Gli effetti di questo esperimento saranno duplici.
Uno non vi riguarda, se non di riflesso: l’altro chitarrista, a meno che non gli mettiate in mano un ferro da stiro collegato a un frigorifero, probabilmente troverà qualche aspetto interessante e non mancherà di farvi i complimenti per qualche elemento del vostro gear. Questo vi riempirà di orgoglio. È l’effetto "novità": le vostre regolazioni e le vostre scelte sono sicuramente diverse da quelle che avrebbe impostato lui, quindi il risultato è, alle sue orecchie, una stimolante novità.
L’altro effetto invece vi riguarda direttamente.
Non crederete alle vostre orecchie (ingrediente n. 4). Quello che sentirete vi sembrerà diverso e, se il chitarrista-cavia non è proprio un cesso, probabilmente vi piacerà anche più di quello che sentite mentre state suonando voi. Ma come è possibile? Con le stesse identiche regolazioni, quelle che avete meticolosamente e sapientemente calibrato dopo ore, mesi... anni di prove ed esperienze, esce un suono "diverso"!
E allora comincerete a cercare delle spiegazioni. La prima, la più ovvia, sarà: "eh, lui è più bravo". Ma non è mica vero: succede anche con chitarristi meno esperti o abili.
Quindi il motivo è da ricercare altrove. Sicuramente l’ascolto "dal di fuori" ci libera da tutta una serie di aspettative che spesso falsano il nostro giudizio: ascoltiamo solamente il suono, e spessissimo è molto migliore di quanto pensiamo. A volte no, ma è comunque utile saperlo.
C’è poi la possibilità che ci rendiamo conto del fatto che, quando si dice "conta la mano"... è vero: ognuno di noi suona con la propria personalità e la dinamica della pennata, l’espressività del bending e, soprattutto, la scelta delle note nei fraseggi e in generale nelle diteggiature caratterizza in maniera chiara il proprio timbro.
Risultati.
Tutto questo dovrebbe portarci a comprendere due semplici realtà:
1) la nostra strumentazione nasconde molto più di quello che crediamo di avere scoperto
2) non è spendendo un sacco di soldi in pedalini o altre amenità che miglioreremo il nostro suono (non solo, perlomeno).
L’attenzione sull’impostazione del proprio modo di suonare e la curiosità di esplorare nuovi approcci melodici e armonici possono determinare risultati che anche il più sofisticato e costoso overdrive boutique non si può nemmeno sognare.
Insomma, un semplice cambio di prospettiva può cambiare sensibilmente le nostre... prospettive future.
Provare per credere. È gratis.