Forte di un percorso artistico brillante, Tex Tessadri è un artista completo, avendo spaziato nel corso degli anni tra diversi generi musicali in ensemble altrettanto eterogenei. Con il rockabilly a rappresentare una delle sue principali influenze, Tessadri ha sviluppato uno stile al contrabbasso in grado di strizzare l’occhio ai grandi del passato che hanno portato lo strumento in auge.
Oggi, è compito di musicisti come Tessadri portare avanti il lascito delle Vecchie Glorie e continuare ad avvicinare gli appassionati a uno strumento tanto peculiare quanto il contrabbasso. In occasione del suo workshop a , la redazione di Accordo ha avuto il piacere di porgergli alcune domande riguardanti la sua carriera musicale e non solo.
Quali artisti ti hanno influenzato maggiormente?
Partendo da lontano, una delle mie più grandi influenze è stata Willie Dixon. Spostandomi verso la fine degli anni ’70, trovo importante il contributo di Lee Rocker e Marshall Lytle, contrabbassista – tra gli altri – di Bill Halley. Alcuni contrabbassisti moderni come Joe Fick, inoltre, mi affascinano particolarmente.
Quali sono le tecniche di contrabbasso più usate nel Rockabilly?
Sicuramente, la tecnica principale è quella dello slap. È ancora in corso, nell’ambito del contrabbasso, la decodifica delle differenti tipologie e approcci al colpo. Lo slap consiste di colpi singoli, doppi, tripli, ci sono le ritmiche rumba e il drag, in cui si usa un colpo trascinato, proveniente dal mondo della batteria. Suonando, utilizzo un insieme di tecniche capaci di rendere sia i soli sia gli accompagnamenti particolari nel cambio tra una nota e l’altra.
Quali sono secondo te le novità più significative nel panorama del contrabbasso?
La scoperta dei diversi tipi di colpi e, di conseguenza, la loro decodifica, avviene per ragioni prettamente tecniche. Di fatto, era possibile ascoltarli già nelle registrazioni vintage, nonostante in passato non se ne desse un nome. Fino a qualche anno fa, lo slap e tutto ciò che concerne il mondo del contrabbasso, prima, andavano appresi in autonomia. Non c’erano insegnanti che sapessero fornire spunti al riguardo. Si partiva strimpellando il contrabbasso e imparando le note sulla tastiera, per poi sviluppare una tecnica alla mano destra che potesse risultare soddisfacente.
Oggi, le cose sono molto diverse grazie ai tutorial e a piattaforme come YouTube. A cambiare profondamente il panorama di riferimento, è stata l’introduzione dei sistemi di amplificazione. Fino a qualche anno fa, soprattutto nelle band numerose e caratterizzate da volumi elevati, i contrabbassisti riscontravano non pochi problemi. Con l’introduzione di pickup, microfoni appositi e sistemi piezo, è possibile ottenere suoni acustici convincenti anche a volumi importanti.
È importante comprendere che negli anni ’50, l’invenzione del basso elettrico da parte di Leo Fender rappresentò un grande successo proprio per la possibilità di essere amplificati e per la loro portabilità ottimizzata. Quando Elvis o Burnette suonavano dal vivo, il contrabbasso era completamente coperto dalla chitarra elettrica e dalla batteria.
Perché hai scelto il Rockabilly per il tuo workshop a SHG?
È il genere che suono maggiormente e, inoltre, lo reputo ideale per far risaltare le tecniche di contrabbasso. Nel rockabilly, il contrabbasso è fondamentale. I suoni classici di Johnny Cash, di Johnny Burnette e del primo Elvis, infatti, sono caratterizzati da un contrabbasso slappato molto incisivo.
Quali strumenti ti accompagneranno sul palco di SHG?
Ci saranno solo una chitarra acustica e un’elettrica. Non ho voluto portare con me un batterista, siccome assente nel primo rockabilly. Lo slap serviva proprio per sopperire alla mancanza del ritmo della batteria. In questo modo, il funzionamento delle tecniche può risaltare al meglio.
Puoi dare qualche anticipazione sul tuo workshop?
Mi piacerebbe presentare un paio di brani diversificati nell’andamento. Intendo mostrare i vari colpi slap di base e prendermi un piccolo spazio per parlare dell’amplificazione. Si tratta di un aspetto tanto importante quanto sviluppare una buona tecnica. Oggi, avere un suono interessante è cruciale, proprio come sapersi muovere sullo strumento.
In quali progetti musicali sei impegnato attualmente? Ci saranno delle sorprese a SHG?
In questo momento sto seguendo la mia band, , i Voodoo Mars, poi suono con Dave Electric - con me anche durante il workshop - nei Rockabilly Legends e porto avanti un altro progetto fisso in cui vesto il ruolo di bassista elettrico, suonando rock and roll dagli anni ‘50 ai ’60: Little Til and the Gangbusters. A SHG vorrei presentare dei contenuti didattici, ma non è escluso che possa proporre brani originali.
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