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Come si fa?
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di HOKKEIN [user #281] - pubblicato il 12 agosto 2004 ore 20:14
Un bel pezzo esce da una mente sola e, in casi rari da più menti di uno stesso gruppo che, per uno strano caso della vita suonano insieme.
Ipotizziamo che esca da una mente sola...se il chitarrista è un musicista allora mi pare giusto che questo chitarrista pensi alla globalità del pezzo, ai suoi intrecci. Ora, se un chitarrista è un chitarrista come fa ad avere in mente quelle sottigliezze, quesi passaggini gustosi, magari di pianoforte o uno stacchetto di batteria o semplicemente un effetto messo in più?E' un pò come un gioco punta e clicca, un'avventura tipo Myst o il vecchio Monkey Island: fai la tua strada ed arrivi ad un punto in cui ti blocchi, poi ti arriva un input, un'intuizione dall'esterno e ti si schiariscono le idee e la strada si fa più chiara davanti a te...questa idea potrebbe essere un input da parte di una persona con la quale lavori, un pianista o un cantante o semplicemente un ascolto che ti dà quell'idea che ti mancava, e il pezzo si dipana.Come si fa? Come si fa a fare in modo di trovare questo input, a non esserne succubi, a uscire dal proprio io e giudicare le cose dall'esterno? Com'è che nascono tanti pezzi che trovo splendidi per poi accorgermi che il giro è sempre quello ma magari è il modo geniale con cui vengono messe le cose, i suoni, gli stacchi a renderlo unico?Forse bisogna trovarsi fra persone "uniche", con quella creatività che ci vuole, qualcuno che abbia veramente quella sensibilità per andare oltre, quella cosa che manca nella musica italiana che si sente che è solo un'idea del cazzo mollata al primo studio di registrazione che parte dalle stesse basi di tutti gli studi di registrazione per arrivare nello stesso identico posto, e i pezzi escono tutti uguali.Vorrei avere i soldi e il tempo per creare una specie di simposio una sala enorme piena zeppa di sedie e strumenti e amplificatori dalla potenza massima di 10 watt dove trovarsi, guardare un film e buttare giù le idee non appena vengono, e chissà se sarebbe possibile, attenti come siamo a come suoniamo, a farci vedere, a farci la guerra a giocare a chi ce l'ha più lungo. Chissà che cazzo importa alla musica di chi è il più bravo quando magari lo strumento del 300 sarà un poliaggeggiomultifunzionale capace di generare armonie su tutto lo spettro sonoro, a quel punto voglio vedere se il chitarrista riuscirà ad uscire dalla sua logica, dal suo cervello, dai suoi limiti e boostare le sue capacità.
Forse dovremmo essere tutti più musicisti e meno chitarristi, credo che ne avremmo un vantaggio mostruoso un pò come scoprire, come sto facendo, che lo studio delle dinamiche sulla classica, l'attenzione al suono e a fare in modo che ogni "quantità" di nota non sia lasciata al caso ma sia voluta si riflette positivamente nell'hard rock, manco a dirlo.Andiamo a magnà a pasta e finimo de sparà cazzate.
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Un bel pezzo esce da una mente sola e, in casi rari da più menti di uno stesso gruppo che, per uno strano caso della vita suonano insieme.
Ipotizziamo che esca da una mente sola...se il chitarrista è un musicista allora mi pare giusto che questo chitarrista pensi alla globalità del pezzo, ai suoi intrecci. Ora, se un chitarrista è un chitarrista come fa ad avere in mente quelle sottigliezze, quesi passaggini gustosi, magari di pianoforte o uno stacchetto di batteria o semplicemente un effetto messo in più? E' un pò come un gioco punta e clicca, un'avventura tipo Myst o il vecchio Monkey Island: fai la tua strada ed arrivi ad un punto in cui ti blocchi, poi ti arriva un input, un'intuizione dall'esterno e ti si schiariscono le idee e la strada si fa più chiara davanti a te...questa idea potrebbe essere un input da parte di una persona con la quale lavori, un pianista o un cantante o semplicemente un ascolto che ti dà quell'idea che ti mancava, e il pezzo si dipana. Come si fa? Come si fa a fare in modo di trovare questo input, a non esserne succubi, a uscire dal proprio io e giudicare le cose dall'esterno? Com'è che nascono tanti pezzi che trovo splendidi per poi accorgermi che il giro è sempre quello ma magari è il modo geniale con cui vengono messe le cose, i suoni, gli stacchi a renderlo unico? Forse bisogna trovarsi fra persone "uniche", con quella creatività che ci vuole, qualcuno che abbia veramente quella sensibilità per andare oltre, quella cosa che manca nella musica italiana che si sente che è solo un'idea del cazzo mollata al primo studio di registrazione che parte dalle stesse basi di tutti gli studi di registrazione per arrivare nello stesso identico posto, e i pezzi escono tutti uguali. Vorrei avere i soldi e il tempo per creare una specie di simposio una sala enorme piena zeppa di sedie e strumenti e amplificatori dalla potenza massima di 10 watt dove trovarsi, guardare un film e buttare giù le idee non appena vengono, e chissà se sarebbe possibile, attenti come siamo a come suoniamo, a farci vedere, a farci la guerra a giocare a chi ce l'ha più lungo. Chissà che cazzo importa alla musica di chi è il più bravo quando magari lo strumento del 300 sarà un poliaggeggiomultifunzionale capace di generare armonie su tutto lo spettro sonoro, a quel punto voglio vedere se il chitarrista riuscirà ad uscire dalla sua logica, dal suo cervello, dai suoi limiti e boostare le sue capacità.
Forse dovremmo essere tutti più musicisti e meno chitarristi, credo che ne avremmo un vantaggio mostruoso un pò come scoprire, come sto facendo, che lo studio delle dinamiche sulla classica, l'attenzione al suono e a fare in modo che ogni "quantità" di nota non sia lasciata al caso ma sia voluta si riflette positivamente nell'hard rock, manco a dirlo. Andiamo a magnà a pasta e finimo de sparà cazzate. |
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