Grande idea quella di che, a distanza di oltre 50 anni, celebra il suo modello più iconico, lo storico SVT, proponendone lo stile in un formato decisamente ridotto.
Vedere delle linee così note, associate alle dimensioni (e al peso) macroscopici in questa versione così ridotta strappa un sorriso di stupore! Infatti l’accoppiata della testata è talmente stupefacente che pare il frutto di un esperimento sci fi a base di raggi restringenti. Ma il risultato è grandioso e il fatto che questo colossale amplificatore possa oggi essere riposto nei sedili posteriori di un utilitaria o di fianco al comodino è già un successo!
Detto questo, e preso confidenza con il fatto che testata e cassa paiano così compatti e leggeri da sembrare quasi un modellino in scala, la svolta arriva appena si accende l’interruttore e si infila il Jack: il suono è tutt’altro che in miniatura, quanto mai reale, concreto con il carattere Ampeg bello palpabile.
Il Micro VR dispone di un preamplificatore a stato solito ed un finale MOSFET da 200W a 4ohm. Il pannello frontale dispone dei controlli di Gain, Bassi, Medi, Alti e Volume assieme a due switch di Pad e Limiter.
Sono presenti anche un ingresso “audio in” in ed un uscita cuffie entrambe in formato 1/8”.
Le connessioni per collegare il cabinet sono sul retro assieme all’uscita bilanciata XLR ed al loop effetti.
La cassa SVT210AV è progettata utilizzando il famoso sistema Infinite Baffle di Ampeg per la massima efficienza degli altoparlanti e racchiude una coppia di altoparlanti Eminence da 10 ′′ per 200 watt RMS a 8 ohm con una risposta in frequenza da 58Hz a 5Khz, il tutto in soli 11,7Kg
La compattezza e la presenza di “audio in” e uscita cuffie rendono la combinazione di Micro VR e SVT210AV perfetta per l’uso casalingo, ma alzando il volume viene subito voglia di portarla live, magari su qualche piccolo palco o in studio di registrazione.
Non ci troviamo ovviamente di fronte al furente ruggito di una vera SVT, ma il carattere c’è tutto.
La sezione di equalizzazione offre interventi piacevoli e musicali al timbro dello strumento e spremendo il gain in ingresso si ottiene un’interessante saturazione. Le basse frequenze sono contenute e sempre ben controllate, medie e alte sono ben bilanciate tra loro ed il suono non è mai acido o nasale.
Aggiungendo un’altra cassa o collegando la MicroVR ad un cabinet più̀ “ingombrante” a 4ohm, la pressione sonora aumenta e ci viene da pensare che potrebbe reggere il confronto con testate più̀ potenti o semplicemente essere un’ottima testata di scorta per il nostro rig principale.
Video, test e recensione di Luca Nicolasi.