016 ore 18:10:26
Stai continuando a non rispondere, le cose sono due, o non sai cosa dire o sei d'accordo con me, ti rifaccio la domanda e lascia stare la battuta sulla cazzata più grande della terra.
Ti richiedo : quando affermi che
------------la teoria e la tecnica uccidono l'inventiva perchè ti muoverai sempre in modo didattico nelle composizioni e non avrai il "lampo di genio" proprio di chi non conosce la musica che rende il suo pezzo speciale-------

Vorrei sapere cosa ne pensi di gente come Ellington e Zappa che erano dei geni assoluti e che la teoria potevano anche insegnarla, ci sarebbero centinaia di altri esempi ma mi fermo a loro.
Sai darmi una risposta seria ?
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 18:51:35
Ma come posso darti una risposta seria se la tua domanda non è seria!!! E' chiaro che ci sono centinaia di esempi a tuo favore e centinaia di esempi a mio favore... Il succo è che quando uno va a comporre qualcosa se ha studiato melodia, solfeggio e altro sarà portato a comporre su arrangiamenti e giri musicali che fanno parte delle cose che ha studiato... Non gli potrà mai venire in testa di comporre "Smells like teen spirit" o "Foxy Lady"!!!
Ma non perchè non è bravo ma solo per il fatto che conosce la teoria, la melodia ecc ecc e un giro astruso come quello dei Nirvana (il primo che mi viene in mente) non gli può venire perchè lui pensa in altro modo!!!
Spero di essermi spiegato chiaramente altrimenti... frega una cippa!!!
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 02/10/2016 ore 19:23:04
La mia è una domanda seria, è la tua affermazione di questa novella che chi studia troppo perde la creatività che non è seria, chi è creativo è creativo, che studi o no.

----------Il succo è che quando uno va a comporre qualcosa se ha studiato melodia, solfeggio e altro sarà portato a comporre su arrangiamenti e giri musicali che fanno parte delle cose che ha studiato---------

Di solito si studia armonia e solfeggio non melodia.

Gli accordi alla fine gira e rigira sono quelli, se vuoi uscire dagli schemi armonici uno scrive una progressione modale cosa molto usata in tutta la musica oggi giorno e non solo nel jazz come era prima.

Molta musica punk che è la musica non accademica per eccellenza è basata sugli stessi giri armonici tonali di sempre quindi di che parliamo.

John Zorn ha studiato jazz classico ma col cavolo compone su progressioni di II-V-I come spesso è successo nel jazz.

Il punto è che no non c'è bisogno di studiare armonia moderna avanzata per essere creativi ma allo stesso tempo chi la studia non è detto che diventi una macchina tecnica che butta in musica gli esercizi che ha studiato senza metterci del suo, succede ma non è una regola.

Esistono musicisti pieni di nozioni che rompono le regole classiche, il jazz è sempre stato un panorama musicale di riferimento per queste cose, ed anche la musica classica, molto più del rock.
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 03/10/2016 ore 05:53:24
Infatti John Zorn è famoso per aver scritto brani "speciali" e tutti conoscono i suoi pezzi famosi... Non hai afferrato il concetto che volevo esprimere e continui a rintuzzare ogni cosa che scrivo col solito piglio del "so tutto io e ho ragione"... Io non so niente e ho torto quindi inutile continuare la "discussione"... Chiudo.
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 03/10/2016 ore 11:30:12
Il tuo concetto è questo, non è molto difficile da capire.

------------la teoria e la tecnica uccidono l'inventiva perchè ti muoverai sempre in modo didattico nelle composizioni e non avrai il "lampo di genio" proprio di chi non conosce la musica che rende il suo pezzo speciale-------

Ne hai appena aggiunto un altro assai banale, questo.

----Infatti John Zorn è famoso per aver scritto brani "speciali" e tutti conoscono i suoi pezzi famosi.-----

Il fatto che non abbia scritto brani famosi non significa che non sia un grande artista creativo, queste sono le regole fondamentali da non applicare per giudicare un artista altrimenti non si è capito nulla.

Non so tutto io ed ho ragione, è che quando dici che non ho afferrato il concetto che volevi esprimere non riesci a spiegare bene quale sia se dici che è diverso da quello che ti ho fatto notare nei tuoi commenti precedenti.
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 03/10/2016 ore 12:28:59
I miei concetti sono banali e fino a qui ci può anche stare... Io non ho il verbo e le certezze e quindi và da se che posso sbagliare e ti invidio perchè tu al contrario di me hai solo certezze e nessun dubbio (beato te)... Ma ti è mai venuto il "dubbio" che se i miei concetti sono così banali non ha senso per te rispondermi?!? Perdi solo tempo che potresti impiegare per altre cose più importanti e di conseguenza fai perdere tempo anche a me nel risponderti... Ti saluto e "Buona Musica".
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 03/10/2016 ore 13:17:31
Non è questione di avere dubbi o certezze, non c'entra niente, qui stiamo parlando di come e quando definire un artista creativo e quello che io trovo improponibile sono i tuoi parametri di giudizio, cioè se uno studia teoria e e tecnica diventa troppo didattico e perde di creatività e se uno non scrive brani di successo non è un creativo.

Questi due concetti per me sono tutto quello di sbagliato e dannoso che ci possa essere per giudicare un artista, se credi che sia la regola mi dispiace per te e per la musica soprattutto.

Non sto perdendo tempo a risponderti, questo è un forum creato per fare queste cose, se lo sto facendo vuol dire che mi interessa.

Puoi sempre non rispondermi, probabilmente interessa anche a te.
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 03/10/2016 ore 15:17:36
Continui ad asserire che quello che dici tu è giusto e quello che dico io è sbagliato...
Io ho ammesso di non possedere il verbo per giudicare ma tu esageri e non poco nel non farlo!!!
Addirittura ti dispiace per me e per la musica... ah ah ah ... Stai tranquillo e non dispiacerti per me... per la musica stai sicuro che continuerà ad esistere (buona o cattiva che sia) anche senza la tua approvazione... E (aggiungo) meno male...
PS: comunque questa "discussione" non è stata del tutto inutile e ne farò tesoro per il futuro... nel senso che è servita a farmi scremare ancora di più gli avatar a cui non debbo rispondere per nessuna ragione al mondo... (Non amo le discussioni che vanno a senso unico e che si protraggono più del solito... preferisco ascoltare la musica).

CODA

Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 03/10/2016 ore 15:49:00
Hai vinto te, non ci sono dubbi.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 02/10/2016 ore 17:53:42
Come ha già detto "fa", esistono due tipi di studio: quello accademico e quello basato sull'esperienza.

Passare anni a suonarti le cose che ti piacciono, farti l'orecchio tirando giù le parti, suonare insieme agli altri rubando cogli occhi (e le orecchie) a chi ne sa di più. Tutto questo senza saper dare un nome a quella scala suonata tante volte.
Ritengo questo tipo di studio il più prolifico, nella musica leggera, blues, jazz. Mi viene in mente J.Beck che pur non sapendo un'acca di teoria, ha suonato con mostri sacri del jazz.
Per contro, lo studio accademico è indispensabile nel classico (anche perchè sennò ti bocciano ad ogni esame!).

Ad ogni modo, più ne sai, meglio è. Eh?!!! No! Forse la spontaneità nello scrivere musica (comporre) rende più di un cervello pieno di nozioni....?!

Quello che ho notato spesso tra gli accordiani (e nel mondo reale), è che molti non accettano chi riesce non studiando, o perlomeno non studiando sui libri. Basta leggere i commenti a Schofield. Questa cosa mi sembra trapeli una forma di invidia o, volendo essere buoni, ignoranza. Altrimenti, vorrebbe dire aver cancellato decenni di musica scritta e suonata da gente "ignorante", non aver minimamente considerato che esiste gente come Brian Eno. Mah...

Inoltre, va ricordato che esiste un talento naturale, e su questo va chinata la testa e basta, silenzio e ascoltare!
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 02/10/2016 ore 21:20:48
Grazie Guycho, hai colto in pieno lo spirito del mio post!
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 03/10/2016 ore 12:52:49
Concordo e integro: chi suona per se stesso può permettersi di non conoscere il linguaggio musicale convenzionale che, invece, è indispensabile se si vuole suonare per altri. Per fare il "manovale della musica", il turnista, il sessionman è necessario se non indispensabile poter comunicare in modo univoco con gli altri musicisti, parlare una stessa lingua universalmente comprensibile. Se invece si suona nel proprio contesto, o per sé stessi, si può tranquillamente suonare ignorando il linguaggio convenzionale.

Perchè alla fine di questo si tratta: per suonare bene lo studio è indispensabile, qualunque cosa si suoni. La differenza sta nel linguaggio con cui si ragiona la musica. Può essere un linguaggio innato, spontaneo e non codificato o un linguaggio accademico, standardizzato, univoco e convenzionale.

In soldoni, se devo parlare in casa mia, posso parlare in dialetto; se devo scrivere su accordo, son costretto a parlare italiano per essere compreso.

Poi ovviamente ci sono i poeti, che sanno usare il loro " dialetto" musicale per creare bellezza universalmente riconosciuta e di conseguenza vivono al di sopra dei limiti della lingua. Tra questi i vari Schofield, Beck e compagnia... Suonante :)

Chi pensa invece di poter suonare bene restando nella propria ignoranza non ha speranze di divenire musicista degno di nota.

Non importa che lo si faccia in modo accademico o spontaneo, lo studio è indispensabile come indispensabile è che lo studio sia al servizio della musica, finalizzato al raggiungimemto del proprio obiettivo
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 02/10/2016 ore 18:23:04
Per tagliare la testa al toro....secondo voi a quale categoria appartiene questo chitarrista !!
Secondo me e' di Alphacentauri !!!!vai al link
Anzi e' Wolverine....si e' proprio Wolverine !!!!!!!
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 02/10/2016 ore 20:14:49
Che il talento naturale sia didattico o autodidatta non cambia molto per il risultato finale - purché si suona musica consona a proprie asiprazioni e potenziale. La faccenda dell'anima è più complicata dato che non c'entra con la musica.
Rispondi
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 03/10/2016 ore 15:44:25
Questo meme riassume la realtà che fa incazzare tutti i chitarristi (meno male che io non sono un chitarrista).
vai al link
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 03/10/2016 ore 16:21:14
AH CHE RISATA!!! Dunque, faccio un print per chi passa - tanto per lo sballo - e mando un pò in giro per amici. Tu farai instant repeats ogni tanto del tuo annuncio pubblicitario per il tuo link. Il mio annuncio agli amici è "questa caricatura vi spiega in un solo disegno in che mondo mi trovo"! Per i musicisti è da inquadrare sperando vi sia una versione hi-fi da piratare. Ripeto, risata a squarciagola. Grazie!
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 02/10/2016 ore 21:20:17
Capita la definizione di "studio", inteso come studio della teoria, direi che è utile..... purché le cose che si studiano siano considerate come una possibilità, non come incise nella pietra. E a mio parere bisogna studiare argomenti affini a quello che si suona. Se uno suona heavy metal, magari è interessante che studi la minore armonica o alcuni modi... Insomma qualcosa che possa ampliare il suo bagaglio e possa utilizzare. Se uno suona blues, potrebbe essere interessante studiare alcune estensioni degli accordi di dominante... E così via. Se uno suona pop, mettersi a studiare musica dodecafonica probabilmente non è molto utile... La teoria ha senso se funzionale a ciò che si suona e per interagire con altri musicisti. Almeno secondo me. Ciao Fab
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 02/10/2016 ore 21:33:12
Caspita, non immaginavo di sollevare un tale putiferio, ringrazio ancora tutti per aver letto e commentato, anche e soprattutto chi è in disaccordo con me ma ha espresso le sue opinioni in maniera educata e civile.
Io abbandono la discussione, ultimamente sto passando più tempo a scrivere che a suonare, e questo non va bene :)
Vi lascio con un brano e un'intervista di uno dei miei idoli, di cui porto il nick name, Steven Wilson, uno che non scrive (solo) canzonette ma anche roba abbastanza complessa, il quale ha recentemente ammesso di non saperne proprio molto di teoria musicale...
Il punto dell'intervista che tocca la questione che abbiamo discusso è circa al minuto 17.
vai al link
Buon ascolto!
vai al link
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 03/10/2016 ore 00:03:40
studio o anima?
anima..
se uno sente nell'anima di fare musica preparandosi studiando, lo faccia..
se no non lo faccia ..
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 03/10/2016 ore 02:59:29
Come la vedo io, e scusate se son brusco...
- non esistono strumenti economici miracolati che suonano come i "castom sciop"
- similmente, non esistono musicisti miracolati che compongono come Mozart pur essendo illetterati
Il resto sono leggende metropolitane. Prima la facciamo finta di provare a convincere e convincerci che le cose non stiano cosi', prima faremo pace con i nostri sensi ed ambizioni, e cominceremo a concentrarci su quello che conta: studiare, e farsi un rig decente.
Rispondi
di mi_diverto utente non più registrato
commento del 03/10/2016 ore 05:40:28
10 min di applausi :-)
Esattamente il brusco che ci vuole.
Sono pigro, e studio poco. Mi rendo perfettamente conto che è un mio limite.
Mi accontento di strimpellare nelle sagre di paese, e me la godo. Se "fossi"studiato di più sarei con Colombo in Rai, o su palchi importanti.
Tutti Van Halen qui, ma bravi solo in cameretta o in sala prove con i compagni di merende.
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 03/10/2016 ore 16:31:24
Mozart componeva musica classica e come ho scritto nel post, ritengo che per suonare quel genere di musica lo studio sia indispensabile.
Per quanto riguarda le leggende metropolitane, ti rimando al minuto 17:30 di questa intervista vai al link in cui Steven Wilson, uno dei piu' eclettici e acclamati compositori degli ultimi anni, ammette candidamente di non aver studiato un'acca di teoria musicale. Se non conosci la sua musica, spero tu colga l'occasione per scoprirla perche' merita.
Se no, ti basta sfogliare un po' di biografie di molte leggende delle musica "leggera" per renderti conto che esistono molti musicisti "ignoranti" che hanno composto capolavori.
Se poi qualcuno ha l'ambizione di comporre come Mozart, allora fa benissimo a studiare per carita'. Ma io parlavo di musica "pop". Ciao.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 03/10/2016 ore 17:52:3
Intanto una precisazione storica: quella di Mozart era anche musica "pop" di un tempo. Il fatto che la strumentazione, i metodi competitivi e la conoscenza teorica media si siano ridotti non vuol dire che la tua tesi sia corretta.
Conosco Wilson, ascoltavo i Porcupine Tree una ventina d'anni fa. Francamente, come citazione, e' ben poco conclusiva. Dunque un noto musicista che non sa leggere o interpretare spartiti e che compone senza sapere che accordi sta suonando, ma solo perché' sente un certo suono in testa, ha detto che per lui la migliore musica rock e' stata scritta da illetterati come lui. Tanta roba. Io non dico che non si possa scrivere qualcosa di buono senza nozioni teoriche. Quello che dico e' che e' come riuscire a costruire un grattacielo senza capire molto oltre ai concetti elementari di matematica. Magari ce la fai, magari e' anche bello da guardare e ci sara' pieno di gente che viene a fotografarlo, ma un ingegnere o un architetto ti guarderanno storto e potranno farti un elenco dettagliato di tutte le cose sbagliate o superficiali che hai fatto.
Lo stesso vale per la musica, e francamente si può dire di Wilson stesso. Sento spesso musicisti illetterati dire di aver composto grande musica, e ascoltatori senza educazione concordare ed esaltare il loro nuovo idolo. Poi uno con un po' di conoscenza di teoria ascolta il pezzo e ti dice che e' l'ennesima variazione di un 1-4-7-3-6-2-5-1 con un paio di alterazioni scontate ed una melodia banale che segue giusto la fondamentale, e magari un tempo dispari che fa figo, fa tanto sofisticato, giusto per impressionare... e la gente si infuria, dice che e' un capolavoro...
Certo, c'e' pieno di musica orecchiabile o anche bella che da un punto di vista strettamente teorico e' semplicissima. Ma occhio, quello che dico io non e' che la semplicità non sia bella, ma che la semplicità senza nozione ed intenzione e' inutile. Chi compone intenzionalmente qualcosa di semplice, cosa difficile da fare, sa scrivere bene. Chi compone qualcosa di complesso senza capire che sta facendo, non sa comporre. Chi compone roba semplice senza capirci nulla, in genere scrive banalità, e questo e' il bulk del pop più scarso o di tante band emergenti che fanno musica originale. Per me, da un punto strettamente analitico, Wilson rientra nella seconda categoria, assieme a molta altra gente. Una cosa di cui sono certo e' che se avesse studiato sarebbe stato in grado di sviluppare le sue intuizioni ancora meglio.
Nota finale, c'e' pieno di gente che scrive musica pop che ha anni di formazione alle spalle, e scrive senza metterci la faccia o spesso il nome.
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 03/10/2016 ore 20:39:15
Il fatto che tu paragoni la composizione musicale alla costruzione di un grattacelo mi fa capire che siamo lontani anni luce: un grattacelo prima che bello deve essere funzionale e soprattutto rispondere alle leggi della fisica e stare in piedi, non si può dire lo stesso per la musica e l'arte in generale che dovrebbe obbedire solo a una regola: la bellezza.
Magari un pezzo è solo "l'ennesima variazione di un 1-4-7-3-6-2-5-1 con un paio di alterazioni scontate ed una melodia banale che segue giusto la fondamentale, e magari un tempo dispari che fa figo, fa tanto sofisticato", ma magari tutto questo è molto bello e piacevole di ascoltare. Per gli illetterati come me, ma anche per ascoltatori più colti te lo assicuro. Tu col tuo ascolto analitico potrai trovare nella musica "pop" o pseudo-colta composta da illetterati tutte le cose approssimative o superficiali che vuoi, ma a me come a molta altra gente continuerà a piacere, perché l'arte non è solo matematica applicata. Se fosse così un giorno un software potrebbe comporre il brano perfetto e definitivo, e addio ai musicisti. Tieni conto poi, che la musica pop è musica concepita soprattutto per gli illetterati come me, che continueranno ad amare quelle "alterazioni scontate" e quella "melodia banale", nonostante i detrattori.
Poi, io ammetto diversi casi e possibilità, riconosco che per alcuni musicisti e generi musicali lo studio possa essere fruttuoso, per altri no, che ad alcuni possa piacere la musica suonata dai primi e ad altri quella suonata dai secondi. Tu parli come se possedessi la verità assoluta in tasca, hai deciso tu cos'è inutile, chi sa scrivere, chi non sa comporre...
Beh visto che ormai è evidente che parliamo due lingue diverse, trovo sia inutile continuare questa discussione, a questo punto ti auguro di essere fra quelli che sanno comporre e di trovare tanti che la pensano come te e che apprezzino quello che suoni.
Ciao, questa volta davvero.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 03/10/2016 ore 22:07:39
" la semplicità senza nozione ed intenzione e' inutile"

Non vedo perchè.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 03/10/2016 ore 23:18:21
Paragone con le arti visive: è come la differenza tra un Mondrian e un bambino che colora quadretti.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 03/10/2016 ore 23:39:28
Scusa, ma è un paragone insensato. non stiamo parlando di uno che schiaccia i tasti del pianoforte a caso, ma di gente come Dylan, Lou Reed, Brian Eno e tanti altri che hanno studiato un linguaggio totalmente diverso da quello che è lo studio accademico.

Holdsworth è complicato e tecnicissimo, ma non è più bello da ascoltare di Tom Verlaine o più ispirato di The Edge.

Nessuno pensa che Bob Dylan possa scrivere una partitura zappiana, ma questo non ha nulla a che vedere con l'arte.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 05:48:52
Calma, come ho detto, non confondiamo semplicità/complessità con non-studio/studio, o con brutto/bello. Questi dualismi sono estremi, la realtà cade in un continuo di questi valori, e comunque con spiegazioni ben più sofisticate. Va poi detto che la complessità non e' necessariamente un prodotto di una forte preparazione, come la semplicità non e' necessariamente il prodotto di una assenza di nozioni. Anzi, spesso chi si sforza di scrivere cose complesse, e' proprio chi non ha la preparazione necessaria per ridurre un concetto compositivamente complesso in termini semplici, che e' forse la cosa più difficile da fare.
Ora, un pezzo può piacere o meno, ma questo dipende anche da come la qualità del compositore/esecutore si appaia a quella dell'ascoltatore. Esempio: i cani che escono fuori da show tipo Amici e simili sono buoni giusto a latrare, ma un ascoltatore senza preparazione che non sa distinguere un latrato da musica vera griderà al miracolo.
Nel mondo della vela si dice che andare in barca e' 95% preparazione e 5% esecuzione. Lo stesso concetto si può applicare alla musica ed alla composizione: 95% e' studio, 5% e' esecuzione. Il fatto che poi uno piaccia non ha nulla a che vedere con la qualità musicale compositiva. Dylan ad esempio, musicalmente e' alquanto inutile a mio avviso, e pure vocalmente direi, ma alla gente piace. I gusti non hanno nulla a che vedere con la qualità musicale, ma la musica, come scienza (perché e' una scienza) ha regole ben chiare, sviluppate nel corso dei secoli, e ancora oggi valide, anche se ignorate dai più perché lo studio di queste regole e dei meccanismi compositivi sono scarsi... questo non toglie che le regole valgano comunque, e certo, uno può applicarle inconsciamente, ma la bellezza del risultato dipende dall'applicazione di queste regole. Quindi l'intenzione differenzia l'artista dall'amatore. Dirsi che esiste una "anima" che può essere forte quanto lo studio e' come raccontarsi che si può essere ingegneri senza capire un'acca di matematica elementare: possiamo raccontarcelo finche' vogliamo, ma la realtà e' ben altra.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 07:31:07
Per me, e molti altri, la musica non è una scienza. Non esistono regole esatte perchè è una arte e fa leva sull'emozione. Se non c'è questo presupposto non ci incontreremo mai.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 07:33:05
No, per te non e' una scienza ma non perché in realtà non lo sia, ma semplicemente perché non ne capisci e non ne studi le regole. Quindi si, finche' non studi, non ci incontreremo, ma la realtà non cambia, indipendentemente dalla tua volontà di accettarla.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 13:11:56
"perché non ne capisci e non ne studi le regole"

Pure tu? Ma è un complotto!

Ma chi ti dice che non l'ho fatto? Ho studiato teoria solfeggio ed armonia per anni e ancora la studio.
Ma siete forti voi maniaci dello studio eh... date tutto per scontato. Scendete dal piedistallo.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 15:2
Scusa la franchezza, ma se hai studiato armonia per anni e ancora non hai capito perché la musica è anche scienza, allora hai buttato via del tempo.
Non sono un "maniaco dello studio", ma non applaudo chi dice che l'ispirazione di un analfabeta è arte. Non funziona così nelle altre arti, ed è ora di smetterla di raccontarsi fregnacce anche per la musica.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 16:55:08
Primo: se quello che ho studiato mi è servito, non è tempo buttato. Deve servire a me, non a te.

Secondo: quali fregnacce? Da wiki: "L'arte, nel suo significato più ampio [...] ...espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, ABILITA' INNATE o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'ESPERIENZA. ."
La musica è ARTE. In tutte le arti funziona così, puoi studiare pittura per dieci vite poi arriva Fontana e con un taglio su tela viene dichiarato artista, mentre tu stai ancora lì a elucubrare sui tuoi libri (e fallimenti).
La scienza può tudiare i fenomeni acustici, definire una serie di intervalli dissonanti, catalogare gli armonici secondari, ma non può spiegare l'effetto che questi suoni hanno sulle emozioni. La teoria musicale può insegnarti il circolo delle quinte, ma poi, se non hai la scintilla, te lo dai in faccia.
Pensa a quando "l'occidentale acculturato" scopriva che in africa suonavano ritmi e armonie a lui sconosciuti, o considerati errati come la 5a diminuita, e tutta la "scienza" infusa andava a farsi fottere.

Nessuno dice che bisogna restare ignoranti, io stesso cerco di apprendere più possibile, ma non è indispensabile studiare Piston e Aebersold per fare BELLA musica. Lo è per fare musica complessa, ma complesso non è uguale a bello.

E quando ho incontrato un "analfabeta" musicale (e ne ho incontrati tanti) che però aveva quell'intuito e quello spessore che tanti scolaretti da conservatorio si sognano, non ho rosicato e ne ho preso atto, facendogli i miei complimenti.

Piu sopra dici "I gusti non hanno nulla a che vedere con la qualità musicale" ... ti rendi conto che cadi nel paradosso?
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 18:08:41
Perfetto, ricevuto: prendo atto della tua ignoranza che ti impedisce di capire di che sto parlando.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 18:37:06
Vedi, l'ignoranza sta proprio in chi è convinto di sapere tutto lui, pur non avendone poi nessun titolo, e offendere l'interlocutore perchè non ha più argomenti. Io non ti avevo dato mai dell'ignorante, mentre tu hai dato tutto per scontato. Rifletti su questo.

p.s. siccome non sono uno che porge l'altra guancia, ti domostro più sotto che so darti del'ignorante anche io. Devo dire che è molto facile.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 18:05:27
Nel commento più sopra, scrivi anche cose molto sensate, come "on confondiamo semplicità/complessità con non-studio/studio, o con brutto/bello." . Ma arrivi a conclusioni che non sono coerenti con quello che asserisci.

" cani che escono fuori da show tipo Amici e simili sono buoni giusto a latrare, ma un ascoltatore senza preparazione che non sa distinguere un latrato da musica vera griderà al miracolo."

Siamo daccordo anche qui, ma questa preparazione non è lo studio della "scienza" musicale, come tu la definisci. Si tratta di educazione all'ascolto, che non ha nulla a che vedere con la preparazione del musicista. L'ascoltatore non deve sapere cos'è la cadenza plagale, ma può avere un gusto raffinato ed apprezzare musica più sofisticata. Questa qualità viene coltivata con l'interesse, la passione (che genera curiosità) e l'educazione all'ascolto.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 18:12:30
Non solo. A parte l'educazione all'ascolto , che comunque aiuta ad affinare il gusto, c'è anche la conoscenza dei principi su cui si basa la musica occidentale, i principi di armonia che abbiamo consolidato negli ultimi secoli e che ancora oggi sono la base dell'impianto armonico della musica che ascoltiamo.
Chi non conosce questi principi è comunque soggetto ad essi come ascoltatore... un po' come dire che anche se non capisci come funziona un'ala , quando sali su un aereo voli comunque.
Rispondi
di xstrings utente non più registrato
commento del 03/10/2016 ore 09:47:12
Io sono uno di quelli che non ha mai studiato teoria, zero insegnanti, zero accademie.
La mia scuola in questi 18 anni che suono sono state le tablature dei brani, qualche metodo e tanto ascolto musicale.
Mi sento di poter dire che un approccio allo strumento come il mio ha pregi ma anche grossi limiti!
Il fatto è che dipende tutto da quali obbiettivi uno si pone, c'è chi si accontenta e chi invece vuole raggiungere più alti livelli e secondo me la scelta, a prescindere da quale essa sia, va rispettata purché nell'approccio con gli altri musicisti si mantenga sempre l'umiltà e la consapevolezza dei propri limiti senza fare lo spaccone di turno.
Vi piacciono i chitarristi iper tecnici? Volete suonare quelle cose? bene fatelo allora!
Vi piacciono quelli che suonano ( passatemi il termine) con più sentimento? perfetto no problem ma non si può spaccare le balle alla gente su cosa bisogna studiare perché ognuno di noi ha esigenze soggettive..
Ripeto, ci si pone un obbiettivo e lo si cerca di raggiungere, c'è chi ha alte mire e chi non ne ha ma è felice lo stesso.

Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 05:54:02
"ci si pone un obbiettivo e lo si cerca di raggiungere, c'è chi ha alte mire e chi non ne ha ma è felice lo stesso"

E questa e' la logica tipica italiana che ha portato il paese nella melma musicale. Poi ci si stupisce se i mostri escono sempre da posti come gli Stati Uniti, dove c'e' pieno di gente che studia musica a livello formale, mettono strumenti in mano ai bambini, gli fanno suonare musica nelle orchestre gia' dalle elementari, e imparano teoria e a leggere quando sono piccoli... E in Italia, giu' di porcate. Non e' un caso.
Rispondi
di xstrings utente non più registrato
commento del 04/10/2016 ore 09:13:41
Ciao Alexus, ciò che dici è in parte condivisibile però quello è un problema meritocratico, viene dato spazio anche a chi di talento non ne ha ed è una cosa ben diversa.
Puoi studiare quanto vuoi ma se non hai quel qualcosa in più per scrivere musica con la M maiuscola allora siamo punto e a capo.
L'America che tu hai citato ha sfornato grandi talenti ma anche grandi pippe ( passami il termine), su un paese così grande è più facile trovare " fenomeni" e gente che li segue.
Non è quindi un discorso di mentalità italiana, io ho forse un po' generalizzato perché di mezzo ho preso anche chi è un semplice amatore e non un professionista... questo lo ammetto però in Italia il discorso è diverso, di musicisti bravi e talentuosi ce ne sono eccome ( te ne potrei citare parecchi!), se poi non gli viene dato spazio è grazie alle major e al popolo cresciuto ascoltando Mtv.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 15:31:25
Giusto. Ma è per questo che devi far studiare. Diamo per scontato che essere analfabeti non sia buono, e ch se vuoi creare un poeta, devi istruire ed insegnare grammatica a qualche migliaio di bambini. Poi però per la musica si elogia lignoranza della materia e ci si illude ch basti un colpo di genio. Siamo sempre più circondati da pseudocompositori analfabeti applauditi da ascoltatori altrettanto ignoranti.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 17:44:18
Guarda caso, proprio nel genere dove più si studia, cioè il classico, gli americani sono inesistenti.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 18:14:29
Continua a vivere nel tuo mondo di fantasia... poi dimmi quando fai un salto negli USA e hai visto che succede nelle università e nei teatri
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 18:32:37
No infatti il mondo osanna i direttori di orchestra statunitensi... ma falla finita Sei un presuntuoso saccente davvero ignorante, visto che sputi pure sulla musica italiana. E meno male che ho suonato con musicisti americani che sono meno bigotti di te.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 19:46:18
E non hai capito un'acca di quello che ho detto. Una società non si misura in base alle eccellenze, che sono casi isolati, outlier statistici, ma in base a alla median. In Italia la maggior parte della gente è musicalmente analfabeta. Negli USA è invece comune incontrare gente che suona o ha suonato uno strumento e che sa leggere la musica. Questi sono fatti...
Sento i tipici discorsi dell'italiano orgoglioso di cose che neppure capisce. Ci manca solo che spari i nomi di Toscanini o Muti e siamo a posto...
Notte!
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 20:07:44
No capisci tutto tu. Hai fatto bene ad andare, restaci.

"Dylan ad esempio, musicalmente e' alquanto inutile a mio avviso, e pure vocalmente direi," lo metto in firma.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 20:11:15
Fai bene a metterlo in firma... almeno nei tuoi post ci sarà qualcosa di vero 😂😂😂
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 20:56:35
Di vero c'è che due palle tante solo per farci sapere che vivi negli USA. Posso anche eliminare tutto, l'unico post che ti interessava era questo.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 21:05:13
Si... mi interessava farlo sapere... e infatti non l'ho detto neppure una volta, hai fatto tutto tu... vuoi mettere in firma anche questo? Giusto come promemoria?
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 21:37:03
"dimmi quando fai un salto negli USA "

Come vedi capisco benissimo.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 21:49:09
E certo! Infatti se avessi scritto "dimmi quando fai un salto in Croazia", chiaramente sarebbe stato implicito che io vivo in Croazia, giusto?
Oltre che teoria musicale, vedo che tu anche ad analisi grammaticale e logica non stai messo bene... vedi il mio nome, il pronome "io", o un complemento di luogo tipo "da me" da nessuna parte in quella frase?
Ma in fondo capisco: così come la scarsezza di nozioni musicali ti fa vedere il genio nella banalità, così riesci a mal interpretare una frase per estrapolarne quello che già hai in testa.
Contento tu...
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 22:06:44
eppure ci ho azzeccato...vero?

Con questa chiudo: io non ho mai messo in dubbio il tuo sapere, discutevo di opinioni. Tu invece non fai che insinuare, come se avessi potuto testare le mie competenze (senza che peraltro tu possa dimostrare le tue). Hai deciso tu che io non so nulla di musica, l'hai deciso arbitrariamente, ti sei elevato a mio esaminatore senza esaminarmi. Mi hai bocciato senza averne l'autorità, solo perchè non la penso come te. Siccome non riuscivi a segnare, ti sei portato via il pallone. Questa è mancanza di rispetto per l'interlocutore, è questa la vera ignoranza.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 22:12:48
Eh sì, c'hai preso... come io l'ho tirata li che non sai di che stai parlando, e ci ho preso in pieno...
Ognuno ha diritto ad avere opinioni, ma non a vedere le sue opinioni rispettate se queste sono prive di fondamento e basate non si dati e fatti, ma solo su quello che passa per la testa.
Io non ho portato via un bel niente: se vuoi discutere usando logica, fatti e dati, sono tutto orecchie.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 22:28:31
Sei tutto orecchie? Bene:

"non sai di che stai parlando, e ci ho preso in pieno..." cosa sarebbe che secondo te non so? Hai detto che non ho nozioni musicali. Intendi teoria? Non sono Keith Jarret, ma ho nozioni a sufficienza per scrivere, leggere, arrangiare, armonizzare. Non basta per parlare di musica?
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 22:39:03
Perfetto. Allora cominciamo: dimostrami perché secondo te la musica non è una scienza.
Guarda, faccio io la prima mossa: ogni evento acustico è analizzabile in base a chiare leggi della fisica.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 23:03:59
Te l'ho già scritto prima: è scienza l'analisi del suono come fenomeno fisico, ma non è scienza l'effetto che produce all'ascolto. La scienza ti dice cosa è quella cosa che ti arriva alle orecchie, ma non ti dice perchè quella cosa ti fa ballare o ti fa esaltare o addirittura commuovere.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 23:29:30
In parte vero, ma fondamentalmente errato. La musica è un insieme di codici. Quella nostra, chiamiamola musica occidentale, è ampiamente strutturata e codificata. Ad esempio, differenze calcolabili matematicamente come gli intervalli di terza minore e maggiore hanno sempre una chiara associazione con stati d'animo definiti, concordi?
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 05/10/2016 ore 06:34:38
Si, ma siamo sempre sull'opinabile. L'effetto che una 3a minore fa a te, è diverso da quello che fa a me. Non è per niente definito lo stato d'animo, è definito solo che la 3a minore ha un sapore diverso dalla 3a maggiore. Un accordo maggiore è più solare di uno minore, (ma tieni presente che non a tutti sembra così), ma se ci metto sopra una certa melodia il significato cambia totalmente.

Anche volendo codificare le sensazioni che può dare un insieme di note, armonie, scale (il famoso sapore delle scale modali?) non esiste nessun trattato che ti garantisce che quell'insieme sarà bello.

La differenza tra arte e scienza, è che l'arte tende al bello, ha un valore estetico che la scienza non richiede. In passato, la 5a diminuita era considerata un intervallo inascoltabile, addirittura vietato. Ora non più, e questo dimostra che quelle regole che tu prendi come "esatte", sono solo codifiche di qualcosa che è stabilito in primis dal gusto.
Il paradosso che ti dicevo, è che non puoi separare il gusto dalla qualità musicale. Wilson ti ha già risposto su questo, se fosse così basterebbe far partire n computer per avere una musica perfetta e bellissima...ma come saprai, non funziona così.
Dici che Dylan non è niente musicalmente: certo, la sua musica non ha le sfumature e profondità delle partiture di Bach, ma dove è scritto, in quale libro di armonia, che quei 4 accordi sono brutti? Se mi piace Dylan, per me sarà musica di qualità, punto.

Se fosse come dici tu, invece di musicisti si chiamerebbero scienziati.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 05/10/2016 ore 07:50:02
Quando dico codici, intendo una lingua strutturata e con un contesto culturale ben definito. Il contesto si evolve ovviamente, quindi il discorso che fai sul tritono e' riduttivo. Il fatto che il tritono oggi sia accettato non e' per ragioni teoriche, ma culturali. Se e' per questo anche le quinte parallele lo sono oggi, ma l'uso di Il tritono resta comunque una dissonanza, checche' tu ne dica, e con un preciso ruolo armonico e effetto sull'ascoltatore...
Comunque siamo alle solite: uno può' anche buttare le dita a casaccio su una tastiera, tirare fuori qualcosa che suona bene, magari anche che suona come un gran bel pezzo... ma chi capisce la struttura della musica lo sa fare anche ad occhi chiusi. Parimenti, chi ascolta senza cognizioni specifiche esalta rapidamente qualcosa di banale mentre chi ascolta con conoscenza approfondita coglie subito la superficialità di un pezzo banale.
Il gusto non centra nulla con la qualità compositiva. Un computer non può creare opere splendide perché non ha la capacita' di usare le regole musicali in modo creativo, cosi' come un computer può marcarti il testo in rosso col correttore ortografico, ma non riuscira' mai a scriverti un poema.
Ti ho chiesto di dimostrare che la musica non e' una scienza, e tu stai solo ribattendo con frasi a vanvera sulla "bellezza", altro termine usato a casaccio e che richiede un'analisi ben più profonda. Suggerimento: come dice il saggio, non e' bello ciò' che e' bello, ma e' bello ciò che piace... quindi domandati: ti piace ciò che e' intrinsecamente bello (e cosa vuol dire) o ti piace qualcosa perché corrisponde a canoni estetici codificati con un procedimento scientifico consolidato? Non sbatterti, ovviamente e' una domanda retorica.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 05/10/2016 ore 09:34:38
Se non riesci a capire che la scienza è una cosa, l'arte è un'altra, non posso farci nulla. D'altronde non sono io a dirlo, è così da sempre. Queste cose le ho sentite dire solo a te.
La scienza del suono ti fa essere un tecnico del suono, non un musicista.

Puoi dire quello che vuoi, ma non esiste l'oggettivo in musica. E meno male.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 05/10/2016 ore 16:52:57
Se l'hai sentito dire solo da me è perché non frequenti abbastanza gente che ne capisce qualcosa.
La musica resta il più elevato connubio di arte e scienza. La componente creativa è essenziale quanto quella scientifica, per cui il discorso anima vs. studio è e resterà sempre inutile. Ma cerchiamo di essere chiari: senza capire la parte scientifica e teorica della musica si può aspirare al massimo a scrivere qualcosa di orecchiabile, o in rari casi qualcosa di bello , anche se creato senza consapevolezza. Solo quando preparazione e creatività si incontrano otteniamo capolavori.
E ora basta, che mi son rotto le scatole di ripeterti quello che si sa da anni. Se sei musicalmente analfabeta ti invito a studiare e poi magari ne riparliamo.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 05/10/2016 ore 20:08:20
"non frequenti abbastanza gente che ne capisce qualcosa"

Credo di essere in buona compagnia:

"Quando affermo che esiste qualcosa che per me non è requisito necessario per conseguire un buon risultato artistico, quando dico che la tonalità non è una legge naturale ed eterna della musica, tutti vedono che i teorici saltano su indignati e mettono in dubbio la mia onorabilità." Manuale di Armonia - Arnold Schonberg
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 05/10/2016 ore 20:15:1
Il fatto che tu abbia citato questa frase di Schönberg dimostra solo che 1) neanche hai capito il significato di questa sua affermazione, 2) conosci ben poco di Schönberg, della musica atonale e del 12-tone system, 3) che devi decisamente studiare per compensare la tua ignoranza.
Vediamo, chi ti posso mettere in risposta invece come citazione... hmmmm... facciamo il mio insegnante di composizione ed analisi, PhD in musicologia, col quale ci siamo anche dilettati in composizioni dodecafoniche, manco farlo apposta...
Ma ora basta pero'.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 05/10/2016 ore 20:34:25
bravo, dilettati.
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 04/10/2016 ore 22:41:56
Probabilmente il fatto che vivi in Usa lo sa da un altro post di un paio di settimane fa dove io e te parlammo di Nels Cline e in quel caso mi dicesti che vivi a Denver mi pare, Guycho era presente a quella discussione.

Solo per correttezza perchè in questo post non lo dici effettivamente.

Non voglio fare polemiche, perchè ho già dato in questo caso.

Post in questione.

vai al link
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/10/2016 ore 23:00:25
Hai fatto bene a segnalarlo, però non avevo letto i vostri post che dici. L'ho indovinato perchè parla insistentemente degli USA, come se stesse lì. Non so nemmeno chi sia Nels Cline...
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 04/10/2016 ore 23:14:01
Ok, Nels Cline è un chitarrista molto interessante, dovresti sentire qualcosa, ha molti progetti però.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 23:40:50
Insistentemente... io li ho tirati in ballo una sola volta perché sono un esempio di come uno studio formale più diffuso della musica porti ad una società nella media più affine all'espressività musicale. Se poi se ne è parlato ancora è perché tu provi a negare l'inconfutabile...
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 05/10/2016 ore 06:45:09
La qualità della musica americana e la diffusione dello studio musicale, è sicuramente a regola d'arte. Stiamo parlando del risaputo, considerando i diversi contesti. Questo però non è sufficiente a dire che la musica USA è migliore di quella italiana. Anche perchè gente come Il Volo, e tanta altra musica dal sapore "italiano" lì viene apprezzata. Siamo solo diversi. Non si spiegherebbe perchè gli amricani in visita in Italia, vadano pazzi per il nostro "bel canto". Ma tutto questo è fuori argomento.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 05/10/2016 ore 07:52:17
E siamo a posto... mi aspettavo giusto che tirassi fuori quegli insulsi incapaci del Volo.
Vedo che neanche provi a capire quello che scrivo... mah.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 03/10/2016 ore 19:21:08
Leggendo, mi è venuto in mente che vi è una specie di bilancia tra successo e fallimento - un fattore zero e uno da dieci rende 5. Cioè l'ideale? Velocità di annodarsi le scarpe compensano lentezza a montare le corde.
Rispondi
di Michele001 utente non più registrato
commento del 04/10/2016 ore 10:25:15
Ero davvero troppo piccolo quando presi in mano la mia prima chitarra, una eko acustica che ormai non ho piu. Non sapevo ancora leggere e scrivere ma ricordo che quello che sentivo alla radio oppure nello stereo di casa quando Papà metteva i dischi io cercavo di farlo mio e suonarlo, e mi riusciva davvero naturale. Da questo credo che la Musica è un fattore innato in certe persone e lo studio ti serve solo per capire la natura della musica, cosa stai facendo, perche accosti una nota con un altra, come linguaggio, ovvero come la grammatica della lingua italiana ti serve a capire cosa sono i nomi, i verbi, gli aggettivi, ecc. Va da se che le due cose vanno di pari passo.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 04/10/2016 ore 14:10:07
...vs Anima: l'anima è stata poco rappresentata sinora! Mi avvento ad avventurarmi in un terreno minato, talmente animato è il dibattito! E talmente soggettivo è il tutto dato che l'unica anima che si può interpretare è la propria. Vi passo la mia:
La cultura, in generale, dà mattoni Lego extra per formarsi quello che per mancanza di definizione centrata chiamiamo "anima", formarsi una intuizione. La parola "cultura" è indefinibile... Queste cose sono il soggetto di accesi dibattiti tra artisti - e ora accordiani al massimo. Per fortuna!
Farsi una cultura musicale è (relativemente) facile: ascoltare un pò di tutto da trogloditi a marziani e sulla terraferma partire dalla musica del medioevo e passando per la classica a quella dei nostri tempi. Vale la pena di ascoltare il canto degli uccelli, le campane che suonano, ritmi di macchinario...È però problematico: gli uccelli visogna averli vicini e si deve essere svegli all'alba. Per il resto, tutto è da quantizzare di brutto!
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 19:50:59
Oh, e per la cronaca, io non offendo deliberatamente: dico solo le cose come stanno.
Se uno è ignorante e neanche capisce cosa sia la grammatica, quando scrive astrusità incomprensibili e la gente gli ride dietro, non si sorprende nessuno.
Quando uno non capisce una ceppa di arti figurative e ti fa una natura morta che fa rigirare Picasso nella tomba, anche lì siamo d'accordo.
Poi però uno è artista se prende in mano uno strumento e strimpella... eh sì, perché quella e anima! Guai a fargli notare che sta componendo banalità o a dirgli di andarsi a studiare la grammatica musicale, eresia!
Come disse Toto Cotugno:
"Lasciatemi cantare
Con la chitarra in mano
Lasciatemi cantare
Sono un italiano"
e siamo a posto...
Rispondi
di satch76 [user #19713]
commento del 05/10/2016 ore 16:41:30
Appoggione con 92 minuti di applausi, ca**o!

La musica è una materia seria, punto.
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 04/10/2016 ore 19:56:45
Qualcuno può spiegarmi per favore come si fa a eliminare un articolo su Accordo o per lo meno ad evitare di continuare a ricevere le notifiche dei commenti? Ho fatto l'errore madornale di pubblicare questo post e ora me ne pento, me ne pento più che di aver studiato musica per 5 anni... hahahaha Per favore salvatemi! :D
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 04/10/2016 ore 20:02:43
Cioè prima lanci il sasso, e poi non nascondi solo la mano, ma ti dai proprio alla fuga? ;)

Comunque guarda sotto le impostazioni del profilo.
Rispondi
di WilsonS [user #42009]
commento del 04/10/2016 ore 20:07:36
Alexus77, credevo di lanciare un sassolino, non di provocare una valanga! Non voglio morti ammazzati o da infarto sulla coscienza! ;) Comunque grazie!
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 06/10/2016 ore 12:44:56
Hai lanciato un dibattito che sta interessando a giusta ragione la sfera accordiana. Complimenti! Sarà un dibattito duraturo. Alla galleria d'arte da dove scrivo, ho ieri lanciato un dibattito dicendo "mi è stato passato da chitarristi amici in rete". I presenti erano 2 pittori norvegesi, 2 di Copenaghen e un esperto dell'appendere quadri originario del Cameroun. Non vi dico, dibattito eterno! E un lato aggiuntivo: INTUIZIONE. Mi è subito parso a proposito.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 06/10/2016 ore 17:40:29
Claes, il dibattito eterno va bene. Tentare di screditare l'interlocutore, solo perchè la pensa diversamente, non va bene. Il rispetto viene prima di tutto.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 06/10/2016 ore 18:52:34
Assolutamente! Il rispetto viene prima di tutto e l'arte è de gustibus.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 05/10/2016 ore 20:40:23
Senz'altro! A ognuno il suo: c'è chi si diletta nella conoscenza, e chi si crogiola nell'ignoranza. Ora ti lascio l'ultima parola così chiudiamo questo discorso inutile.
Rispondi
Seguici anche su:
Cerca Utente
Scrivono i lettori
Una semi-acustica home made: l’evoluzione di una chitarra unica
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
Mini Humbucker FG Mini-H SP-1
Fattoria Mendoza Hi-Crunch: il fratello arrabbiato dell'M
Harley Benton Tube5 combo: sei bella quando strilli
Parliamo di analogico!
Sistemi digitali per cinquantenni soddisfatti

Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964