Anno 1970, serata del MAK PI 100 dell'Istituto Magistrale Eleonora Pimentel Fonseca frequentato da mia sorella Anna Maria al 4° anno, che tra le compage di classe ne aveva 2 che io frequentavo e che mi piacevano veramente (di una poi, Antonietta, sono rimasto sempre in contatto anche dopo il loro diploma ed anche durante le vacanze estive in località balneare vicina alla cittadina nativa di mia madre, Mondragone). Superato il periodo di scarse possibilità economiche da parte nostra, giovani studenti universitari e musicisti amatoriali passati poi dal "Beat" al "Rock", qualche strumento un po' più blasonato ce lo potevamo permettere ed io avevo comperato un basso Fender Mustang color Competition Blue (di quel modello e colore ho adesso la chitarra ed è già la seconda, però a fine anno comperai un basso Gibson EB0 nuovo che ho ceduto in una permuta 13 anni dopo ma che ancora rimpiango), fui invitato in quella succitata occasione dalla ragazza di cui sopra a farle da cavaliere, cosa a me gradita, e nel salone danzante della "Mostra d'Oltremare", che aveva un paio di livelli per danzare, sul più basso avevano montato la pedana per i musicisti (allora organizzati nei "Complessi", termine obsoleto). C'era un gruppo di cui facevano parte il nostro cantante di allora, Federico, compreso il fratello batterista, ma in quell'occasione particolare suonavano con una coppia di altri fratelli più giovani, gemelli tra loro, con il bassista che imbracciava un basso che era la prima volta che vedevo. Questo gruppo creato apposta si chiamava "Il gruppo di famiglia" perchè il padre era il preside ed io chiesi a Federico dove avevano pescato quel basso; al che lui mi rispose che l'avevano comperato su consiglio del negoziante nostro di fiducia, uno dei 3 fratelli Miletti, che era prodotto da una ditta giapponese già dal 1963, la "Ibanez", importato però da poco da un produttore-costruttore di strumenti inglese, "Burns", e che come modello veniva chiamato "Bison" come anche un loro basso. Aveva già le meccaniche alla paletta posizionate 3+1, una forma vagamente "SG" e non suonava affatto male. Passarono molti anni, io sempre più fenderista e Leo Fender derivati, con tolleranze Gibson e reminescenze "Made in Germany", un giorno ebbi l'occasione di riparare un amplificatore ad un amico, Antonio, bravo bassista ma più giovane di me di molti anni e da cui avevo comperato il mio attuale Hofner Violin Bass del 1967, che per sdebitarsi mi regalò un basso disastrato, contenuto in una busta di plastica della spazzatura e con il manico a cui si era staccata la paletta, oltre ad avere il body crivellato di fori (Boh). Meraviglie delle meraviglie, era un basso Ibanez modello Bison identico a quello visto al collo del ragazzo 30 e più anni prima, ma era troppo rovinato ed io lo regalai, insieme ad un altrettanto rovinato Hofner Solid Body modello 185 color Fiesta Red, a mia volta al mio amico-collega-liutaio Mario in Salerno, quello che mi aveva resuscitato sia il Fender Telecaster Bass del 1968 che il Framus Strato Star Bass 5/156-2 del 1962 (modello usato dal bassista dei Nomadi nel 1963). Di bassi Ibanez poi ne ho avuti 4: un clone Les Paul Custom, un RS924, un RB 650 ed il TOP Musician 940 fretless, che non ha destato in me quel feeling mentre i 2 precedenti si, come pure una simil ES335.
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