Un mio amico tre anni più vecchio di me ha frequentato un istituto alberghiero e (beato lui) ha fatto più volte catering ai concerti, entrando più volte in contatto con artisti famosi (tipo Sting, Vasco, R.E.M. giusto per citare qualche nome), era presente anche alla tappa torinese dei Green Day; così alla richiesta da parte di una sua amica di andare da uno del gruppo a chiedere un autografo mentre questo era al tavolo del catering (essendo figlio di madre americana se la cava molto ben con l'inglese) si è sentito rispondere (credo dal bassista, dato che lo ha descritto come un tizio biondo) "I'm working now, don't have time for shit" (o qualcosa del genere). Al che gli ha risposto "Beeing famous doesn't make you a lord"
Al di là di tutte le possibili scusanti del caso, tipo la stanchezza etc. la prima cosa che ho pensato io (anche riflettendo sul ventennale che si celebra proprio in questi giorni) è stata "Il muro è ancora in piedi". Non il muro di Berlino, ovviamente, ma il muro che divide coloro che stanno sul palco da coloro che stanno sotto, che costringe gli artisti ad essere sempre "Carini e coccolosi" quando in realtà odiano i loro fans o comunque non vorrebbero stare con loro.
Credo che il modo migliore per concludere sia ascoltare la canzone incriminata, quella che ha fatto in modo che Roger Waters ideasse quella monumentale opera che tutti noi conosciamo.
https://www.youtube.com/watch?v=AXQg7Oir1Bg