Anche quest'anno, mentre si approssimava la data fatidica, mi sono chiesto se andare o meno a SHG. Non certo per la manifestazione in sè, sulla quale non nutrivo dubbi, ma per i 390km che separano la mia nordest...rema abitazione dalla nebbiosa località sede dell'evento. Sono sempre quelle 7/8 ore di macchina, con conseguente stanchezza (da aggiungere a quella accumulata grazie al lavoro), spesa e con la nebbia, appunto. E ci si è messo anche il blocco del traffico milanese. Stavo proprio per dare forfait, quando mio figlio Francesco mi ha tassativamente intimato di andarci (e portarlo, ovviamente). Ecco la spintarella che ci voleva. Ma sì, chissenefrega. Sveglia alle sei, in macchina e via.
Al quark si arriva comodamente (anzi, MOLTO meglio di quando non c'è il blocco), si parcheggia, si entra bypassando bellamente la lunga fila di chi deve fare il biglietto... senza sentirsi minimamente in colpa: e proprio qui inizia la mia "Guida al buon SHG". Come ogni anno, si leggono le lamentele dei frequentatori che, per un motivo o per l'altro, sono delusi o contrariati. Coda all'ingresso, rumore, prezzi, ressa alle demo, calca, stanchezza, IL RISTORANTE!!! A me sa tanto che non tutti ci pensano bene, quando vanno a SHG. Forse hanno delle aspettative particolari (basate sui propri desideri, non necessariamente sulla oggettiva realtà delle cose), non so. Personalmente cerco di organizzarmi prima, per quanto posso.
Mi studio il programma (e me lo porto in tasca) e cerco di individuare gli eventi più interessanti, sapendo già che è impossibile vedere TUTTO. Non mi arrabbio quindi se mi perdo qualcosa. Take it easy, la gornata è lunga e faticosa, inutile estremizzare. Il biglietto per mio figlio (io sono abbonato, mi si consenta…) l'ho preso in prevendita, quindi ZERO fila. Per questo non mi sentivo in colpa quando superavo allegramente il centinaio e passa di metri di persone civilmente allineate nella nebbia.
Una volta dentro, ho notato una "densità di popolazione" inferiore alle edizioni precedenti (non che ce ne fosse di meno), cosa che consentiva un agevole passeggio/cazzeggio e un facile accesso alla merce esposta. Rumore? Beh, cosa ci si può aspettare in un posto del genere? Ricordo ancora l'Alcatraz, e mi fischiano ancora le orecchie. Domenica parlavo tranquillamente con chi mi stava vicino. Ecco, parlare: senza la fregola di ingurgitare tutto quello che c'era da vedere e sentire (per non dire comprare…), l'aspetto più piacevole è stato proprio l'incontro con persone che, nella maggior parte dei casi, avevo conosciuto solo attraverso un computer.
Ok la camionata di Gibsons di Tomassone fa bene allo spirito (o male, dipende), ma trovarsi di fronte in carne e ossa un Gwynnett con tanto di figliolo Lorenzo, un Mehari (in questo caso c'erano anche tanti capelli e barba), un Jackdynamite, un Maccarons, uno Svalvolman, uno Strato78, un LuVi, e poi Jurgen, Rozzo, Alberto, più lontano Gabriele Bianco, Burats, Alex Massari, Jana… è roba forte. E chissà quanti mi sono passati davanti senza che me ne accorgessi.
Poi, ogni tanto, si deve mangiare. Ma perché perdere un sacco di tempo in fila al ristorante, sapendo oltretutto che quasi sicuramente si spende troppo e si mangia male? E poi, ovviamente, ci si incazza. Zainetto tattico, acqua, succhi di frutta, cioccolata e panini. A portata di mano ovunque, senza code, roba buona e spesa controllata. Tempo necessario: il minimo indispensabile, il resto serve per amici e chitarre.
Non è poi così difficile uscire soddisfatti da SHG ed affrontare serenamente altri 390km per tornarsene a casa. Certo, mi sono sicuramente perso qualcosa (e l'ho constatato guardando i filmati di Rozzoaristocratico pubblicati in homepage), ma chissenefrega? Mi sono gustato, tra le altre cose, la demo di LuVi (con la testata costruita da Gwynnett, una meraviglia), ho assistito alla esibizione di Stef Burns seduto… ai suoi piedi, ho visto mio figlio allegro ed entusiasta mentre provava bassi di ogni tipo assieme a Lorenzo. Per una giornata intera mi sono dimenticato del lavoro!
Quanto manca a SHG35?