di Leon Ravasi [user #4] - pubblicato il 06 marzo 2003 ore 10:42
È così bello inciampare nei dischi per puro caso! Lasciarsi trascinare da una fotografia, da una grafica azzeccata, dalla confezione. O anche solo dal fiuto. A volte, come in questo caso, dalla passione per i lupi. Il lupo, nel senso di lupo solitario, di lupo grigio, di Akela, di “richiamo della foresta”, ma anche di Balto, mi è sempre appartenuto. È il mio animale sciamanico. E quando ci si fa trascinare dalle suggestioni è difficile sbagliare mira. “I luf” (“I lupi” secondo la vulgata lombarda) sono una piacevolissima scoperta di … stamattina. Troppo bello il disco per lasciarlo appassire negli scaffali di Buscami. Una sola copia poi. Ora o mai più. Ora. E il disco ricambia le attenzioni e si dispiega. Introduce con dolcezza il tema, entra sotto pelle con un denso coro polifonico e poi come nebbia si spande tutt’intorno. “Occhio al lupo che viene dal Giogo/ non ride e se è arrabbiato morde”, prima di dare il via alle danze che entrano con maestria per non mollarti nei dodici solchi a seguire.