Ciao a tutti, il mio bassista mi chiedeva tempo fa , se potevo mettere mani sulla chitarra di suo padre (anziano chitarrista di liscio) per un restauro completo: action, ottave, lucidatura tasti, cambio corde, ecc. ecc. Si tratta di una Gibson Les Paul 25/50 anniversary del 24 aprile1978 ed è il pezzo numero 49 (così mi dice il serial number). Nata in Kalamazoo, visto che il numero che segue quello seriale è 0250 e che fino al 500 sono state prodotte li. (spero di riportare notizie esatte) Una volta avuta tra le mani mi rendo conto che non ha mai visto la testa a croce di un cacciavite in nessuna delle sue parti smontabili. Forse una pulitina qua e la ogni tanto. Si presenta come da foto allegate prima del restauro. Anche se un po dispiace vederla così “trascurata”. ha quel fascino di vissuto che commuove. Chi la usava (sempre il padre del mio amico) ha suonato quasi esclusivamente sui primi cinque tasti, dato che presentano dei solchi notevoli sulle prime tre corde. Questi però non danno adito a “friggitorie” varie. Prima di iniziare a smontarla (non senza un minimo di preoccupazione e soggezione) me la sono smanettata un po. Ha un peso notevole. L’action anche se si presentava un pochetto altina alla vista, suonando non si avvertiva per niente, anzi molto morbida! Ha i soliti due Humbuching (serie VII ?) che oltre al solito switch, posto in alto sulla spalla, per la selezione, ha un’altro mini switch, vicino ai pot, che li rende singoli. Hanno un suono bello e potente che diventa abbastanza fine usando lo switch piccolo. Non posso fare paragoni con altre Les Paul perchè non ne ho mai provate ma a me piace assai assai. La parte posteriore si presenta liscia come la Telecaster. L’elettronica è ben cablata all’interno dello scasso ed è coperta da un cappellotto in allumino fissato da viti. Quando l’ho aperto si presentava pieno di ossido, anche i pot ne erano coperti e lo switch ma questo non disturbava per niente la corsa degli stessi. (gracchiamenti). L’hardware è in parte dorato. Il capotasto è in metallo, credo ottone. I tasti sono jumbo. Il ponte è un TP6 e il tailpiece ha la regolazione fine per l’accordatura.Una gioia per gli occhi, secondo me, sono gli intarsi della paletta con riflessi dorati (abalone immagino). Il corpo è in mogano e acero (tobaco sunburst). Anche la custodia è la sua originale: nera sagomata e con tre chiusure. Questa chitarra credo l’abbia usata anche Page.
Dopo il “restauro” naturalmente ha cambiato faccia. Il problema che ora la devo ridare al legittimo proprietario che probabilmente sa fino ad un certo punto il valore che ha e forse solo quello affettivo. Faccio questa considerazione perchè, secondo me l’ha tenuta abbastanza male.. Forse i professionisti di un tempo non si facevano le seghe mentali che ci facciamo noi. A loro bastava avere un buon strumento, per chi se lo poteva permettere, che doveva essere usato e basta.
Se siete riusciti a leggere fin quì senza addormentarvi, vi dico che il motivo primario di questo post è quello di chiedere a chi se ne intende, il valore che può avere questo strumento. Le foto poi faranno la gioia degli occhi di qualcuno. Ciao.