di jazzino [user #23867] - pubblicato il 09 marzo 2012 ore 20:13
Definire lo swing è sempre stato difficile. Credo per il fatto che la risposta sia da trovare nel rapporto “personale” che ciascun musicista ha tra il “suo” tempo e il tempo oggettivo (metronomico). In senso lato lo swing riconduce alla pulsazione ritmica del ballo. Per questo suonare con swing può produrre un vero e proprio piacere fisico che nel caso del pianista si estende al piacere tattile. L’idea di time e di tocco sono strettamente correlate tra loro, e questo avvalla la tesi sopra sostenuta dell’identificazione del time in una personale concezione che si svela nel timbro (come tocco i piatti, come tocco il pianoforte, come soffio dentro a un sassofono, come sfioro le corde della mia chitarra…). La musica nel jazz è in divenire e per questo è auspicabile non dare un’idea di tensione costruttiva prestabilita ma di respiro e di scoperta. Potremmo anche dirla così: nel jazz la musica è vissuta nel momento performativo.