di Ale80 [user #2805] - pubblicato il 06 gennaio 2008 ore 02:12
Ne è passato di tempo! Ma lo devo proprio dire a tutti... è arrivata!
Direttamente da Brooklyn la mia nuova ascia, è una G&L Legacy Standard Vintage White con Paletta Matched.
Dopo due anni di Gibson SG e venti gorni di pausa assoluta causa vacanze, ho le dita un po' rammollite e la chitarrina è tosta da far paura... ma che sberle che tira!
Per ora l'ho provata solo con l'amplino di casa, un 15 watt solid state che veramente non le rende giustizia, ma sono già strafelice. Una dinamica così me la sognavo la notte, pulito e distorto stanno tutti sotto le mani e quel pot del volume sembra fare i miracoli... e ancora la chitarra non ha assaggiato le valvole... lo farà domani in sala.
Poi penso di scrivere una recensione, solo per quant'è bella se la merita.... e poi la firma della Signora Fender sul certificato di autenticità fa il suo effetto, ma la cosa che seriamente mi ha fatto venire la pelle d'oca, un po' di tristezza e tanto orgoglio nel possedere una delle sue creazioni è una cartolina raffigurante il laboratorio di Leo Fender con la sua sedia ormai vuota. Sopra l'immagine le seguenti parole:"The man is gone now. But his spirit never left us..."
Ne è passato di tempo! Ma lo devo proprio dire a tutti... è arrivata!
Direttamente da Brooklyn la mia nuova ascia, è una G&L Legacy Standard Vintage White con Paletta Matched.
Dopo due anni di Gibson SG e venti gorni di pausa assoluta causa vacanze, ho le dita un po' rammollite e la chitarrina è tosta da far paura... ma che sberle che tira!
Per ora l'ho provata solo con l'amplino di casa, un 15 watt solid state che veramente non le rende giustizia, ma sono già strafelice. Una dinamica così me la sognavo la notte, pulito e distorto stanno tutti sotto le mani e quel pot del volume sembra fare i miracoli... e ancora la chitarra non ha assaggiato le valvole... lo farà domani in sala.
Poi penso di scrivere una recensione, solo per quant'è bella se la merita.
... e poi la firma della Signora Fender sul certificato di autenticità fa il suo effetto, ma la cosa che seriamente mi ha fatto venire la pelle d'oca, un po' di tristezza e tanto orgoglio nel possedere una delle sue creazioni è una cartolina raffigurante il laboratorio di Leo Fender con la sua sedia ormai vuota. Sopra l'immagine le seguenti parole:
"The man is gone now. But his spirit never left us..."