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Sharks: i dischi ai tempi dell'analogico
Sharks: i dischi ai tempi dell'analogico
di [user #116] - pubblicato il

Gli Sharks sono una band che tra gli anni '80 e '90 ha portato una ventata di autentico hard rock nella migliore scena pop italiana di quel periodo. Una band che per suono, pezzi e attitudine faceva tendenza e muoveva interesse e voglia di collaborare ai piani alti della discografia italiana: Vasco, Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone, Roberto Casini sono solo alcuni dei nomi che si sono legati alla storia degli Sharks. Su Accordo, di settimana in settimana, ci raccontano la loro storia.


Leggi qui il primo ed il secondo episodio dedicati alla storia degli SHARKS


Rientrati in Italia dopo la trionfale esprienza a Tokyo nel 1987 (dove si esibiscono a Budokan)  gli Sharks vedono l'interesse attorno a loro intensificarsi: Enrico Rovelli li porta a firmare per la CGD, casa discografica all'epoca importantissima, che vantava artisti come Pooh e Raf. Titolari dell'etichetta, il gruppo Sugar Music e Caterina Caselli.
Era il momento di pubblicare un album. Al gruppo, si affianca quindi la figura di Luigi Schiavone, in quegli anni alter ego di Enrico Ruggeri e chitarrista/autore tra i più gettonati della scena. Oltre a Schiavone, gravitano attorno alla band  personalità come Patrick Djivas, Franz Di Cioccio, Claudio Dentes, Marti Jane e Roberto Casini. Proprio quest'ultimo  diventerà poi il produttore del secondo disco.  


Sharks: i dischi ai tempi dell'analogico

Gli Sharks con Schiavone e Bocchi, Studi Regson di Milano - 1988 


ACCORDO: Avete collaborato con diversi produttori: qual è stato l'apporto tecnico e musicale più importante portato da ognuno?

Andrea Ge (batterista):
Tecnicamente devo dire che eravamo piuttosto preparati, suonavamo sempre ed avevamo già fatto diverse registrazioni, per questo motivo eravamo compatti, professionali e direi convincenti. Pur essendo giovani avevamo una chiara visione di quello che volevamo essere e rappresentare, ma ci siamo comunque sempre affidati di buon grado ai nostri produttori che, oltre ad un’indiscutibile esperienza, avevano anche una visione più completa e consapevole del progetto e di come collocarlo a livello nazionale. Per la realizzazione del nostro primo album “Notti di fuoco” registrato agli Studi Regson di Milano, Luigi Schiavone ha lavorato principalmente sulla scelta dei suoni e sugli arrangiamenti a livello armonico, impreziosendo notevolmente i brani. Schiavone è stato inoltre il primo a insegnarci a condensare le composizioni in una dimensione più radiofonica. Prima di allora eravamo piuttosto “prolissi”, abituati a concepire la musica sempre in un’ottica live. Nello studio Psycho di Milano abbiamo invece lavorato sulla produzione del brano per Sanremo, “Tentazioni”. Vasco ha contribuito alla stesura del testo ed era quasi tutto pronto, si è trattato quindi solo di fare qualche sovra-incisione e mettere tutto in bella copia. Qui è stato determinante il gusto e l’abilità tecnica di Marti Jane Robertson che ha lavorato a stretto contatto con Claudio Dentes e Paul Jeffery.
Roberto Casini è stato invece il produttore dell’album “Slow Song” registrato a Bologna, quello appena uscito per intenderci. Qui il lavoro è stato più complesso in quanto, abbiamo dovuto ricreare tutte le parti armoniche delle tastiere con il contributo di Mark Harris, che ha collaborato con grande perizia ed entusiasmo migliorando in maniera considerevole il risultato finale. Casini ha lavorato anche molto sugli arrangiamenti delle melodie, la stesura dei testi, la scelta dei suoni e delle atmosfere in generale. Ricordo in particolare alcune fasi come il campionamento delle percussioni dall’album dei Tears For Fears "Songs from the Big Chair" (1985) e l’inserimento di voci e cori femminili. Di fatto la produzione è stata molto ricercata con soluzioni per noi innovative e durante la realizzazione eravamo davvero convinti che l’album potesse avere un buon riscontro commerciale. In un brano, in duetto assieme a Dario cantava anche Vasco, ma questa è un’altra storia...

Dario Fochi (voce):
Anche se il mio linguaggio era molto diverso dal suo, Ruggeri mi ha sicuramente insegnato a impostare al meglio i testi. Vasco invece mi ha portato più che altro a concentrarmi meglio sull'interpretazione delle parole e non solo su tecnica, vocalità e intonazione. Mi spiegava che a volte una piccola sbavatura, può mettere maggiormente in risalto il significato di una parola o di una frase. Di lui in particolare ricordo quando decise di ascoltare tutto il materiale, realizzando che il brano “Che Storia è?’” poteva essere adatto ad un suo featuring. Decidemmo quindi di registrarlo insieme e mentre lo cantavo si inserì direttamente nella seconda strofa prima dell’inciso. Io ebbi letteralmente la pelle d’oca di fianco a quella magistrale interpretazione. La parte sembrava cucita su di lui e Il risultato finale era perfetto. Si era quindi deciso che diventasse il nostro primo singolo. Peccato però che non se ne fece nulla, sarebbe stata una botta! Con Rovelli invece il rapporto era diverso, principalmente di carattere professionale (contratti da firmare, concerti e promozione), fatto di lunghe attese nei corridoi della Kono Music aspettando il nostro turno per potergli parlare e avere news sui prossimi passi da fare. A volte capitava che ci portasse a cena nel suo ristorante assieme a Vasco e ricordo in particolare, prima dell’esibizione di Sanremo, quando ci invitò a casa sua, mettendomi davanti a uno specchio e chiedendomi di provare i movimenti che avrei fatto sul palco. Negli anni si era creata tra noi un’atmosfera da grande famiglia. 

Sharks: i dischi ai tempi dell'analogicoDario e Schiavone, Studi Regson di Milano -  1988

ACCORDO: Registrare un album negli anni ’80 è sicuramente diverso che farlo oggi... quali sono le difficoltà e quali i vantaggi nel registrare in studio rispetto ad oggi? 
 
Andrea Ge (batterista):
Difficoltà nessuna direi, fare un album adesso in confronto a prima è una passeggiata! Se hai i contenuti, con la tecnologia attuale è possibile realizzare prodotti ben superiori alle reali capacità artistiche. Puoi simulare un’intera orchestra, far cantare uno stonato o suonare a tempo un musicista incapace, con risultati impressionanti. I produttori oggi perdono molto tempo a editare le parti e solo pochi mirano alla preparazione e alla crescita di un artista come avveniva invece una volta. D’altronde tutto va più veloce se piaci subito magari puoi sempre crescere e migliorare, in caso contrario, se ne prende un altro e via da capo.

Dario Fochi (voce):
A differenza di oggi non potevi sbagliare altrimenti, eri costretto a rifare anche tutto da capo. La grande differenza era anche stare in studio con la band al completo, l'energia non si spezzava mai. Eravamo performanti e sempre concentrati su ogni dettaglio. Inoltre capitava di stare insieme anche un mese intero, così molte cose nascevano proprio lì. Era davvero un momento magico e molto creativo. 

Sharks: i dischi ai tempi dell'analogico

Gli Sharks sono: Dario Fochi voce, Mauro Palermo chitarre, Fabrizio Palermo tastiere, Francesco Di Foggia basso, Andrea Ge batteria.

L’album “Slow Song” prodotto da Roberto Casini per Selvaggia Music, Enrico Rovelli produzione e management, Mark Harris (keyboards), è disponibile su tutte le principali piattaforme digitali (iTunes, Spotify, Apple Music etc.)


 
andrea ge luigi schiavone sharks
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