Ultime considerazioni sull'uso del digitale, che derivano da una lunga e intensa serie di affinamenti dei suoni fatta durante le prove con la band.
Ecco i principali parametri che tendevo a sbagliare, e vi anticipo che il tutto porta a "non fate i suoni in cuffia":
VOLUME: inteso come bilanciamento tra un preset e l'altro. La dinamica di un batterista dal vivo in un piccolo pub dove si sente principalmente il suono acustico è infinitamente superiore a quella di un disco, quindi i suono che servono sulle parti più tirate, ovvero generalmente i distorti carichi devono avere un volume percettibilmente superiore rispetto ai puliti.
GAIN: Si cerca sempre di eguagliare un suono di riferimento, ad esempio avere gli armonici e il palm muting che escono il più possibile, ma agli alti volumi da concerto c'è più compressione e tutto viene percepito diversamente.
In più, gain del preset e volume del monitor si devono bilanciare in modo da avere modo di innescare il feedback solo quando (se) serve.
EQUALIZZAZIONE: uno dei fastidi più noti del digitale è che appena si cambiano cuffie, monitor o impianto, i suoni cambiano. Andando in giro con il nostro impianto i suoni sono tarati per funzionare li, chiaramente in altre situazioni ci si deve fidare di un fonico che non sa cosa abbiamo in mente, ma in generale dare l'ultima limatina mentre si suona con tutta la band è d'obbligo.
Ultima dritta, questo non vale solo per il digitale, ma anche per un amplificatore microfonato, se andiamo a considerare il suono che esce dall'impianto e dai monitor. |