Prendi una metropoli come Milano, raduna 50mila persone, prendi una delle rock band più richieste al mondo e in attivo sin dalla metà degli anni '80. Metti quindi tutto dentro uno stadio, il risultato? Beh... bastava essere presenti come abbiamo fatto noi il 29 Giugno allo Stadio Meazza di San Siro per il Concerto dei Bon Jovi.
Un evento carico di cuore, di sorprese e di tantissima buona musica suonata eccellentemente per ben tre ore e dieci minuti ininterrotte. Baby, baby, baby... No use in trying to save me… queste sono le parole di “ That's What the Water Made Me”, brano d'apertura tratto dall'ultimo album Because We Can uscito nel 2013 che è parso servisse più che altro come riscaldamento per tutto ciò che sarebbe venuto successivamente.
Infatti come secondo pezzo, una stra-conosciutissima "You Give Love a Bad Name", seguita da “Raise Your Hand”. E' da questo pezzo che l'intero concerto ha praticamente preso vita, vedere 50mila fans, quindi un intero stadio, alzare le braccia al cielo ogni qual volta veniva cantata la frase "Raise Your Hand"! E' stato fantastico sia partecipare che vederlo fare da cosi tante persone insieme.
Penso che lo stesso Jon Bon Jovi sarebbe concorde con me nell'affermare che il pubblico presente è stato parte fondamentale dello spettacolo stesso grazie all'enorme partecipazione durante tutto il concerto. Per quanto riguarda la parte coreografica, organizzata ad hoc per la serata, alcuni fans dei Bon Jovi il giorno prima hanno lavorato tutta la giornata preparando foglietti colorati sugli spalti, striscioni e bandierine che sarebbero serviti a creare un bellissimo spettacolo durante due pezzi ben definiti. Il primo era "Because You Can", nel quale lo stesso Jon Bon Jovi si è talmente commosso da dover interrompere il pezzo mostrando tutta la sua sensibilità da vero artista, mostrando anche una lacrima e godendosi quei pochi istanti che i suoi fans gli hanno voluto regalare. Il secondo pezzo era sul finale un classico "Wanted Dead or Alive", pezzo sul quale forse si è però sentita di più la mancanza di Richie Sambora che in questo Live è mancato per varie motivazioni, ma ci chiediamo, in realtà, saranno quelle vere? C'è chi dice siano problemi legati all'alcool, c'è chi afferma che si è lamentato perchè i Bon Jovi hanno deciso in spagna di abbassare i costi dei biglietti per la crisi, c'è invece chi dice sia per colpa di ciò che scrive Jon Bon Jovi nelle canzoni, insomma di tutto e di più.
Comunque sia, come si dice the show must go on (come diceva un altro grandissimo artista). Al posto di Sambora, troviamo in splendida forma Phil X che l'ha sostituito in maniera eccelsa. Sul pezzo di “Keep the Faith”, durante la parte strumentale, esplode un grandissimo David Bryan, da sempre componente del gruppo e da sempre troppo sottovalutato. Il concerto procede, partono le prime note di una bellissima canzone inaspettata, “Dry County” e tutto si trasforma in un momento magico, migliaia di accendini e cellulari accesi in tutto lo stadio accompagnano la canzone, seguita da “Someday I'll be Saturday Night”, da “Love's the Only Rule” fino ad arrivare ad “Undivided” che chiude l'Encore. Il concerto sembrava praticamente finito, ci si aspettava giusto un ulteriore bis.
Al ritorno del gruppo sul palco, notiamo un Jon Bon Jovi visibilmente esausto dopo ventiquattro pezzi già cantati, ma un ulteriore sorpresa ci attende, “Why, you wanna tell me how to live my life?”, sono le prime parole di “Have a nice Day”, è tanta la carica con la quale tornano sul palco, che il concerto sembra riprendere da capo. Per il secondo Encore, due ballad che in una scaletta di trenta pezzi non potevano mancare, “Never Say Goodbye” e “Always”. Per il pezzo finale Jon gioca con il pubblico chiedendo loro cosa preferiscano che lui canti, Bad of Roses, I Die For You? Alla fine come pezzo di chiusura la scelta ricade su “This Ain't Love Song”. Terminato il pezzo Jon è uscito di scena sparendo dal palco insieme alle ultime note della canzone, sapendo che sarebbe poi stato difficile venir via a causa di tutto l'affetto dimostrato da parte dei 50mila fans intervenuti.
In chiusura posso affermare che i Bon Jovi hanno classe, stile e sanno quello che fanno. Andare a un loro concerto significa avere davanti degli artisti che sanno farti sognare e riescono a catapultarti indietro negli anni. Consiglio, non mancare al loro prossimo concerto!
Setlist That’s What the Water Made Me You Give Love a Bad Name Raise Your Hands Runaway Lost Highway Born to Be My Baby It’s My Life Because We Can What About Now We Got It Goin’ On Keep the Faith Amen In These Arms Captain Crash & The Beauty Queen From Mars We Weren’t Born To Follow Who Says You Can’t Go Home Rockin’ All Over The World (John Fogerty cover) I’ll Sleep When I’m Dead Bad Medicine
Encore Dry County Someday I’ll Be Saturday Night Love’s The Only Rule Wanted Dead Or Alive Undivided Have A Nice Day Livin’ On A Prayer
Encore 2 Never Say Goodbye (piu parte strumentale finale) Always These Days
Encore 3 This Ain’t A Love Song |