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X-Chords. Il Cattivo!
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di danielsyte [user #4023] - pubblicato il 19 marzo 2008 ore 08:34
Buio.
Freddo.
Liquidator non vedeva nulla, non capiva niente. Si sentiva stordito, più di quanto fosse solito percepire di se stesso. Qualcosa non andava, ma gli arti ancora non si muovevano. Qualcosa era andato storto.
"Certo" iniziava a ripetersi, "qualcosa deve essere andato storto".
Eppure non riusciva a fare mente locale, nemeno mente remota, nemmeno mente. Perché quando uno proprio non sa non mente neanche.L'Incredibile Ingordo si sentiva molto solo. Deluso, abbandonato.
Nemmeno il quindicesimo panino farcito di Kebab riusciva a tirarlo su di morale. "Sembrava tutto così bello, ed invece... dovevamo combattere insieme contro Il Cattivo, ed invece eccomi qui a mangiucchiare per la solitudine. Liquidator non si è comportato da capo. Che delusione. Quasi che abbandono i miei poteri, finisco solo questi spuntini che mi hanno portato...".Al quartier generale degli X-Chords non si respirava certo una buona aria, merito soprattuto degli effetti speciali provocati da tutti i kebab trangugiati dall'Incredibile Ingordo. Chi passava da lì capiva che era un brutto periodo, ed essendo l'inizio si dicevano "se chi ben comincia è a metà dell'opera, questi resteranno per sempre alla copertina...". Ma neanche la copertina era lì, c'era solo il Lenzuolo, il fido segretario di Liquidator. Il suo ufficio era il regno delle ragnatele, tant'è che Piero Angela ci fece pure una puntata di Super Quark, dove la voce dei documentari spiegava tutte le diverse specie di ragni che popolano la Terra. Lo stesso quartier generale degli X-Chords non era questo granché, una porticina di un sottoscala male illuminato perso chissà dove ai piedi del grande palazzo.L'Incredibile Ingordo finì il suo ultimo panino, una baguette di un metro riempita di ogni bendiddìo, e si voltò come per uscire dal quartier generale. "Tanto qui non ci sto a fare un granché, meglio cercarmi un'altra occupazione". In quel preciso istante non accadde nulla, ma poco dopo il nostro supereroe sentì un qualcosa muoversi dentro di lui, ben più potente del suo ultimo spuntino. Lo Sforzo."Incredibile Ingordo, ascoltami. Liquidator è in serio pericolo. Era andato la scorsa settimana a contrattare con Il Cattivo, per chiedergli di lasciar vincere gli X-Chords per il promo scontro, per poter architettare un sequel di puntate contro di lui. Purtroppo Il Cattivo l'ha rinchiuso in un cubo chiuso, lontano dallo spazio e dal tempo. Devi salvarlo". L'Incredibile Ingordo capì che qualcosa stava andando storto, era un pezzo di mortadella che aveva smarrito la retta via. Era un segno, quelle parole erano veramente Lo Sforzo. E Liquidator aveva un grande bisogno d'aiuto. "O grande Sforzo" replicò l'Incredibile Ingordo "ma perché non me l'hai detto prima?" "Sono rimasto senza Internet a causa del passaggio Alice-Tele2 e non potevo comunicartelo prima. Non chiedere di più perché non so. Corri da Liquidator, prima che sia troppo tardi. E' lontano dallo spazio e dal tempo, ma lo puoi trovare in via della malvagità 666.".L'Incredibile Ingordo si fiondò alla massima velocità verso l'indirizzo datogli da Lo Sforzo, ma arrivato all'incrocio con piazza dell'Immobilità il suo Tom Tom perse il collegamento satellitare. "Ci siamo, dovrei essere nei paraggi." Liquidator riuscì a malapena a muovere il mignolino del piede destro, e la cosa lo riempì di una gioia inaspettata. Capì di non essere in una situazione troppo disperata, insomma, riusciva ancora a muovere il mignolino del piede destro, non tutto era perduto. Cercò di capire che giorno e che ora fosse, ma con orrore sentì che il suo orologio non era al suo polso sinistro. Questo gli diede un piccolo tepore gioioso, perché poteva anche sentire il polso sinistro, ma purtropo non poteva sapere nè quando nè dove si trovasse.L'Incredibile Ingordo si fece largo nella piazza deserta, nel senso che sbottonò di un buco la cinta dei pantaloni, gli stavano un pelo stretti. Nella piazza c'era solo il basamento di un monumento, un cubo, poco più in là un orologio, sopra il cielo triste ed infinito.
Avvicinandosi all'orologio sentì un vocino sibilare alle sue spalle "fuochino". Le spalle dell'Incredibile Ingordo comunicarono subito l'accaduto al cervello, ed in men che non si dica l'Incredibile Ingordo si voltò.
Un signore distinto, quindi nè buono nè ottimo, si appoggiava al basamento del monumento mancante. Era vestito, e questo era un punto a suo favore. Indossava un vestito scuro a righine bianche, una cravatta rossa, una camicia azzurrina, scarpe nere di pelle. Le rughe non gli solcavano ancora il viso, ma erano come pronte a tendere un agguato da un momento all'altro, come quando si hanno cinquant'anni e si cerca di nascondere la propria età. Un anello con un vistoso rubino occupava il suo anulare destro, le mani intrecciate sopra al bastoncino di bambù da passeggio. Chi era costui? Si trattava forse di Il Cattivo? L'Incredibile Ingordo provò a chiederglielo, ma proprio in quel momento gli mancarono le forze, era infatti troppo tempo che restava senza cibo."Ha ha ha. E così chi mi doveva fermare, sconfiggere, ridurre a pezzettini si trova ora in difficoltà vero? Non è forse così?". L'Incredibile Ingordo si sentiva soffocare, non sapendo come risolvere la situazione provò a mangiare la prima cosa che gli capitò sotto mano, l'orologio di Liquidator. Questo gli permise di guadagnare tempo. "Non è finita qui, Il Cattivo, ora te la faccio pagare!" - "Per questo ho una commercialista!". E comparve all'improvviso Iva Partita, le temibile commercialista di Il Cattivo. Iva era una tipa tosta, che non si era lasciata scoraggiare neanche dai subprime americani, neanche il dollaro debole riusciva a fermarla. Il Cattivo scomparve, e l'Incredibile Ingordo non sapeva proprio come risolvere la situazione. Iva gli si avvicinava sempre di più, riempendolo di domande a cui non riusciva a rispondere. "Dati catastali? Ammortamenti dell'ultimo anno? ICI?". L'incredibile Ingordo capì che solo un Deus ex machina poteva risolvere la situazione. Un rombo lontano, accompagnato da uno schitarrare a metà strada tra il metallo e l'hard rock, colpì l'attenzione dei due rivali. All'improvviso la musica si fece fortissima, e proporzionalmente al suo volume si espandeva il sorriso sulle labbra dell'Incredibile Ingordo. Iva sentiva le sue esili gambette scricchiolare, capiva che lo scrittore si era smaronato e voleva volgere verso il lieto fine della puntata. Anche il cubo iniziò a creparsi.La Lamborghini si fermò nella piazza. Vestito come suo solito, scese dalla macchina Ronnie James Dio, accompagnato da un'orda di musicisti assatanati di Rock che improvvisarono un concerto nella piazza. I decibel erano talmente tanti che riuscirono a rompere il cubo dentro il quale a sorpresa di tutti era rinchiuso Liquidator, e a trasformare la povera Iva in Gruppy, la nuova groupie del salvatore della nostra puntata quotidiana. Liquidator era davvero scosso, emozionato, e non sapeva chi e come ringraziare, per cui ringraziava un po' tutti. L'Incredibile Ingordo prese l'iniziativa e saltò sul palco a jammare con la band. Visto che la storia deve finire, anche Liquidator salì sul palco. Prese una chitarra in mano, ma al primo accordo furono tutti colti da acuti spasmi e si dovette scappare tutti quanti verso la prima toilette disponibile."Liquidator" gli fece l'Incredibile Ingordo, "lo sai che hai i tuoi poteri anche quando non vuoi... Hai fatto scappare tutti, ma proprio tutti."
"Mi spiace, ma mi sono fatto prendere la mano... a proposito, che cosa è successo? Chi mi ha rinchiuso nel cubo? E chi era quella signorina?"
"E' una storia lunga. L'importante è che narrandola agli amici ci prendiamo noi i meriti. La signorina era la temibile commercialista di Il Cattivo, che se l'è svignata sul più bello. Ora però Iva non c'é più, è Partita!".Tra grasse risate i due amici si riavviarono verso il quartier generale degli X-Chords. Perché finchè Il Cattivo sarà in libertà, non ci sarà pace in questa città. Trallallero trallalà.
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Buio.
Freddo.
Liquidator non vedeva nulla, non capiva niente. Si sentiva stordito, più di quanto fosse solito percepire di se stesso. Qualcosa non andava, ma gli arti ancora non si muovevano. Qualcosa era andato storto.
"Certo" iniziava a ripetersi, "qualcosa deve essere andato storto".
Eppure non riusciva a fare mente locale, nemeno mente remota, nemmeno mente. Perché quando uno proprio non sa non mente neanche. L'Incredibile Ingordo si sentiva molto solo. Deluso, abbandonato.
Nemmeno il quindicesimo panino farcito di Kebab riusciva a tirarlo su di morale. "Sembrava tutto così bello, ed invece... dovevamo combattere insieme contro Il Cattivo, ed invece eccomi qui a mangiucchiare per la solitudine. Liquidator non si è comportato da capo. Che delusione. Quasi che abbandono i miei poteri, finisco solo questi spuntini che mi hanno portato...". Al quartier generale degli X-Chords non si respirava certo una buona aria, merito soprattuto degli effetti speciali provocati da tutti i kebab trangugiati dall'Incredibile Ingordo. Chi passava da lì capiva che era un brutto periodo, ed essendo l'inizio si dicevano "se chi ben comincia è a metà dell'opera, questi resteranno per sempre alla copertina...". Ma neanche la copertina era lì, c'era solo il Lenzuolo, il fido segretario di Liquidator. Il suo ufficio era il regno delle ragnatele, tant'è che Piero Angela ci fece pure una puntata di Super Quark, dove la voce dei documentari spiegava tutte le diverse specie di ragni che popolano la Terra. Lo stesso quartier generale degli X-Chords non era questo granché, una porticina di un sottoscala male illuminato perso chissà dove ai piedi del grande palazzo. L'Incredibile Ingordo finì il suo ultimo panino, una baguette di un metro riempita di ogni bendiddìo, e si voltò come per uscire dal quartier generale. "Tanto qui non ci sto a fare un granché, meglio cercarmi un'altra occupazione". In quel preciso istante non accadde nulla, ma poco dopo il nostro supereroe sentì un qualcosa muoversi dentro di lui, ben più potente del suo ultimo spuntino. Lo Sforzo. "Incredibile Ingordo, ascoltami. Liquidator è in serio pericolo. Era andato la scorsa settimana a contrattare con Il Cattivo, per chiedergli di lasciar vincere gli X-Chords per il promo scontro, per poter architettare un sequel di puntate contro di lui. Purtroppo Il Cattivo l'ha rinchiuso in un cubo chiuso, lontano dallo spazio e dal tempo. Devi salvarlo". L'Incredibile Ingordo capì che qualcosa stava andando storto, era un pezzo di mortadella che aveva smarrito la retta via. Era un segno, quelle parole erano veramente Lo Sforzo. E Liquidator aveva un grande bisogno d'aiuto. "O grande Sforzo" replicò l'Incredibile Ingordo "ma perché non me l'hai detto prima?" "Sono rimasto senza Internet a causa del passaggio Alice-Tele2 e non potevo comunicartelo prima. Non chiedere di più perché non so. Corri da Liquidator, prima che sia troppo tardi. E' lontano dallo spazio e dal tempo, ma lo puoi trovare in via della malvagità 666.". L'Incredibile Ingordo si fiondò alla massima velocità verso l'indirizzo datogli da Lo Sforzo, ma arrivato all'incrocio con piazza dell'Immobilità il suo Tom Tom perse il collegamento satellitare. "Ci siamo, dovrei essere nei paraggi." Liquidator riuscì a malapena a muovere il mignolino del piede destro, e la cosa lo riempì di una gioia inaspettata. Capì di non essere in una situazione troppo disperata, insomma, riusciva ancora a muovere il mignolino del piede destro, non tutto era perduto. Cercò di capire che giorno e che ora fosse, ma con orrore sentì che il suo orologio non era al suo polso sinistro. Questo gli diede un piccolo tepore gioioso, perché poteva anche sentire il polso sinistro, ma purtropo non poteva sapere nè quando nè dove si trovasse. L'Incredibile Ingordo si fece largo nella piazza deserta, nel senso che sbottonò di un buco la cinta dei pantaloni, gli stavano un pelo stretti. Nella piazza c'era solo il basamento di un monumento, un cubo, poco più in là un orologio, sopra il cielo triste ed infinito.
Avvicinandosi all'orologio sentì un vocino sibilare alle sue spalle "fuochino". Le spalle dell'Incredibile Ingordo comunicarono subito l'accaduto al cervello, ed in men che non si dica l'Incredibile Ingordo si voltò.
Un signore distinto, quindi nè buono nè ottimo, si appoggiava al basamento del monumento mancante. Era vestito, e questo era un punto a suo favore. Indossava un vestito scuro a righine bianche, una cravatta rossa, una camicia azzurrina, scarpe nere di pelle. Le rughe non gli solcavano ancora il viso, ma erano come pronte a tendere un agguato da un momento all'altro, come quando si hanno cinquant'anni e si cerca di nascondere la propria età. Un anello con un vistoso rubino occupava il suo anulare destro, le mani intrecciate sopra al bastoncino di bambù da passeggio. Chi era costui? Si trattava forse di Il Cattivo? L'Incredibile Ingordo provò a chiederglielo, ma proprio in quel momento gli mancarono le forze, era infatti troppo tempo che restava senza cibo."Ha ha ha. E così chi mi doveva fermare, sconfiggere, ridurre a pezzettini si trova ora in difficoltà vero? Non è forse così?". L'Incredibile Ingordo si sentiva soffocare, non sapendo come risolvere la situazione provò a mangiare la prima cosa che gli capitò sotto mano, l'orologio di Liquidator. Questo gli permise di guadagnare tempo. "Non è finita qui, Il Cattivo, ora te la faccio pagare!" - "Per questo ho una commercialista!". E comparve all'improvviso Iva Partita, le temibile commercialista di Il Cattivo. Iva era una tipa tosta, che non si era lasciata scoraggiare neanche dai subprime americani, neanche il dollaro debole riusciva a fermarla. Il Cattivo scomparve, e l'Incredibile Ingordo non sapeva proprio come risolvere la situazione. Iva gli si avvicinava sempre di più, riempendolo di domande a cui non riusciva a rispondere. "Dati catastali? Ammortamenti dell'ultimo anno? ICI?". L'incredibile Ingordo capì che solo un Deus ex machina poteva risolvere la situazione. Un rombo lontano, accompagnato da uno schitarrare a metà strada tra il metallo e l'hard rock, colpì l'attenzione dei due rivali. All'improvviso la musica si fece fortissima, e proporzionalmente al suo volume si espandeva il sorriso sulle labbra dell'Incredibile Ingordo. Iva sentiva le sue esili gambette scricchiolare, capiva che lo scrittore si era smaronato e voleva volgere verso il lieto fine della puntata. Anche il cubo iniziò a creparsi. La Lamborghini si fermò nella piazza. Vestito come suo solito, scese dalla macchina Ronnie James Dio, accompagnato da un'orda di musicisti assatanati di Rock che improvvisarono un concerto nella piazza. I decibel erano talmente tanti che riuscirono a rompere il cubo dentro il quale a sorpresa di tutti era rinchiuso Liquidator, e a trasformare la povera Iva in Gruppy, la nuova groupie del salvatore della nostra puntata quotidiana. Liquidator era davvero scosso, emozionato, e non sapeva chi e come ringraziare, per cui ringraziava un po' tutti. L'Incredibile Ingordo prese l'iniziativa e saltò sul palco a jammare con la band. Visto che la storia deve finire, anche Liquidator salì sul palco. Prese una chitarra in mano, ma al primo accordo furono tutti colti da acuti spasmi e si dovette scappare tutti quanti verso la prima toilette disponibile. "Liquidator" gli fece l'Incredibile Ingordo, "lo sai che hai i tuoi poteri anche quando non vuoi... Hai fatto scappare tutti, ma proprio tutti."
"Mi spiace, ma mi sono fatto prendere la mano... a proposito, che cosa è successo? Chi mi ha rinchiuso nel cubo? E chi era quella signorina?"
"E' una storia lunga. L'importante è che narrandola agli amici ci prendiamo noi i meriti. La signorina era la temibile commercialista di Il Cattivo, che se l'è svignata sul più bello. Ora però Iva non c'é più, è Partita!". Tra grasse risate i due amici si riavviarono verso il quartier generale degli X-Chords. Perché finchè Il Cattivo sarà in libertà, non ci sarà pace in questa città. Trallallero trallalà. |
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