Prima c’è stato Johann Sebastian Bach, il genio assoluto.
Poi purtroppo, almeno per i miei gusti personali, fu la messa beat. Chissà la buonanima del povero Johann quanto si sarà rigirato nella tomba! Ma quello era sopratutto un modo per avvicinare i giovani alla religione, una specie di lasciate che i ragazzi vengano a me, anche se il sottofondo musicale erano improbabili musiche sacre, testi arzigogolati, parole stipate in una metrica impossibile tanto che a volte nello spazio d’una battuta di quattro quarti veniva stipata mezza Bibbia. Ora la messa Beat è stata rimossa dalle chiese, sarà un bene? Un male? Chissà? Epperò chi può dire quanti, tra ragazze e ragazzi usciti da quella primordiale esperienza musicale si saranno poi avviati sui sentieri dello studio della musica. Intanto però qualcuno, già da parecchio tempo s’era messo di traverso, qualcuno con la vocazione di cantare le lodi del Signore e non solo quello, certo senza l’inarrivabile arte dell’altissimo Bach, ma nemmeno col disperatamente allegro dilettantismo dei cantori della messa beat. Don Giuseppe (Giosy) Cento, Ischia di Castro (VT) 12 agosto 1946.
Per sapere chi è Don Giosy basta andare su Google e digitare il suo nome, vi investirà una valanga di notizie, un’autentica sorpresa. Don Giosy e i Parsifal hanno inciso una quantità enorme di dischi, tutti prodotti dalle Edizioni Paoline, roba da fare impallidire Micael Jackson, vabbè forse l’esempio non calza... Comunque Don Giosy da anni tiene concerti in tutta Italia e in buona parte d’Europa, un seguito di fan impressionante, ai suoi concerti, sempre rigorosamente gratis, il tutto esaurito è garantito. Di lui hanno scritto giornali laici e testate cattoliche come Famiglia Cristiana e l’Osservatore Romano, per lui si muovono masse di fans come non succede per parecchi altri rocker italiani, insomma è indiscutibilmente un fenomeno, un autentico personaggio. Un personaggio sconosciuto ai più ma famosissimo in un certo sottobosco musicale italiano, ignorato dai normali canali mediatici, Don Giosy ha un pubblico che si basa esclusivamente sul passaparola e il WEB. Bene ho cercato di descrivere sommariamente Don Giosy, ma per chi volesse approfondirne la conoscenza, sulla rete è disponibile una quantità enorme di materiale. Un dato su tutti: L'ultimo album 2010 un doppio intitolato "Cos'è che muove il cielo" ha già venduto 10.000 copie, e il tour italiano ha toccato più di 40 città.
Ora invece parlando da musicisti ecco la domanda: ma com’è la musica di Don Giosy? Ascoltandolo la prima impressione è quella che, forse, non si è al cospetto del novello Bob Dylan, la sua musica si identifica nel pop italiano, molta elettronica ma anche straordinari gli strumenti “classici” grazie a collaborazioni di musicisti d’altissimo livello. Nel complesso nonostante i mezzi siano scarsi, si avverte che nella musica di don Gosy forse c’è troppa roba, i Parsifal danno un buon supporto musicale con ottime individualità vocali, ma a volte si avverte la necessità di sentire più pezzi per sola voce e pianoforte o chitarra, qualcosa di più minimalista e intimista. E pensare che la voce del Don non è per nulla banale, egli possiede un timbro che sta tra l’Ivano Fossati e Pierangelo Bertoli con anche qualche sfumatura a ricordare Augusto dei Nomadi, una voce quindi che si presterebbe molto bene ad esecuzioni meno elefantiache, meno barocche, dove magari i testi senza dubbio mai banali e scontati, avrebbero tutt’altro risalto. Perchè è li, nei testi che Don Giosy da il meglio di se, quei testi dove si intende lo sforzo, l’intenzione d’uscire dal clichè del prete cantante per offrire spunti di riflessione più vasti e profondi. Mai il Don si limita alla scontata rima da messa beat: “Signore e amore”, preferendo affrontare temi attuali e decisamente più terreni. Quindi nel complesso la forza di Don Giosy sta nelle parole, nella capacità di affrontare temi cari ai giovani senza remore, ma andando dritto al punto. E' così che il Don riesce ad aggregare, con la sua musica, che è poi la missione d’ogni prete, solo che Don Giosy la sua missione, oltre che esercitarla ovviamente in Chiesa, lui la porta avanti anche sui palchi in giro per il mondo col microfono, la chitarra, la batteria, il basso ecc. E così facendo riesce a riunire giovani in modo trasversale perchè ai suoi concerti ci trovi il chirichetto e il punk, tutti riuniti sotto la stessa bandiera, il Rock.