di Leon Ravasi [user #4] - pubblicato il 16 aprile 2003 ore 00:18
Ivano Fossati ha valicato la barriera dai 50 anni un paio d’anni fa. Da lì in poi ha deciso che era ora di finirla di fare il cantautore impegnato e di iniziare a togliersi qualche sfizio e non ne ha più azzeccata una. Un pretenzioso disco solo musicale, dove giocava a fare il giovane Keith Jarrett con risultati modesti, una canzone per la Mannoia, al di sotto del loro standard reciproco, un aborto di testo celentanesco per Celentano, accompagnato da uno zero musicale, un insulso libercolo autocelebrativo per Einaudi, con accluso un cd vuoto di idee . Infine arriviamo a un nuovo disco a inizio 2003. Da questi presupposti mi attendo tutto il male possibile. Tardo ad acquistare il disco, nella speranza che arrivi una copia furtiva (che non arriva). Tardo ad ascoltarlo. Ma faccia male. Il disco è piacevole. Peccato che sia un lp, un 33 giri in vinile e ce lo gabellino per cd.