di Robyz [user #66] - pubblicato il 10 febbraio 2008 ore 13:40
Circa 5 anni fa ho frequentato un master di specializzazione, fu un periodo molto strano perchè in termini di stimoli mi ha dato tanto facendomi passare lunghi periodi di riflessione... la prima settimana, un docente cominciò apparentemente a spiegarci delle cose di economia per poi farci vedere che non funzionavano, che erano modelli approssimativi e limitati, fece lo stesso su altre discipline, compresa la matematica demolendone pure ciò che quasi tutti pensano di essa: che sia una scienza esatta. Durante una delle ultime lezioni pranzai al suo tavolo (niente di formale, avevamo il servizio mensa e il docente pranzava nella stessa sala con lo stesso cibo come uno di noi) e gli chiesi che senso aveva spiegarci tutte queste cose se poi, poco dopo, avrebbe messo in evidenza che non funzionavano, non era meglio dirci quello che era valido al momento?
Lui mi disse qualcosa che sulle prime mi sembrò una cazzata, come probabilmente sembrerà a voi che la leggerete, mi disse che il suo compito non era di insegnarci qualcosa ma di preparare il terreno per i prossimi docenti del corso, che doveva fare tabula rasa di tutti i nostri preconcetti e nozioni acquisite e considerate sicure, che doveva lasciarci in uno stato di completa confusione e incertezza per permetterci poi di ricostruire qualcosa di radicalmente nuovo.Dopo 5 anni, ancora oggi penso spesso a quel giorno e ripercorro quel che ero prima e quel che pian piano sono diventato poi, credo che avesse ragione e in diversi aspetti, mi ha fatto capire che per innovare si deve davvero dimenticare quel che si ha assodato e nulla deve essere data per scontato, l'incertezza, che poi è sempre stata la mia guida assieme alla curiosità, mi ha spinto a cercare più risposte ed è diventata stranamente sicurezza di quello che ho imparato ma contemporaneamente consapevolezza del fatto che ciò che so è valido solo in quel momento e che prima o poi non lo sarà più, ho imparato cosa significa essere isolati dall'universo facendone parte e non poter aspirare a conoscere le cose nella realtà ma solo nella sua rappresentazione limitata... non so se quel che aveva intenzione di fare fosse tutto questo o semplicemente dovesse giustificare il pacco di soldi che gli davano per quelle ore di lezione, ma di sicuro qualcosa ha fatto ed io gli sarò sempre grato per questo suo regalo.
Circa 5 anni fa ho frequentato un master di specializzazione, fu un periodo molto strano perchè in termini di stimoli mi ha dato tanto facendomi passare lunghi periodi di riflessione... la prima settimana, un docente cominciò apparentemente a spiegarci delle cose di economia per poi farci vedere che non funzionavano, che erano modelli approssimativi e limitati, fece lo stesso su altre discipline, compresa la matematica demolendone pure ciò che quasi tutti pensano di essa: che sia una scienza esatta. Durante una delle ultime lezioni pranzai al suo tavolo (niente di formale, avevamo il servizio mensa e il docente pranzava nella stessa sala con lo stesso cibo come uno di noi) e gli chiesi che senso aveva spiegarci tutte queste cose se poi, poco dopo, avrebbe messo in evidenza che non funzionavano, non era meglio dirci quello che era valido al momento?
Lui mi disse qualcosa che sulle prime mi sembrò una cazzata, come probabilmente sembrerà a voi che la leggerete, mi disse che il suo compito non era di insegnarci qualcosa ma di preparare il terreno per i prossimi docenti del corso, che doveva fare tabula rasa di tutti i nostri preconcetti e nozioni acquisite e considerate sicure, che doveva lasciarci in uno stato di completa confusione e incertezza per permetterci poi di ricostruire qualcosa di radicalmente nuovo.
Dopo 5 anni, ancora oggi penso spesso a quel giorno e ripercorro quel che ero prima e quel che pian piano sono diventato poi, credo che avesse ragione e in diversi aspetti, mi ha fatto capire che per innovare si deve davvero dimenticare quel che si ha assodato e nulla deve essere data per scontato, l'incertezza, che poi è sempre stata la mia guida assieme alla curiosità, mi ha spinto a cercare più risposte ed è diventata stranamente sicurezza di quello che ho imparato ma contemporaneamente consapevolezza del fatto che ciò che so è valido solo in quel momento e che prima o poi non lo sarà più, ho imparato cosa significa essere isolati dall'universo facendone parte e non poter aspirare a conoscere le cose nella realtà ma solo nella sua rappresentazione limitata... non so se quel che aveva intenzione di fare fosse tutto questo o semplicemente dovesse giustificare il pacco di soldi che gli davano per quelle ore di lezione, ma di sicuro qualcosa ha fatto ed io gli sarò sempre grato per questo suo regalo.