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No: questo non è lo schema del chip Covid-19
No: questo non è lo schema del chip Covid-19
di [user #17844] - pubblicato il

Microchip iniettati col vaccino, 5G per controllare la gente a distanza, la Rete trabocca di notizie farlocche e fesserie come questa, ma per un chitarrista è impossibile cascarci.
Se siete assidui frequentatori dei Social Network, saprete bene quanto sia facile che una notizia si diffonda in maniera virale, a macchia d’olio, anche senza richiedere fonti o verifica alcuna.
In tempo di Coronavirus siamo abituati al fenomeno e quello che emerge con l’arrivo del vaccino Pfizer è solo l’ultimo di una lunghissima serie di esempi, bufale e scherzi che - ahimè - finiscono per essere presi sul serio e alimentare panico e disinformazione.

No: questo non è lo schema del chip Covid-19

L’immagine che vedete qui in alto ha affollato le bacheche e le app di messaggistica con un titolo preoccupante: “schema del chip Covid-19 5G”.
Un creativo post a seguito racconta di come quell’immagine confidenziale sia stata diffusa dai Russi e in che modo il minaccioso circuito riesca a innestarsi nel corpo umano attraverso l’iniezione del vaccino Pfizer, rendendo possibile il controllo delle funzioni vitali, trasmissioni varie in 5G e i soliti punti tirati in ballo dalle teorie sul tema.
Peccato che - e a un chitarrista basta un’occhiata per identificare elementi fin troppo familiari - quello ritratto non è altro che lo schema di un Boss Metal Zone: il distorsore a pedale.

No: questo non è lo schema del chip Covid-19

Considerato il pubblico specializzato a cui ci rivolgiamo, non crediamo sia necessario approfondire oltremodo la questione, ma ecco comunque la spiegazione della bufala così come riportata da Open, compreso l’esilarante post che tentava di giustificare la presenza di termini come Gain, Treble, Bass e Footswitch nello schema di un microchip destinato a essere iniettato nel corpo umano.

No: questo non è lo schema del chip Covid-19

Siamo fiduciosi che tutto abbia avuto inizio come un innocuo “inside joke”, uno scherzo tra musicisti fin troppo ovvio per essere preso sul serio, e non come un tentativo malizioso di fare disinformazione. Come talvolta accade, però, un contenuto sfugge ai suoi creatori e finisce in un vortice di condivisioni e repost in cui è difficile individuare la fonte e che proprio nei suoi copia-incolla finisce per trovare legittimazione e, agli occhi degli sprovveduti, veridicità.
L’informazione non funziona così, diffidate e verificate sempre le fonti. Sempre.
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Link utili
La bufala sbugiardata da Open Online
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