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Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
di [user #16055] - pubblicato il

Il nostro lettore TidalRace racconta la sua ricerca in campo solid state e il quarto progetto di amplificatore per chitarra che avrebbe dovuto lanciare il marchio Ambrosi-Amps.
Dopo i primi due prototipi di amplificatori posti agli antipodi per scelte tecniche, di potenza e di dotazioni, realizzai un campione d’amplificatore più utilizzabile ma comunque ricco di novità nel 2006, ancora progettato con carta, penna e calcolatrice, che fu il protagonista nel 2008 del mio primo articolo su Accordo e utilizzato per parecchio tempo da mio fratello Emanuele per le sue serate. Visto l’entusiasmo che provò Emanuele nel testarlo, fresco d’apertura del suo piccolo negozio di Milano durato ahimè appena due anni, mi convinse a non abbandonare questi progetti, nonostante la mia delusione nel presentarlo a varie aziende del settore, che rifiutarono la possibilità di realizzarlo in modo professionale. Fu proprio lui a convincermi a proseguire, impegnandosi in prima persona a realizzare i prototipi dei cabinet insieme a un’altra persona che prima provò ad aiutarmi e poi si tirò indietro per problemi personali.
Uno dei progetti che sarebbero nati riguardava un amplificatore da 70 watt con lo stesso finale di potenza del modello 2006, ma declinato sia in formato combo con speaker da dodici pollici, sia in formato testata. Per la prima volta utilizzavo il simulatore di circuiti che snelliva di molto la progettazione.

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
Nel disegno: viste anteriori e posteriori del modello in formato combo e testata.

Il progetto voleva offrire tutto ciò che di buono avevo già disegnato in precedenza, con un pannello semplice da utilizzare e una logica che si ampliava su nuove possibilità d’utilizzo. L’elettronica era quella di un comune due-canali Lead e Clean, ma con la possibilità di settare fino a cinque suoni molto diversi tra loro tramite l’ausilio di una delle quattro pedaliere dedicate. I due canali disponevano tra l’altro di controlli particolari e impostati con precise caratteristiche che si completavano a vicenda. Si era previsto da subito la necessità di una scheda PCB realizzata professionalmente. Non si voleva rinunciare a un riverbero a molle, al tempo ancora il top, a un loop effetti di tipo seriale e ad alcune uscite di segnale su vari punti del circuito, certamente non dotate delle recenti simulazioni di cassa.

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
Nel disegno: pannelli anteriore e posteriore dell’amplificatore.

Dopo l’unico ingresso ad alta impedenza, si poteva adattare il segnale con il Gain per dare un primo carattere al suono, in seguito il segnale proseguiva per il canale Lead che aveva un Drive per la quantità di saturazione, un Voice per la prima impostazione della pasta sonora, un Notch per un’equalizzazione post-saturazione e un Volume per regolarne il livello. Il Notch poteva essere escluso con un interruttore esclusivamente da pannello e segnalato da un LED arancione, mentre lo stato operativo era segnalato dall’accensione di un LED rosso tra i controlli. Quasi al centro del telaio trovava posto il selettore manuale del canale con inseriti altri due LED, giallo e arancio per le funzioni Lead 2 e Lead 3 che vedremo in seguito.
Il canale Clean disponeva invece di un Voice identico al precedente e i tre controlli classici di tono ovvero Bass, Middle e Treble. Anche il Clean era segnalato da un LED verde tra i controlli. A seguire il Master volume, il Reverb in comune e il Cut per limitare la banda in alto, con un filtro molto selettivo che avrebbe evitato distorsioni zanzarose. A completare il pannello anteriore l’interruttore Active, con tanto di LED arancione per metterlo in pausa e il LED blu per segnalarne l’accensione.
Nel pannello posteriore, dopo il cavo d’alimentazione, l’interruttore d’accensione e il fusibile di rete, si trovava un dissipatore in alluminio nero per smaltire il calore del finale. A seguire il connettore per lo speaker interno da 4 ohm e quello per lo speaker esterno da 8 ohm, poi un’uscita chiamata Line-Out, di livello minore rispetto allo speaker ma con lo stesso segnale e un’uscita Rec-Out per la sola parte di preamplificazione, entrambe di tipo sbilanciato. Un loop effetti di tipo seriale avrebbe permesso la connessione degli effetti tra preamplificatore e finale di potenza, mentre un gruppo di quattro connettori RCA avrebbero collegato le molle del riverbero e i due canali separati per l’equalizzazione, la registrazione e l’amplificazione distinta degli stessi. A completare il pannello posteriore, un selettore per impostare il cambio canale tra pannello o pedaliera e il relativo connettore a quindici poli per connettore una delle quattro pedaliere dedicate.

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
In foto: gli otto selettori per le impostazioni nascoste, posti sotto al telaio e accessibili dal retro.

Alcuni selettori a slitta nascosti sotto il telaio attivavano altre funzioni particolari come la Class-A per emulare un finale di potenza in classe-A, o il doppio Presence a quattro posizioni per un picco di alte in più su tre frequenze diverse, tutti e tre posizionati sotto il dissipatore. Altri selettori erano il Deep e il Bright sul Master e sul Volume del canale distorto, quest’ultimo dotato anche del selettore Polarity per invertire la fase del segnale per alcune combinazioni extra.
La presenza del selettore Panel e del connettore a quindici poli Pedal si rendeva necessaria per poter collegare una delle quattro pedaliere di controllo dedicate, con relativo cavo, che sarebbero state vendute a parte. Il selettore Panel serviva proprio per attivare le pedaliere o lasciare il solo cambio di canale al selettore del pannello.

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
In foto: vista anteriore e posteriore del telaio con controlli montati e scheda PCB in fase di lavorazione. Sulla scheda PCB è visibile alla sinistra uno dei sei moduli previsti con il mio circuito speciale.

Altre particolarità del progetto erano sei moduli su connettore a pettine, contenenti un singolo operazionale o circuito integrato che amplificava il segnale o linearmente, tipico del componente, o in modo non lineare simile a un triodo di preamplificazione in classe A, con possibilità di scelta della semionda da comprimere, o simile a un doppio triodo con la compressione di entrambe le due semionde. Questo dava origine a quattro modelli diversi, qui utilizzati nella versione ad alimentazione duale, ma erano previsti altrettanti per l’alimentazione singola. Per ottenere ciò si era previsto l’uso di componenti non lineari come diodi e LED a cui avevo dato la sigla “H.D.S.” ovvero Harmonics Diode System. Dalla componentistica esterna se ne poteva regolare il guadagno e cambiare anche il tipo di comportamento per creare altre varianti. Tutto questo, oltre a rendere il suono più musicale, avrebbe permesso una completa messa a punto in fase di test del prototipo o una successiva personalizzazione, semplicemente cambiando uno di questi moduli come fossero dei tubi a vuoto. La realizzazione, nonostante la presenza di una scheda PCB, rimaneva comunque totalmente artigianale, in quanto tutto veniva connesso con filature di sezione adeguata e ordinata, evitando anche deformazioni e rotture delle piste in caso d’uso non particolarmente attento dei connettori e controlli. Era prevista comunque componentistica di ottima qualità.

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
Nel disegno: le quattro possibili pedaliere opzionali e relative dimensioni.

La prima più semplice, con un solo selettore e due LED, alternava i due canali come il selettore da pannello. La seconda, con due selettori e tre LED, aggiungeva la funzione Combi per inviare in uscita i due canali in parallelo, quindi distorto e pulito insieme con tutti i controlli regolabili e con la possibilità d’invertire la fase al suono Lead, tramite il selettore Polarity, per ottenere una diversa risposta. La terza, con due selettori e quattro LED, sostituiva la funzione Combi con le funzioni Lead2 e Lead3, ovvero i due canali collegati in cascata, prima il Lead e poi il Clean nel primo caso e invertiti nel secondo. Scopo di questa attivazione era aumentare la saturazione impostandola con tutti i controlli, ottenendo nel Lead2 la stessa pasta sonora del canale Lead ma equalizzabile con i quattro controlli di tono del Clean, oppure regolare gli stessi controlli di tono del Clean, per impostare la pasta della saturazione e rifinirla con i controlli Voice e Notch del canale Lead. La quarta e più grande pedaliera, con tre selettori e cinque LED, racchiudeva tutte queste caratteristiche. Tutte e quattro le pedaliere erano anche dotate di connettori d’ingresso e uscita per sviluppi futuri.

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
In foto: il prototipo della cassa realizzata da Emanuele.

Per la costruzione della cassa, Emanuele aveva previsto una struttura incollata con la tecnica del Finger Joint, più costosa ma anche più robusta di altre soluzioni e una guida sui fianchi per inserire il pannello ospitante l’altoparlante leggermente inclinato. Il top era stato leggermente tagliato per un più facile accesso ai controlli e il tutto sarebbe stato poi rivestito con il tolex moderno o scurito con della gommalacca. Nella testata che sarebbe stata costruita con la stessa tecnica, era previsto un coperchio a vasistas, quindi incernierato in basso con chiusura a velcro, per accedere sia alle molle del riverbero, sia agli otto selettori nascosti e sfruttare lo spazio rimasto per ospitare i cavi, le mute di corde, plettri etc...

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
In foto: in primo piano la semiacustica costruita da Emanuele, il suo Mesa Boogie, il prototipo della cassa e l’amplificatore del 2006 nel suo negozio.

Ambrosi-Amps: storia di un amplificatore che non è stato
In foto: la prima idea del pannello controlli realizzata a stampa. Erano presenti due ingressi, ma mancava del controllo Reverb e del Cut. È evidente anche un errore del tipografo.

Si era ipotizzato inizialmente il nome di “Settanta 12 Reverb” ovvero 70 watt di potenza, speaker da 12 pollici e presenza del riverbero, in seguito modificato in “Dual Five 70-R” per indicare i due canali, i cinque preset massimi, la potenza e la presenza del riverbero.
Le dimensioni previste della sola cassa del combo erano di 500x420x270 mm con un peso stimato dell’amplificatore di 18 Kg, mentre per la testata si stava sui 500x210x270 mm per un peso di 13 Kg.

Le caratteristiche in sintesi erano queste
Potenza 70 watt a 4 ohm / 40 watt a 8 ohm – 135 watt di picco – 150 VA di massimo assorbimento dalla rete elettrica
Trasformatore toroidale - Alimentazione stabilizzata sul pre – Molle riverbero Accutronics
Cabinet in multistrato di betulla da 18 mm – Speaker Jensen C12K2 – Telaio in alluminio da 2 mm
Particolarità sul pre: H.D.S. Harmonic Diode System su sei moduli intercambiabili
Canali preamplificatore: Lead e Clean con possibilità di settare fino a cinque preset tramite pedaliera esterna

Pedal1: 1 selettore Clean / Lead
Pedal2: 2 selettori Clean / Lead / Combi
Pedal3: 2 selettori Clean / Lead / Lead2 / Lead3
Pedal4: 3 selettori Clean / Lead / Lead2 / Lead3 / Combi

Pannello anteriore
Input: ingresso ad alta impedenza adatto a tutti i tipi di chitarre elettriche
Gain per entrambi i canali: da 0 a +41 dB
Drive per canale Lead: da 0 a +84 dB
Voice per canale Lead: max 11 dB da Mid Cut (650 Hz) e Extreme Boost a Mid Boost (1.500 Hz) e Extreme Cut
Notch per canale Lead: da una campana stretta ma profonda e frequenza di 2 kHz, fino a una campana più larga ma meno profonda e una frequenza di 650 Hz con interruttore d’esclusione.
Volume per canale Lead: livello d’uscita con possibilità d’attivare un Bright e un Deep e il Polarity
Selettore Channel: scelta manuale del canale Lead o Clean segnalata da due led
Voice per canale Clean: max 11 dB da Mid Cut (650 Hz) e Extreme Boost a Mid Boost (1.500 Hz) e Extreme Cut
Trio Toni per canale Clean: Bass: 120 Hz – Middle: 650 Hz – Treble: 3.600 Hz con controlli indipendenti tra loro
Master per entrambi i canali: livello d’uscita con possibilità d’attivare un Bright e un Deep
Reverb per entrambi i canali: livello del riverbero per entrambi i canali
Cut per entrambi i canali: filtro passa-basso regolabile da 10 kHz a 4 kHz
Selettore Active: interruttore che attiva il solo finale di potenza per evitare bump all’accensione, suonare in silenzio o fare una pausa, segnalata da un grande led arancione
LED Power: grande led blu per verificare l’accensione dell’amplificatore attivabile dal retro.

Funzioni nascoste
Class-A: adotta uno speciale circuito aggiuntivo per donare al finale di potenza una risposta in classe-A dinamica
Presence: aggiunge un picco di +6 dB a tre frequenze diverse: 3.700, 5.200 e 7.300 Hz disattivabile, per adattarlo alle caratteristiche di una cassa esterna o dell’ambiente
Bright per Volume e Master: aggiunge alte frequenze alle regolazioni basse e medie di questi controlli per non perdere brillantezza al suono
Deep per Volume e Master: aggiunge basse frequenze alle regolazioni basse di questi controlli per non perdere profondità al suono
Polarity per Volume: inverte la fase del segnale del canale Lead andando ad interagire con i preset Combi, Lead2 e Lead3

Pannello posteriore
Selettore Panel: interruttore per utilizzare il cambio canale da pannello o da pedaliera
Connettore Pedal: connettore a 15 poli per collegare una delle quattro pedaliere dedicate
Lead RCA: uscita per i preset Lead, Lead2 e Combi prive del Master, del Reverb, del Cut e del Loop effetti
Clean RCA: uscita per i preset Clean, Lead3 e Combi prive del Master, del Reverb, del Cut e del Loop effetti
Send RCA: uscita per inviare il segnale alle molle del riverbero
Return RCA: ingresso per accettare il segnale ritardato delle molle del riverbero
Send & Return Jack: loop seriale per connettere eventuali effetti esterni
Rec-Out Jack: uscita ad alto livello, copia dell’ingresso Return precedente
Line-Out Jack: uscita ad alto livello, copia attenuata dell’uscite Speaker
Out Speaker: uscite di potenza per lo speaker interno da 4 ohm, una cassa esterna da 4-8 ohm o due casse esterne da 8-16 ohm
Fuse T2A: fusibile di tipo ritardato da 2A/250Vac, all’interno sono presenti altri due fusibili di tipo rapido da 3A/250Vac sulla scheda PCB
Interruttore Power: per l’accensione generale dell’apparecchio
Cavo di rete: da connettere ad una rete elettrica da 220-240 Vac 50-60Hz

Guadagno totale del canale Lead da +10 dB a +94 dB
Guadagno totale del canale Clean +42 dB con trimmer interno per attenuazione ingresso
Guadagno totale del finale di potenza +26 dB
Guadagno totale su preset Lead da +10 dB a +135 dB
Guadagno totale su preset Clean da +42 dB a +83 dB
Guadagno totale su preset Lead2 e Lead3 da +52 dB a +177 dB
Guadagno totale su preset Lead2 e Lead3 compreso finale di potenza da +78 dB a +203 dB
amplificatori per chitarra gli articoli dei lettori
Link utili
L'amplificatore del 2006 nell'articolo su Accordo
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