La tradizione vuole che Leo Fender, nel progettare la Telecaster e la Stratocaster, abbia voluto posizionare i pickup in corrispondenza di precise armoniche superiori, secondo rigide regole acustiche.
In questa storia c’è del vero. In un certo senso.
E la Stratocaster deve il suo suono anche a questo aspetto. In un certo senso.
Cos’è un’armonica
Prima di cominciare, occorre aprire una parentesi sul concetto di armonica.
In natura, un’onda sonora “pura”, la semplice sinusoide per intenderci, non esiste.
Tutti i suoni prodotti da un corpo vibrante, che sia la pelle di un tamburo, la voce umana o la corda di una chitarra, rappresentano la somma di una serie di onde, le cosiddette armoniche.
Queste nascono sulla frequenza detta “fondamentale”, che definisce quella che noi percepiamo come la nota prodotta. Questa frequenza, si diceva, porta con sé una serie di altre frequenze via via più acute e legate alla prima attraverso un preciso rapporto matematico, in qualità di multipli della prima.
Tutte le frequenze in gioco concorrono a formare l’onda sonora finale e l’intensità stessa delle armoniche superiori definisce il timbro, cioè quello che ci permette di identificare la fonte sonora e quindi distinguere la nota di un pianoforte dalla stessa emessa da una tromba, ma anche - in maniera più sottile - una Stratocaster da una Les Paul.
Che c’entra la posizione
Ogni suono proviene da un corpo che vibra fisicamente nello spazio e, come tale, occupa appunto… “spazio”.
Così come un oscilloscopio può mostrare la forma d’onda su uno schermo, una corda che vibra compie una rappresentazione pratica di quell’onda.
Su una chitarra, si può pensare alla corda come al segnale stesso in movimento, dal ponte al capotasto, al cui interno stanno realmente avvenendo tutti i fenomeni precedentemente descritti. Anche questi saranno riscontrabili fisicamente lungo la corda, dal ponte al capotasto.
Nella rappresentazione - una sovrapposizione del concetto di armoniche superiori alla scala di una Stratocaster - è possibile notare dei “nodi”, dei punti dove la corda resta immobile mentre a vibrare sono le porzioni immediatamente precedenti e successive.
Quei punti sono reali, fisicamente presenti su una corda che vibra e qualunque chitarrista abbia mai sperimentato la tecnica degli armonici naturali ne conosce almeno una manciata.
Gli armonici sulla chitarra
La tecnica degli armonici naturali consiste nel plettrare una corda a vuoto mentre, con un dito della mano sinistra, si sfiora la corda nel punto corrispondente a uno di quei nodi. Il suono risultante sarà per l’appunto l’armonica generata: la seconda armonica si troverà a metà diapason, cioè al 12esimo tasto, la terza in corrispondenza del 19esimo o del settimo, la quarta a ridosso del single coil al manico (virtualmente, il nostro 24esimo tasto) o del quinto, e così via.
È possibile notare come, man mano che l’ordine delle armoniche cresce, la posizione delle stesse si avvicina e, per pizzicarle, bisogna andare sempre più a ridosso del ponte o del capotasto, fino a incontrare armoniche così flebili e così acute da uscire dal campo dell’utilizzo pratico.
Il pickup sotto l’armonica
È impossibile non notare come il single coil al manico sia posizionato esattamente sotto il nodo della quarta armonica e la "pancia" della seconda armonica, la prima disponibile dopo la fine della tastiera. In effetti, non è un caso.
Nel progetto di Leo Fender, già al primo esperimento con la Telecastrer, la posizione sarebbe stata strategica.
È più difficile dire lo stesso riguardo il pickup al ponte, inclinato e in una zona di per sé talmente ricca di armoniche e in particolare di armoniche estremamente più alte da rendere impossibile definire sotto quale armonica si trovi ognuno dei poli e se questa rientri effettivamente nello spettro udibile (o quantomeno apprezzabile).
Peculiare è la posizione del pickup centrale, introdotto con la Stratocaster. Questo cade esattamente al centro tra i nodi della sesta e della settima armonica, con la terza armonica che vibra più libera miscelandosi con una quarta armonica piuttosto presente mentre la fondamentale e la seconda perdono vigore, cioè le frequenze primarie per definire l'altezza di una nota (rappresentano rispettivamente la nota stessa e la sua ottava superiore).
Un'integrazione sul concetto di timbro (aggiornamento)
Su , è interessante notare come il punto di vista possa capovolgersi se si prendono a riferimento le aree di massima ampiezza anziché i nodi.
Tale visione, che appoggiamo e che approfondiamo qui di seguito, porta il pickup al manico in una zona dove è la seconda armonica a compiere l'oscillazione più ampia, mentre la terza e la quinta sono più deboli e la quarta è cancellata, in quanto sul suo nodo. Si tratta insomma di un segnale dove la prima e la seconda armonica sono più evidenti, le successive meno: paradossalmente, un suono tanto amato si rivela impoverito delle decantate armoniche superiori.
Il pickup centrale cade in un punto dove la prima armonica è debole, la seconda meno presente ma la terza è più forte. Quello al ponte si muove in un punto interessato addirittura dalla settima armonica, che per natura ha comunque un'ampiezza di gran lunga minore rispetto alle precedenti armoniche, fondendosi a esse e rendendo difficile definire quanto quella precisa armonica sia in grado di svettare sulla miscela.
Ampliando il discorso a tutti i pickup e alle armoniche che si sovrappongono sopra di essi, creando appunto il segnale completo e il timbro che l'utente avverte, diventa più chiaro il fenomeno acustico per il quale un pickup ha una voce più brillante via via che si sposta dal manico verso il ponte. La corrispondenza delle armoniche sulle geometrie dei pickup sono un interessante campo di studio, finché si ragiona per corde a vuoto.
A vuoto
Quanto illustrato finora vale per le corde pizzicate a vuoto, perché la situazione cambia quando si suona una nota su un tasto.
Pizzicare una nota mentre si preme qualsiasi tasto sulla chitarra modifica la lunghezza del corpo vibrante, cioè della corda stessa che entra in vibrazione. All’accorciare della corda consegue uno spostamento di tutti i punti in cui nascono le diverse armoniche superiori. Lo schema insomma si comprime spostando tutto verso il ponte man mano che procediamo lungo la tastiera.
Il giocattolo si rompe
Si può notare come, suonando una corda su un qualsiasi tasto, tutta la corrispondenza tra le armoniche, i tasti e i pickup vada a farsi benedire.
Se premiamo le corde al quinto tasto, la seconda armonica non cadrà più al 12esimo tasto, bensì al 15esimo, la terza sarà invece vicino al pickup al manico e la quarta armonica sarà a metà strada tra pickup al manico e pickup al centro.
Suonando su altri tasti, la posizione delle armoniche si sposterà leggermente in avanti e indietro, facendoci trovare spesso nella condizione in cui nessuna armonica cade esattamente sul pickup al manico, ma alcune un po’ più avanti, alcune un po’ più indietro.
È possibile verificare tale fenomeno con la tecnica del cosiddetto tapped harmonic, quel tipo di armonico che si esegue tenendo un tasto premuto con la mano sinistra e picchiettando con un dito della mano destra in corrispondenza dei nuovi “nodi” risultanti. Il più facile da ottenere è esattamente all’ottava superiore, 12 fret più in là rispetto alla nota suonata.
Tutto inutile?
Anche se la geometria perfetta di Leo Fender viene a cadere mentre si suona, non vuol dire che non resti valida.
Di certo, la posizione dei pickup su una Stratocaster rappresenta un ottimo riferimento per orientarsi nell’esecuzione degli armonici naturali con le corde a vuoto, ma non è solo questo.
Sia che ci troviamo a suonare con un microfono in corrispondenza dell’esatto nodo di un’armonica o che questa cada “un po’ più in là” a seconda della nota emessa, è innegabile che il suono risultante sia dovuto alla posizione del pickup che stiamo usando.
Un pickup al manico forse non suona così “perché si trova sotto la quarta armonica della nota”, ma è innegabile che suonerebbe in modo molto diverso se solo fosse montato due centimetri distante. Lo stesso si dica per quello al centro e per quello al ponte, e tanto ci basta per goderci la loro magia, un’alchimia che ha disegnato il suono della chitarra elettrica così come lo concepiamo e che ancora oggi ben pochi hanno osato modificare.
Uno spunto di riflessione
Si può notare come, cercando di suonare un armonico naturale in corrispondenza del pickup al manico con le corde a vuoto (quarta armonica), questo venga facilmente amplificato se usiamo il pickup centrale o quello al ponte, mentre risulta davvero arduo da eseguire se abbiamo selezionato il pickup al manico, proprio perché la corda, in quel punto, semplicemente non vibra. Sarebbe quindi da chiedersi se non sia più corretto affermare che il pickup al manico è posizionato dove la quarta armonica, in realtà, NON è.
Meditate gente… oppure, tornate a strapazzare le vostre Strat e non date troppo peso a quanto avete appena letto. |