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Manuale di sopravvivenza digitale
Manuale di sopravvivenza digitale
di [user #21196] - pubblicato il

Creare i suoni giusti con le librerie sconfinate di un processore multieffetto digitale può essere disorientante, ma seguire alcune semplici linee guida può aiutare a trovare la strada più efficace: scopriamo il metodo del nostro lettore Sykk.
Anche se ormai i chitarristi hanno capito che l'approccio migliore alle macchine digitali è comportarsi come se si stesse costruendo un rig analogico, descrivo il metodo di lavoro che mi ha permesso di evitare delusioni sonore, insoddisfazione cronica, e il ritorno all'analogico che non per tutti è davvero la scelta migliore.

Primo passo: un suono
Lavorare inizialmente su un singolo suono è a mio avviso obbligatorio se si vogliono ottenere buoni risultati indipendentemente dalla qualità del sistema che ci troviamo davanti, e deve essere un suono ritmico con il gain massimo che serve, perché penso sia il più difficile da realizzare.
Questo preset deve essere composto solo da simulazione di amplificatore, cassa, equalizzatore e riverbero.
Eventualmente anche un overdrive può essere aggiunto se indispensabile, per esempio se si suona un genere che richiede di fare palm muting.
Aggiungete anche un noise gate se necessario.

Non perdetevi nel mare degli IR. Ok se si vuole provare qualcosa di diverso da quelle già presenti in macchina, ma va tenuto presente che, a seconda del sistema a cui ci colleghiamo, la IR che ci sembrerà migliore non sarà mai la stessa a meno di non suonare sempre in impianti bilanciati.
Il motivo è che il risultato finale, che vorremo si avvicini il più possibile al suono che abbiamo in testa, dipenderà da come una IR è equalizzata (principalmente a seconda del microfono utilizzato e della posizione davanti al cono durante la profilazione) ma anche e soprattutto da come questa equalizzazione si somma a quella dell'impianto o cuffie che stiamo utilizzando.

Se escludiamo l’equalizzatore, potete procedere con le regolazioni anche a casa da soli, anzi il riverbero consiglio proprio di regolarlo in cuffia perché è come essere in un ambiente totalmente privo di riverbero naturale. Per il suono base lo imposto più basso possibile, ma presente quanto basta per percepire quel miglioramento generale del suono che altrimenti in cuffia, se totalmente dry, è quasi fastidioso.

Veniamo all'equalizzazione, che va fatta assolutamente sull'impianto che si userà nei live (se di proprietà della band) oppure in quello della sala prove o sulla la spia personale, ma sempre durante le prove.
Inizialmente io utilizzavo un parametrico, tagliando tutte le frequenze al di sotto di un certo valore e tutte le frequenze al di sopra di un altro valore. Non è proprio così in quanto il taglio è graduale, ma la regolazione era molto veloce dovendo impostare solo due valori.
Di recente preferisco usare un classico multibanda, in modo da non tagliare troppo certe frequenze, in caso il fonico decida che vanno recuperate in uscita all'impianto principale.
A parte il solito taglio delle basse sotto i 100 Hz, provate a dare un po' di spinta alle frequenze tra 1 e 4 kHz, che generalmente sono quelle che servono a farsi sentire senza alzare troppo il volume.

Usare sempre lo stesso preset è importante, perché solo in questo modo dopo un po' di approssimazioni successive avrete un suono che funziona bene quando suonate insieme agli altri e che si spera sia anche appagante per voi senza bisogno della solita "botta del valvolare dietro la schiena".
Capisco che in questa fase magari alle prove vi serviranno anche altri suoni quindi ok: se proprio non potete farne a meno create anche un clean provvisorio. Ma lo ripeterò allo sfinimento: concentratevi sull’ottenere il distorto di base.

Manuale di sopravvivenza digitale

Secondo passo: tre suoni
Ora che avete la vostra base (che non modificherete mai più!) potete fare anche un preset per gli assolo, partendo dal precedente e aumentandone possibilmente solo il volume o le medie frequenze e se proprio necessario anche riverbero e gain - magari aggiungendo un overdrive - o se già presente per le ritmiche aumentandone il gain piuttosto che farlo dalla simulazione di amplificatore.

Fate anche un suono pulito o crunch a seconda delle vostre preferenze e necessità, cercando di modificare il meno possibile il preset ritmico distorto, la cosa migliore sarebbe solo spegnere l'eventuale overdrive e diminuire il gain dell'amplificatore, o tutt'al più cambiarne il modello ma senza cambiare la simulazione di cassa.
Valutate anche se aumentare un po' il riverbero dato che il pulito ha meno sustain.

Questo terzetto di preset va rodato per bene: dovete verificare con la band che i volumi siano ben bilanciati, magari a casa vi sembrerà che lo siano ma a me generalmente capita di scoprire che dove uso il pulito il batterista pesta meno e devo abbassare il volume. Oppure a casa sembra che il suono per l'assolo sia sufficientemente più alto degli altri, ma quando si è con la band si scopre che non si esce a sufficienza dal mix.

Terzo passo: tanti suoni
Ora che siete sicuri di avere tre suoni funzionali e gradevoli (che non modificherete mai più!) con cui potete coprire l'intera scaletta, potete farne delle varianti basate sulle esigenze più specifiche dei vari pezzi: il pulito col chorus, l'assolo con il delay a tempo, la ritmica crunch con il gain un po' più basso, e così via.
Come sopra, a questi nuovi suoni può essere necessario dare una limatina durante le prove con la band.

Manuale di sopravvivenza digitale

Quarto passo: sentirsi dal vivo
Il digitale mi ha aperto le porte anche su aspetti non prettamente di qualità sonora, in particolare possedendo una macchina dotata di volumi separati per l'uscita principale e quella delle cuffie, ho sperimentato il monitoring in-ear (cablato e fascettato insieme al jack della chitarra) con una certa soddisfazione.
È sicuramente qualcosa che consiglio di provare, anche se ammetto che è molto difficile all'inizio tra volumi che non sai come regolare, cavi che ti intralciano e devi capire come fissarti addosso.
gli articoli dei lettori il suono pedaliere multieffetto per chitarra tutorial
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di Sparklelight [user #41788]
commento del 28/03/2024 ore 08:07:49
Digitale o analogico per me la base di partenza è il suono pulito.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 01/04/2024 ore 09:18:36
Bravissimo, appena ho iniziato a leggere ho pensato la stessa cosa ed ho storto il naso...
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 01/04/2024 ore 13:49:42
Come ho risposto più su, ci sta, mi riferisco a chi usa i pedalini per il distorto (veri o simulati che siano).
Ma per capire se il pulito è quello giusto non credo che per me cambierebbe molto nel modo di fare, accenderei il distorsore più "pesante" e regolerei ampli, cassa ed equalizzatore per farlo rendere al meglio.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 28/03/2024 ore 09:25:5
Nel frattempo, mi è passata la voglia di suonare
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 28/03/2024 ore 10:25:16
Bell'articolo Sykk, è apprezzabile il tuo intento.
Parlo da utente Kemper, che ne fa un uso totalizzante, pur con la convinzione senza se e senza ma, che il valvolare è imbattibile. Quindi è possibile che il mio ragionamento non valga per altri sistemi.
Io ho capito in fretta che, per come sono fatto io e per il poco tempo che ho a disposizione per spippolare, non devo creare assolutamente nulla.
Ho l'imbarazzo della scelta tra le profilazioni di qualità eccellente che posso trovare gratuitamente, o pagando veramente il giusto (poco).
Quelle sono le mie basi di partenza, ma gli interventi sono veramente minimi, perché normalmente si dispone di profilazioni che ti offrono una gamma completa a livello di quantità di gain, e puoi usare quella che ritieni più opportuna. Inoltre, i più bravi ti forniscono il Rig con assegnati più effetti (reverbero, delay, modulazioni, Wah, equalizzatore, booster... ecc), che puoi attivare oppure no.
Questo solo per dire che si riesce ad evitare lo sbattimento.
Una considerazione, nel digitale, secondo me, la cosa più difficile da ottenere in modo credibile, è il bel pulito, o quei suoni al limite della rottura.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 28/03/2024 ore 11:06:03
Dimenticavo... ok che bisogna partire da un suono singolo, ma questo vale per chi utilizza il digitale come fosse un ampli fisico. In tanti lo fanno.
Ma vuoi mettere, avere a disposizione le profilazioni (o adesso anche i Liquid Profile) di tutti i migliori ampli del mondo?
Per me è una roba impagabile; faccio un pezzo degli U2 e ho a disposizione l'AC30 o il Fender Tweed Deluxe; faccio Clapton o Bonamassa e vado di Tweed Bandmaster, o Twin Tweed; faccio i Guns&Roses e via di Marshall; ... Dumble, Friedman, Mezzabarba, Mesa Lonestar, e chi più ne ha più ne metta.
C'è da divertirsi.
Ma sinceramente, se avessi pochi suoni da gestire, andrei di Valvolare tutta la vita.
Rispondi
di eddvedd1978 [user #14754]
commento del 28/03/2024 ore 16:53:4
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che la qualità del digitale si valuti sui suoni leggermente increspati, fino alla soglia del crunch, visto che quelle sfumature espressive sono proprio quello che caratterizza gli ampli valvolari e il loro modo di produrre suoni più o meno complessi (ricchi di armoniche). Vedo spesso video-recensioni di youtuber che caricano decine di video-test su modeler e profiler, per suonare sempre solo su suoni puliti e distorti. Non riesco a capirne il senso (seppur chiaramente, ci siano suoni più o meno convincenti anche in quel campo sonoro).
Rispondi
di Blackstrat [user #48420]
commento del 04/04/2024 ore 13:56:30
"Una considerazione, nel digitale, secondo me, la cosa più difficile da ottenere in modo credibile, è il bel pulito, o quei suoni al limite della rottura."

Concordo fin nelle virgole. E' quello che ho appena scritto qui sotto.
Il suono in uscita da una pedaliera digitale è indistinguibile da un valvolare microfonato solo se per "valvolare microfonato" si intende un amplificatore higain con volume e gain al massimo.
Ma se per "valvolare microfonato" si intende un Fender, un Vox, un Marshall, un Dumble, ecc...cioè tutti quegli ampli che vengono usati in clean o in crunch, ancora la differenza è tanta.
Non parliamo poi dei suoni fuzz. Mai sentito un tone bender o un big muff credibile fatto in digitale. E dire che non ho avuto proprio robetta (Kemper, AXE FX, Quad Cortex).
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 10/04/2024 ore 11:49:52
Concordo sicuramente con quello che scrivi.
Devo dire, però, che suono spesso nel mio Kemper varie profilazioni di un Fender Tweed BandMaster, che coprono una vasta gamma di suoni, che vanno dal pulito al drive più spinto, passando per i suoni intermedi appena increspati, e devo dire che sono tutte estremamente godevoli, dinamiche, sensibili al tocco, calde... in pratica promosse a pieni voti.
E non solo queste.... ne ho molte altre più che ottime.
Rispondi
di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 28/03/2024 ore 11:02:42
Se posso permettermi di aggiungere una piccola considerazione, gli stessi passaggi sono da seguire anche per il rig analogico. Sykk lo dice all'inizio dell'articolo ma magari non in maniera così esplicita e secondo me è molto importante, soprattutto per chi è agli inizi.
Non è che usando pedali analogici o ampli valvolari i suoni ed i volumi vadano automaticamente a posto, per suonare bene in una band è necessario seguire gli stessi step consigliati nell'articolo, con alcuni limiti di resa a volumi diversi in casi specifici: se devi abbassare il volume di una monocanale senza master e la usi per ottenere il crunch sono problemi.
Insomma, sia l'analogico che il digitale hanno bisogno di essere studiati e capiti, partendo da un suono di base (di solito pulito) e aggiungendovi poco alla volta piccole variazioni.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 28/03/2024 ore 12:53:57
Personalmente, accendo l'ampli, regolo il volume e sono a posto. Non capisco tutto sto sbattimento.
Rispondi
di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 28/03/2024 ore 19:05:10
Anche io, adesso, faccio così, ma solo perché sono anni che suono ed ho capito come funzionano certi meccanismi. Se ricordi (e a giudicare dal tuo numero di iscrizione ad Accordo, dovresti) anni fa era pieno di domande sui diari relative a come regolare i vari pedali e come ottenere i suoni più disparati, avere i volumi giusti senza aumentare le zanzare nei soli... insomma, problematiche molto simili a quelle che si sviscerano nell'articolo e si verificano oggi con sistemi digitali. Magari noi che siamo più vintage sappiamo bene queste cose, ma per un neofita il digitale può risultare parecchio ostico, al pari di un sistema analogico completamente sregolato con i pedali messi a muzzu in catena, senza sapere bene cosa succede girando una manopola del tono su un TS9. I tempi cambiano, le difficoltà dei neofiti restano!
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 29/03/2024 ore 09:16:19
Quelli che passano più tempo a smanettare sui pedali, sui dispositivi digitali, sui pickups, su tutto tranne che sulla musica, ci son sempre stati ;-)
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 29/03/2024 ore 12:02:55
Anche quelli che suonano bene ma hanno suoni di m.. l'importante è trovare la giusta via di mezzo.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 02/04/2024 ore 09:53:32
Fammi un esempio di chi suona bene ed ha suoni di merda. Non credo esista, tutt'al più può avere un suono che non piace a te.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 02/04/2024 ore 15:35:11
Sono principalmente persone non professioniste, non so se le conosci a meno che non frequenti Ravenna, scusa ma che ti aspettavi..?
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 02/04/2024 ore 15:44:12
Non mi aspettavo niente, ma chi ha un suono brutto (che è relativo al genere) è perchè suona male.
Mi è capitato di avere un suonaccio in varie occasioni improvvisate, per via dell'amplificazione scarsissima, ed è anche difficile suonare bene in quel contesto. Ma se hai un buon ampli, come fai ad avere un brutto suono?
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 02/04/2024 ore 21:49:26
Beh Randy Rhoads suonava da dio ma il suono era una zanzara.
Frusciante ipercompresso in modo esagerato ma anche se lo criticano tanto suona bene dai..
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 03/04/2024 ore 00:52:27
Randy Rhoads .... vabbè che ti devo dire.

Le cazzate a profusione.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 03/04/2024 ore 06:32:57
Io non me la prendo troppo a male, siete in tanti a non distinguere un suono bello da uno che è brutto ma si adatta comunque al mix.
Oppure a non distinguere un suono bello da un playing bello.

A voi dico solo NON passate al digitale.
È molto meglio se continuate a usare il vostro amplificatore regolato male, magari il fonico di turno riuscirà a metterci una pezza tra equalizzazione e riverbero.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 03/04/2024 ore 09:29:10
"Randy Rhoads suonava da dio ma il suono era una zanzara."

Tu si che sai distinguere, mica noi tanti.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 03/04/2024 ore 09:34:30
io almeno provo a spiegare e ad argomentare, comunque ok, se basta suonare bene perché il suono diventi bello nella nostra testa, tutti felici
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 03/04/2024 ore 10:36:30
Tu pensa, tutti quelli che adorano i primi album di Ozzy, cosa possono pensare del tuo articolo. Incluso me.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 03/04/2024 ore 11:13:27
Io adoro tutti i primi album di Ozzy.
Se tu o altri volete pensare male di un articolo che da consigli su come fare le regolazioni sui multieffetto digitali siete liberi di farlo.
Ma il fatto che la motivazione sia che trovo zanzarosi i suoni di chitarra di R.Rhoads mi pare una forzatura.
D'altra parte se pensi un attimo a quanta gente vuole il suono di Van Halen senza avere necessità di suonare i suoi pezzi (youtube è pieno di esempi), e invece quanti vogliono il suono di Rhoads senza essere fissati con Ozzy?
Però guarda che te lo dico con la massima tranquillità eh, ognuno ha esperienze diverse che portano a convinzioni diverse, tanto per fare un altro esempio, a quelli del "suono nelle mani" dico sempre, fammi un bicordo e lascialo suonare, li c'è poco di mano, lo fai tu come lo fanno i fenomeni... e il suono è il suono.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 03/04/2024 ore 11:18:28
E i 13 milioni di chitarristi che vogliono il suono di Gilmour, li butti?
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 03/04/2024 ore 11:43:39
Non ho capito la congettura, comunque se vogliamo parlarne, Gilmour ha sempre avuto molta cura nel scegliere i suoi suoni.
Si sente anche nei primi lavori dove non aveva tutta quella roba (aveva quello che esisteva all'epoca: wah, fuzz face, delay, ottimi amplificatori).
Quindi no, non li butto, solo gli consiglio il digitale per non svenarsi.
E se non hanno la possibilità di suonare su impianti ottimi, gli consiglierei di ridurre il numero di suoni, che tanto le sfumature si perdono.
Rispondi
di OliverJR [user #60182]
commento del 03/04/2024 ore 17:07:40
È molto più semplice di quello che credi avere un ottimo ampli ed un pessimo suono. La strumentazione aiuta ma non suona e non si regola da sola.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/04/2024 ore 09:59:08
Accendi una JCM o un Super Reverb, ma anche un Roland Cube, spiega come fai ad avere un brutto suono. Boh.

A meno che il Super Reverb non lo usi per suonare i Metallica....
Rispondi
di OliverJR [user #60182]
commento del 04/04/2024 ore 16:06:12
È facilissimo. Ho sentito chitarristi di gruppi locali con mesa boogie, marshall fender avere suoni zanzarosi ed a volte inudibili attraverso il mix. Suoni brytti ed inefficaci. Basta non saper suonare, non saper regolare le cose o entrambe. Lo stesso vale per il digitale.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/04/2024 ore 18:05:16
>Basta non saper suonare

E' quello che sto dicendo. Ampli e chitarra suonano bene in partenza.

Se poi un tizio si incasina con gli efx, ha problemi di orecchio. Suonerebbe male anche con una acustica.
Rispondi
di OliverJR [user #60182]
commento del 04/04/2024 ore 18:11:19
Se uno non è capace di gestire un ampli suona male anche una plexi a canna, con la chitarra dritta nell'input. Se bastasse avere un buon ampli per avere un buon suono sarebbero capaci tutti. Ma non mi sembra sia così. Poi ovviamente ogni effetto in più è qualcosa da saper gestire in più e la storia si complica.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 04/04/2024 ore 21:36:01
Se entro con una Les Paul in un JCM800, suona praticamente da sola, basta far cantare la chitarra. Che vuoi regolare, che so 3 manopole? Ma l'hai mai provata?

Poi qui c'è chi dice che Randy Rhoads aveva un brutto suono, quindi che ti posso dire....
Rispondi
di OliverJR [user #60182]
commento del 04/04/2024 ore 22:20:30
Certo che l'ho provata. È quel "basta far cantare la chitarra" che non è cosa da poco. Felice per te che hai un bel suono, ma ne ho sentiti tanti con suoni mediocri, brutti o sbagliati con ampli top.
Rispondi
di Ghirmo [user #11530]
commento del 31/03/2024 ore 09:01:15
Pensa che ci sono fior fiore di professionisti, che si sbattono per cercare il suono per il loro lavoro. Tu in che band di professionisti SUONI?
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 02/04/2024 ore 10:00:27
Si si, immagino.
Rispondi
di brigantello [user #21508]
commento del 28/03/2024 ore 21:18:51
Il digitale a mio avviso, dovrebbe semplificare la vita al chitarrista, non complicarla. Francamente non capisco quale possa essere l'utilità di avere 50 amplificatori, altrettanti cabinet (per non parlare delle IR) e 100 pedali se poi non sei in grado di gestirli. O se per gestirli ci vuole un mare di tempo e di difficoltà. Si passa il tempo a spippolare piuttosto che a suonare. Spesso nelle recensioni sento dire che i preset di fabbrica non sono buoni (e ne ho una esperienza diretta anche io). E mi chiedo perchè. Se si ha a disposizione tutto quell'arsenale perchè non fornire dei suoni già fatti di qualità, che incontrono le preferenze degli utenti (che a grandi linee sono note)? Io mi immagino un sistema in cui la progettazione dei suoni in fabbrica (ad opera di esperti professionisti) sia sullo stesso piano, anzi, più in alto delle qualità software ed hardware della macchina. Perchè ciò che conta è il SUONO. Se poi si potessero avere dei suoni specifici, a pagamento, sarebbe un plus fenomenale. Immagino una libreria di preset di artisti e pezzi famosi a portata di click. Voglio il suono giusto per il solo di hotel california? Eccolo! Io sono diventato scemo per avvicinarmi....... Poi è ovvio che per chi compone pezzi suoi e vuole sperimentare (ed ha il tempo e l'esperienza necessari) tutte quelle simulaizoni sono una manna dal cielo, e allora si sono preziosi. Ma per me che voglio suonare Santana, Eric Clapto, SRV, Pink Floid, etc. perchè devo impazzire ed un tale mostro non è in grado di partorirmi agevolmente il suono "giusto"? Io il mio "dovere" l'ho fatto mettendo a disposizione tutte le chitarre che servono (Les Paul, Strato, Tele, semiacustica, jazz box), ora tu mi devi dare il suono altrimenti quella scatoletta magica è inutile. O no?
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 28/03/2024 ore 21:39:06
Scusa ma cosa significa che il digitale dovrebbe semplificare la vita? Chi lo sostiene?
Il top della semplificazione è chitarra, cavo e ampli.
Il digitale è un’altra cosa.
Poi, per tanti, professionisti e non, avere a disposizione molti ampli, è molto utile. Se tu non capisci l’utilità, cosa si può dire.
Mi sembra evidente che non lo conosci, ma nemmeno lontanamente, perché i suoni “preconfezionati” per simulare un artista specifico, ci sono, e anche tanti.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 29/03/2024 ore 06:40:11
Il tuo punto di vista lo condivido in una situazione di produzione, in effetti avrei dovuto specificare che il metodo che descrivo è pensato principalmente per realizzare un'insieme di suoni che funzionino bene tra di loro dal vivo.
Anche avendo dei preset con i suoni esatti di Gilmour, Van Halen, Mark Knopfler, ecc. sarebbe difficile farli convivere durante un concerto se non cambi anche i suoni del resto della band.
Poi a parte la versatilita che tu (giustamente) pretendi, molti passano al digitale per semplicita di connessione, affidabilità del sistema e leggerezza.
Rispondi
di frankpoogy [user #45097]
commento del 28/03/2024 ore 22:06:33
Articolo molto interessante e ricco di spunti di riflessione, grazie per condiviso la tua esperienza ed il tuo approccio.
Rispondi
di Aleinaccordo [user #41248]
commento del 29/03/2024 ore 12:16:00
"Partite dal suono che avete in mente" che di certo non è un suono digitale qualsiasi sia il suono che ho in mente.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 29/03/2024 ore 14:08:15
Questa affermazione non ha molto senso: il suono analogico in uscita dalle pedaliere digitali è ormai del tutto indistinguibile da quello di un valvolare microfonato. Se invece ti riferisci al fatto che tu non vuoi il suono di un amplificatore microfonato ma vuoi la botta di una 4x12 con i greenback pilotata da un finale valvolare da 100 Watt, puoi comunque applicare la versatilità del digitale utilizzandolo solo come preamplificatore ed effetti. Se neanche questa versatilità ti serve e non hai problemi di schiena, allora ok, fai benissimo a tenerti il valvolare e un paio di pedali.
Rispondi
di Blackstrat [user #48420]
commento del 04/04/2024 ore 13:48:31
"Questa affermazione non ha molto senso: il suono analogico in uscita dalle pedaliere digitali è ormai del tutto indistinguibile da quello di un valvolare microfonato."

Vi prego, basta con queste gigantesche fregnacce. Non prenderla a male Sykk, commento poco e non so nemmeno chi tu sia, non ce l'ho con te, ma ho sentito ripetere questa favola milioni di volte, su Youtube, su Facebook, sui forum, non è affatto vero. E' disinformazione.
A meno che per "valvolare microfonato" intendi una Mesa Dual Rectifier con gain e volume a 10, allora sì, sono indistinguibili.
Ma sui suoni low gain, su tutto ciò che va dagli anni '50 agli anni '70, su suoni Tweed, Blackface, Dumble, Vox, Hiwatt, Marshall, la differenza si sente ed è parecchia. Il suono fatto in digitale risulta molto patinato e processato, ha meno dinamica, ha meno complessità armonica. Sicuramente superiore a quello delle vecchie pedaliere Zoom e Boss, molto meglio del POD HD500, ma ancora non ci siamo. Non parliamo dei fuzz poi, prova a sentire un Fuzz Face o un Tone Bender in digitale, c'è da ridere.
Capisco la voglia di semplificare il proprio setup, ma ci sono suoni che, allo stato attuale della tecnologia, sono irreplicabili da qualsiasi modeler, profiler, plugin.
E te lo dice uno che microfona il suo ampli da oltre un decennio e oggi possiede un parco microfoni e outboard da fare invidia a certi studi di registrazione (SM57, e906, AKG 414, SE VR2, Cascade Fathead II, Shure KSM32, UAD 610 Solo, Heritage '73 Jr, oltre ad altri preamp, compressori ed EQ), quindi so perfettamente come suona un valvolare microfonato.
Ma anche prima di avere tutto questo che capisco non essere alla portata dell'amatore medio, con un semplice Sennheiser e906 dentro la scheda audio avevo un suono molto più bello e naturale dei vari Kemper, AXE FX e Quad Cortex, che ho avuto tutti (e il Quad Cortex ce l'ho ancora).
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 05/04/2024 ore 20:42:15
Ma infatti.... è dai tempi del fagiolo che gira sta fregnaccia :D
Rispondi
di paolo.cesario@siconsulting.biz [user #60030]
commento del 29/03/2024 ore 12:28:54
premessa: chitarrista da appartamento, che mediamente può suonare la sera dopo cena. suono quindi prevalentemente in cuffia. scheda audio, PC backing track e siccome il suono della mia strato da pochi euro non è granché, uso al giro i diversi tool che si trovano in rete accontentandomi degli elementi base non a pagamento che sono già tanti: mi piacciono i suoni clean, al limite un pelo di drive al minimo, di solito uso riverbero al minimo, echo come se non ci fosse, ma se lo tolgo me ne accorgo, chorus come se non ci fosse anche lui. Il problema è l'effetto "plasticoso" che danno la maggior parte dei tools. l'unico che mi ha consentito si creare un suono realistico è il Modern della Line 6. Se lo stesso suono che mi soddisfa in cuffia lo mando all'ampli da pochi euro, siamo all'inascoltabile, se all'ampli associo un subwoofer, il suono prende corpo, ma comunque devo ritoccare mettendo qualche filtro. comunque la cuffia è nettamente meglio: penso che per avere un bel suono dal vivo occorra spendere cifre prive di senso per uno come me e quindi mi accontento.
Nota personale sullo "spippolare": alcune sere mi diverto di più ad esplorare i preset disponibili nei vari tools che a suonare. lo scopo della serata è spippolare, non suonare. le sere che voglio suonare suono con l'ultima regolazione disponibile in memoria. sono due giochi diversi e secondo me non vanno mischiati.
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 29/03/2024 ore 13:49:59
Per quello che vale la mia opinione ho trovato il contributo dell'articolo utile
SYKK ha un procedere sottrattivo alla ricerca del suono: un pò come il "pulito" di Hendrix che parte dal fuzz scaricato poi con il volume della chitarra o alla Landau...
Altri invece raggiungono l'obbiettivo in maniera aggiuntiva partendo da un ampli pulito (vero o virtuale) aggiungendo overdrive o distorsori...
Riguardo al tempo speso per imparare a far lavorare bene la propria attrezzatura: chitarra, effettistica, amplificatore o chitarra e pedaliera (quindi effettistica e amplificatore virtuali...) non credo che sia mai tempo buttato se poi il risultato sia soddisfacente e semplifica la gestione del tutto soprattutto nei live
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 29/03/2024 ore 14:02:08
L'osservazione è corretta. Io sono un chitarrista che preferisce i suoni distorti che vengono da un amplificatore e per questo procedo nel modo che ho scritto. Mentre se cerchi il suono di un fuzz su un pulito devi comunque cercare l'amplificatore pulito che lo fa rendere nel modo migliore.. anche Hendrix avrà scelto il Marshall anche per questo motivo piuttosto che magari un Fender o un Vox quindi in un certo senso anche lui volendo usare il fuzz ha scelto il suono pulito partendo fomunque dal suono distorto che voleva ottenere
Rispondi
di Staytuned [user #29147]
commento del 29/03/2024 ore 15:36:2
Comunque a prescindere dall'approccio che può essere funzionale o meno, rimango sempre sorpreso dai soliti commenti in cui si critica il digitale e chi lo utilizza in quanto si puo perdere un sacco di tempo per regolazioni etc etc.."facendo nel frattempo perdere la voglia di suonare"... si perde di vista del tutto anche un pò l'aspetto ludico di questi macchinari che oltre ad essere strumenti assolutamente professionali, per molti di noi sono anche dei veri e propri "giochi"...io personalmente non mi sento di perdere tempo quando sulla mia helix impiego giorni a spippolare cercando di capirne le potenzialità. cercando di creare cose nuove o semplicemente "ravvivare" quelle già conosciute, non mi sento che avrei potuto suonare invece di stare a spippolare perchè nella musica sono tanti gli aspetti che possono appassionare, C'è chi parte con uno strumento e si ritrova a registrare o si appassiona alle customizzazioni e nessuno direbbe "invece di suonare perdi tempo a smontare e rimontare chitarre"! O meglio si critica anche quello...perchè non si capisce che di base uno fa quello in cui trova piacere, e si, in tanti potranno non capirlo ma a molti di noi perdere ore tra simulazioni di ampli, pedali, cabinet etc etc non solo non ci annoia, non solo non ci fa perdere tempo, ma ci fa divertire da matti!
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 29/03/2024 ore 18:27:00
Ah! Ma vuoi mettere provare a sentire che sapore ha una testata Vox in una cassa Marshall o una testata Fender in una 2x12 alnico blue Vox o una Plexy in una 4x12 Mesa....o anche solo cambiare routing ai pedali prima di farlo davvero fisicamente per vedere l'effetto che fa?
Senza svenarsi, farsi un'idea di come potrebbero suonare certe accoppiate

Digitale? si, grazie
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 29/03/2024 ore 19:09:24
Concordo con quello che scrivi. Io sono uno di quelli che trova nel digitale e nei mille menù un problema e non amo perdere il mio tempo nei menú piuttosto che nel suonare. Tuttavia questo rientra nelle mie argomentazioni contro l’utilizzo del digitale e continuo a pensare sia una motivazione valida. Se poi te ami stare ore a studiare queste macchine mi sembra una posizione opposta alla mia ma ch comprendo e ritengo anche valida come argomentazione a favore del digitale.
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 29/03/2024 ore 19:57:3
Boh... ho iniziato ad affiancare il digitale ai pedali analogici e agli amplificatori valvolari dalla fine degli anni 80.

Usavo uno Yamaha FX 500, poi un Digitech Gsp 21 Legend...allora era davvero scomodo accedere ai menù ed entrare in modifica dei parametri, soprattutto al volo mentre suonando dal vivo ti accorgevi di aver bisogno di piccoli ritocchi.

Le macchine di oggi, oltre a suonare molto meglio sui distorti, sono enormemente più intuitive e veloci da settare secondo me

non si perde poi chissà quanto tempo a farle suonare bene
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 29/03/2024 ore 20:20:10
A me è proprio l’idea che ci possa essere un parametro e un’impostazione che possa darmi un risultato migliore che mi mette a disagio. Io con un amplificatore ho dei pomelli da girare e oltre questo non posso andare. Sicuramente è un mio limite, ma ne ho avuti di sistemi digitali e li ho rivenduti tutti per lo stesso motivo.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 29/03/2024 ore 20:49:24
Ma guarda, è proprio il senso del mio articolo il come ovviare a un disagio tipo il tuo.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 29/03/2024 ore 20:52:25
E sono d’accordo e rispetto il tuo articolo e lo trovo molto utile. Tuttavia perché dovrei imparare come gestire un sistema complesso per renderlo semplice ed intuitivo quando ne esiste uno che nasce semplice ed intuitivo. Non sto criticando spero questo sia chiaro. È solo che per me e come suono io non ha troppo senso.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 29/03/2024 ore 21:07:54
Il tuo pensiero è del tutto sensato.
Ma la motivazione ce l'ho ed è quella che mi ha spinto a provare il digitale, ovvero dopo che ad ogni concerto sentivo uscire dall'impianto un suono che non riconoscevo come il mio, ho pensato che sarebbe stato meglio fornire al fonico un segnale che, per quanto lui potesse riequalizzare, sarebbe stato più difficile da stravolgere rispetto a un amplificatore che già di per sé trovavo poco riconoscibile in diverse location, e che ogni volta veniva microfonato in modo diverso.
Che dire.. è andata come speravo.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 30/03/2024 ore 11:31:30
Infastidisce pure me. La sensazione è quella che ci potrebbe sempre essere qualcos’altro di meglio dietro l’angolo, se solo provassi ancora un po’, e mi lascia sempre insoddisfatto.
Faccio un esempio: io a casa uso loadbox/IR a valle dell’ampli per salvare i vetri di casa; ho preso un pacchetto di IR per un tipo di cassa molto specifico che mi interessava e ne sono arrivate mille versioni…ora, non ha molto senso sentirle tutte anche perché l’orecchio dopo un po’ non distingue più piccole differenze, ma mollare dopo averne provate 4-5 mi sembra un errore. Figuriamoci se dovessi fare la stessa cosa per tutta la catena.
Rispondi
di brigantello [user #21508]
commento del 30/03/2024 ore 10:42:54
L'articolo e la conversazione sono molto interessanti. Forse sono stato frainteso da MM. Io non dico assolutamente che il digitale non sia utile, tutt'altro. E non è vero che non lo conosco, tant'è che ho una pedaliera (Zoom) e due plugin: Positive Grid Bias FX2 e S-Gear. Il mio commento nasce dalle difficoltà che incontra un utente "medio" come me per il quale una valanga di effetti ed ampli buttati li non sono così utili. E' vero che ci sono preset di singoli artisti, ma di che qualità? Tutti se ne lamentano, non solo io. Io su Bias Fx2 ne ho provati di terribili che non si avvicinano manco lontanamente al suono "originale". Ho visto preset di suoni jazz con degli overdrive..... La ratio del mio commento è che tutta la potenza hardware e software è sprecata, o largamente sottoutilizzata, se non supportata da un adeguato sostegno da parte del produttore, che a mio avviso dovrebbe investire molto di più sulla creazione di suoni e suo modo corretto per utilizzarli (chitarre, pickup, regolazioni, collegamenti, etc.). Questo aspetto, a mio avviso, è importante quanto la qualità della macchina, se non di più. E' vero che c'è chi vuole sperimentare ed in quel caso il digitale è fantastico. Ma chi invece vuole solo suonare senza perdere tempo? Per la mia esperienza S-Gear è ottimo perchè mette a disposizione dei suoni fatti benissimo, utilizzabili da subito. Però se cerco di fare da zero un suono che manca e che mi serve, vado in tilt. I parametri sono tantissimi ed è molto difficile orientarsi. Almeno per me. Sto pensando di prendere una pedaliera migliore di quella che ho, senza andare sulla fascia alta. Da usare in diretta oppure con il Blues Junior o la Marshall Origin. Quello che cerco non sono cento ampli ma quattro ampli (come S-Gear) e pochi effetti, sufficienti per creare i suoni "classici". Sento parlar molto bene della Valeton GP 200.... chissa....
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 30/03/2024 ore 11:03:24
Secondo me ( io almeno faccio cosi ) se ti basta un solo suono la migliore soluzione economica ma che ti da una qualità più che buona è prendere un preamp tipo Joyo American Sound se ti piacciono i Fender ed un pedale I.R. loader ( Nux mini studio nel mio caso ) dove puoi caricare anche Impulsi di terze parti, io faccio cosi, con un D.I. passiva in fondo alla catena.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 30/03/2024 ore 12:52:39
Scusa ma con un Mooer GE250 se attivi solo il blocco amplificatore e cassa ci fai esattamente la stessa roba.
E poi con calma, se vuoi, attivi altri blocchi che possono servirti.
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 30/03/2024 ore 15:53:27
Si però magari c'è chi non ha bisogno di tutti quegli ampli, poi da aggiustare al volo i toni ecc..è molto più semplice, senza contare che il Joyo preamp almeno per me è migliore di qualsiasi preamp che abbia mai sentito integrato in un multieffetto, però si, va benissimo anche la soluzione all in one.
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 30/03/2024 ore 14:23:15
Sinceramente non capisco cos'è che spiazza o disorienta così tanto
(Premetto che uso un PodGo Line6, non conosco molte altre pedaliere, Mooer o altri modeler pur avendo avuto Zoom G3 in passato)
È ovvio che le case produttrici offrano così tanti ampli o effetti dopo aver raccolto risposte tipo: "io Fender tutta la vita!" - " Marshall tutta la vita!" - "Vox tutta la vita!" "Io Mesa tutta la vita!" - quale modello però? Versioni boutique comprese...ecc....
Sintonizzati sul tuo amplificatore preferito e settalo come preferisci magari sistemando il discorso della ripresa (microfono e posizione dello stesso) poi parti da lì salvando su un preset quello che ti piace aggiungendo quello che serve (delay, chorus, gain....)

Se hai bisogno di usarli in una stessa situazione live dovrai regolare i rispettivi volumi come già fai con l'analogico

Non mi sembra così frustrante....
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 31/03/2024 ore 11:46:46
Ciao Sikk, bell'articolo, anche se non uso il digitale l'ho trovato molto oggettivo e interessante
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 31/03/2024 ore 14:51:43
Ti ringrazio, userei lo stesso metodo con l'analogico, lavorando sulla posizione del microfono invece che sull'equalizzatore.
Rispondi
di Luca.luca [user #64384]
commento del 31/03/2024 ore 19:30:03
Non so voi, ma la mia configurazione è dettata soprattutto dalle dimensioni del locale o del capannone dove mi è capitato di suonare.
Per il 90% delle volte si suona in posti piccoli che non richiederebbero neanche di microfonare un amplificatore da 30w valvolare.
Fatta questa premessa ho notato che i sistemi digitali hanno un grande ed evidente problema e cioè l'impianto con cui viene amplificato e con cui viene ascoltato il suono della chitarra. Le variabili in gioco sono tantissime ( dimensioni del locale, impianto proprio o già presente, sub, non sub, casse schifose o eccezionali, monitor spia, etc...) e possono essere anche difficili da settare nel poco tempo che si ha per fare i suoni sul palco. La mia esperienza, e che poi è anche il consiglio che mi sento di dare a che mi chiede un parere a riguardo, è di utilizzare la seguente configurazione:
chitarra--> catena effetti digitale (meglio ancora analogica)--> amplificatore + cassa --> load box con IR.
In questo modo avremo sul palco il NOSTRO suono e questo ci farà sentire sempre tranquilli, sempre "a casa". Poi il segnale che va dalla Load Box con IR andrà al Mixer e potrà essere amplificato a seconda delle esigenze. Questa è la mia esperienza. Ciao
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 31/03/2024 ore 21:01:07
Io quando porto l'ampli, un transistor faccio cosi, tutta la pedaliera in input e al line out dell'ampli collego preamp, ir e di, l'ampli lo uso o come spia o come ampli classico, funziona alla grande.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 31/03/2024 ore 21:06:45
Io anche faccio così. Mando il suo con un cannon al mixer ed utilizzo il mio ampli come suono sul palco/spia e il resto va al mixer e le casse.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 03/04/2024 ore 09:19:20
Ciao, è un ottimo consiglio ma per me è stato di transizione, mi spiego:
- Con il mio ampli non avevo comunque un suono costante, ad esempio all'aperto le basse sparivano completamente e IL MIO SUONO non c'era più.
- Diciamo che comunque al chiuso funziona, in questo caso io ho preferito semplificare ulteriormente portando sempre (oltre al modeler) la mia cassa spia, che sostituisce l'ampli per avere sempre il NOSTRO suono, ma permette di portare meno roba da collegare, non ha il peso e la manutenzione di un valvolare.. anche da quando ho iniziato a usare l'in-ear porto comunque la spia, avere una certa presenza di volume sul palco disorienta meno anche gli altri musicisti.
Quello che mi lascia un po' perplesso della soluzione che hai descritto inoltre, è il fatto che in realtà se prendi un microfono e studi un minimo il posizionamento migliore, la load box con IR non ti serve.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 03/04/2024 ore 17:24:58
Visto che si è parlato del piacere di avere un vero finale e cassa sul palco, ricondivido un mio articolo di ben 14 anni fa, pubblicato sempre qui su Accordo.
Gli IR non esistevano ancora e in quel periodo anche io ero un sostenitore del fatto che la cassa fosse un elemento imprescindibile del bel suono.

vai al link
Rispondi
di Luca.luca [user #64384]
commento del 05/04/2024 ore 08:37:15
La ripresa di un amplificatore è il punto chiave e forse più delicato nella catena dell'amplificazione della chitarra. Nel contesto live, inoltre, si aggiungono molte variabili quali rumori, ronzii e suoni di altri strumenti che possono sicuramente peggiorare la tua condizione di partenza. La Load box + IR ti permette di avere il tuo suono da inviare al mixer indipendentemente dal volume e dai disturbi che hai sul palco.
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 05/04/2024 ore 13:25:27
Recentemente in un live (S.Patrick's Day) ho utilizzato il Nux Solid Studio per inviare al banco il suono di una simulazione Marshall e poi un segnale diretto al mio Marshall
Risultato fantastico e l'amico fonico si è detto entusiasta e facilitato rispetto ai rientri che dava il microfono (che poi abbiamo tolto..) data la particolare acustica del posto
Rispondi
di Luca.luca [user #64384]
commento del 05/04/2024 ore 18:20:06
Grande! Il Nux Solid Studio è un ottimo prodotto molto credibile. Come ha detto il fonico, eliminando il microfono hai bypassato tutti i problemi di ripresa. Nel dettaglio, come hai collegato il Nux? Se dopo il Nux, con attivata la simulazione di cassa sei entrato nel Marshall, hai praticamente sommato due curve di risposta di cono....niente di male, eh . Fammi sapere, sono semplicemente curioso...
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 05/04/2024 ore 18:40:33
Il Nux splitta il segnale in due:
-Quello processato con la simulazione di finale e cassa va sull'OUT (Jack o XLR)
-Quello non processato (copia del segnale in ingresso) va sul THRU (che è quello mandato sull'amplificatore valvolare...)

Quando posso preferisco microfonarlo ma così non è affatto male
Se la situazione è davvero stretta nel locale vado solo in digitale (o magari se si suona solo un'ora...)

Dipende
Rispondi
di Luca.luca [user #64384]
commento del 05/04/2024 ore 18:47:29
Grazie mille per la tua precisazione. Avrei fatto esattamente come te. Ciao!
Rispondi
di Blackstrat [user #48420]
commento del 04/04/2024 ore 13:30:4
Articolo che già dalle prime righe tradisce l'influenza musicale di chi lo ha scritto
"e deve essere un suono ritmico con il gain massimo che serve, perché penso sia il più difficile da realizzare."

Sykk che cosa suoni col digitale? Generi musicali/artisti di riferimento?
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 04/04/2024 ore 14:14:27
Ciao, ti rispondo anche per l'altro tuo commenti più su, per il quale ti assicuro non mi offendo.
Che dire, se hai tutta questa esperienza allora sarò io che di A/B test non ne ho fatti abbastanza, in un mix non ci sento differenza e so che il pubblico ne sentirà ancora meno.

Non ho capito cosa intendi quando dici che l'articolo "tradisce l'influenza musicale di chi lo ha scritto"... qual è la mia influenza musicale..?
Comunque ti spiego la difficoltà dei suoni high gain, che c'è anche con l'analogico: aumentando la distorsione e conseguentemente il contenuto di armoniche di ordine alto, vai a generare tutta una serie di alte frequenze che se non vengono filtrate si percepiscono come le famose "zanzare".

Di solito se il fonico è bravo te le taglia lui, in caso contrario se non ha gusto in fatto di suoni di chitarra te le lascia, che tra l'altro lui penserà "senti come buca bene sta chitarra".
Quindi per questo motivo io parto sempre da fare il taglio di frequenze sul suono con più alto gain.
Rispondi
di Blackstrat [user #48420]
commento del 04/04/2024 ore 16:31:11
In un mix la differenza non si sente, se il mix è molto "denso". Batteria "pestona", basso invadente, seconda chitarra molto distorta. In questo macello, nessuno si accorge se stai suonando un vero ampli, un digitale o addirittura un plugin. Non a caso, buonaparte delle comparative su sistemi digitali (modeler, profiler) e ibridi (loadbox) sono fatti su backingtrack heavy metal, è una furbata adottata dai recensori/influencers per confondere le idee a chi ascolta e portarlo dove vogliono loro, cioè a comprare il modeler/profiler o il pack di IR.
Lo stesso esperimento mixando la tua chitarra digitale sopra un pad di tastiere, una chitarra acustica, o un mix "classic rock", dà un esito molto diverso.

"tradisce l'influenza musicale di chi lo ha scritto" significa che ho immaginato sei un amante dell'higain, come lo è la maggior parte di chi suona in digitale. Un bluesman o un jazzista difficilmente li vedrai suonare con un Fractal alle proprie spalle, proprio perchè sono richiesti quei suoni dove ancora il digitale non ce la fa. Se poi il bluesman/jazzista in questione ha un passato fatto di ampli e pedali boutique, il paragone col digitale diventa impietoso.

In tutto questo discorso sto parlando di suoni in studio e di ricerca del miglior risultato possibile. Se si parla di live e di fare 50 serate all'anno, viva il digitale. Nemmeno io mi trascinerei ogni settimana ampli, pedaliera chilometrica e una cassa 2x12 da 30Kg, spesso per una paga misera o addirittura inesistente. E poi non credo che alla sciura Maria che ti ascolta al locale, venga l'orticaria perchè hai fatto Kashmir col Kemper anzichè con Marshall + Tone Bender. Ma è una soluzione dettata da esigenza del minimo imgombo e gestione dei volumi, penso che qualsiasi chitarrista se potesse sfruttare un bell'ampli valvolare sul palco, lancerebbe il digitale dal balcone e non lo vorrebbe vedere mai più nemmeno col binocolo.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 04/04/2024 ore 16:43:25
Condivido il tuo punto di vista, è un'analisi molto completa.
L'unica cosa, se mi registri una traccia blues con Fractal e me la metti sulle tracce di tastiera o di acustica che dici tu, io la differenza dall'analogico non la sentirò mai.. è un limite mio? Ok ne prendo atto.

Da chitarrista amatoriale che fortunatamente non suona solo a casa ma fa ancora qualche live in pub e parchi, ma non dovrà mai fare registrazioni di livello (e credo che il 90% degli accordiani sia nella stessa situazione), dico VIVA IL DIGITALE DI FASCIA MEDIO-BASSA.
Rispondi
di Blackstrat [user #48420]
commento del 05/04/2024 ore 12:43:17
Io credo che quando si affronta il discorso "digitale" sia fondamentale una parola: esperienza.
In altre parole, se ho un passato fatto di combo modeling (Boss Katana e similari), ampli higain (anche valvolari) e suoni higain, non apprezzerò la differenza tra un buon valvolare e un sistema digitale. Ma se ho un passato fatto di JMP del 76, Hiwatt, Fender Blackface, cloni Dumble artigianali, magari abbinati a pedali come Analogman, Skreddy, Jam Pedals, il passaggio al digitale è nettissimo. Non puoi non notare la differenza tra un buon ampli spinto da un pedale boutique ed una sua simulazione digitale, sarebbe come non notare la differenza tra andare a letto con una donna e andare a letto con una bambola gonfiabile. Non a caso, tutti quelli che hanno avuto certa strumentazione, il digitale o non lo tollerano, o lo tollerano solo per situazioni emergenziali (live, studio in cuffia) come me.
Poi il primo a dire "viva il digitale" sono io, per chi suona spesso live è una salvezza, ma comodità non implica qualità o "non si sente la differenza".

Qualche tempo fa ho condiviso su un nostro forum un blind test fatto in casa tra ampli microfonato e simulazione digitale con IR Celestion Plus, e tutti hanno preferito il suono fatto con l'ampli microfonato. Solo che la chitarra era sull'edge of breakup, non iperdistorta come nelle recensioni youtube ;-)
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 05/04/2024 ore 13:52:49
Anche se appartengo alla categoria "risolviamo i live in modo semplice" ti assicuro che il tuo contributo mi fa venire voglia di approfondire, alla fine non si smette mai di imparare.
Il metodo che ho descritto nell'articolo funziona per me e funziona oggi, chissà domani.
Spero che possa comunque essere di aiuto a qualcuno.
Magari tra due mesi farò un post dove osanno i valvolari, pensa che infamate mi prendo ;-)
Rispondi
di geoffmostoes [user #35723]
commento del 07/04/2024 ore 10:50:24
Personalmente anche solo per la dritta di mantenere la stessa cassa nei vari presets vale l'articolo
Tutto più omogeneo nei cambi di suono
Grazie Sikk
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 07/04/2024 ore 11:47:37
🤟
Rispondi
di Blackstrat [user #48420]
commento del 08/04/2024 ore 13:13:59
Vedi, qualsiasi affermazione va provata altrimenti scadiamo nella fede religiosa. Parliamo di elettronica ed acustica, non di astrologia o filosofia. Il suono è un fenomeno fisico, quindi oggettivo, misurabile, confrontabile.

Tu che dici che il suono in uscita da una pedaliera digitale è indistinguibile dal suono di un ampli microfonato, hai mai preso un vero amplificatore, lo hai mai microfonato con un bel microfono e una scheda audio di fascia media (Audient, Universal Audio, SSL, RME), abbinata magari ad un preamplificatore microfonico?
E' la stessa domanda che ho fatto a famosi influencers del mercato, e che mi è valsa il ban dal loro canale: caro Marco (nome di fantasia! xD), anzichè inalberarti, anzichè ostinarti a dire che digitale e valvolare sono indistingubili e che chi non passa al digitale è una persona non al passo coi tempi, perchè non ci fai sentire la stessa parte di chitarra suonata sul tuo ampli microfonato e poi la stessa parte di chitarra suonata in digitale? Perchè non fai un test A/B tra i due sistemi così che possiamo giudicare con le nostre orecchie, anzichè fidarci ciecamente della tua parola?
Era il 2020.
Ancora aspetto questo test.

Fiumi di parole che potrebbero essere spazzati via da 2 clip audio di 60 secondi.
Quando ho preso i miei sistemi digitali, è stata la prima cosa che ho fatto perchè ero genuinamente curioso di capire come suonava la mia chitarra dentro un digitale rispetto a come suonava dentro l'ampli. Non è come scalare l'Everest, è un lavoro che porta via 10 minuti. L'ho fatto pure con la profilazione pedali del Quad Cortex, confronto tra pedale vero vs. pedale profilato dal Quad Cortex.
Ci sono riuscito io che un signor nessuno della chitarra, e i superprofessionisti nei loro superstudi pieni di rack, ampli, e scatolotte colorate, non ci riescono. Chissà perchè :D
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 08/04/2024 ore 13:28:37
Come "inalberarmi"? Non direi.
Ma l'hai letta la risposta che ti ho dato? [05/04/2024 ore 13:52:49]

Ripartiamo dal principio: col mio articolo vorrei dare una mano a chi sta tentando di passare al digitale ma trova complicato farlo funzionare dal vivo, punto.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 10/04/2024 ore 11:44:03
L' "inalberarti" non l'ha rivolto a te, parlava di un influencer del mercato (chiamato con un nome di fantasia... Marco) a cui ha rivolto una domanda e dal quale non ha mai ricevuto risposta.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 10/04/2024 ore 12:01:48
aaah adesso ho capito, mah a questo punto gli darei anche un cognome di fantasia, che so... Fanton
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 10/04/2024 ore 14:17:48
Ahahaha.... ecco questa sì che è fantasia :-))
Rispondi
di savakingyes [user #50496]
commento del 06/04/2024 ore 12:00:11
Mah ... alla fine della fiera, non dovendo suonare negli stadi davanti a migliaia di fans "profumatamente paganti" e non dovendo suonare "profumatamente pagato" insieme a dei giganti della musica ... direi che con l'OPUS (Two Notes) ho messo pace tra que poco di analogico e digitale che onestamente mi servirebbe per suonare con tanta gioia e soddisfazione un qualsiasi repertorio (che vada dal funky al metal) in una qualsiasi location (che vada dai pub ai teatri e piazze di periferia). Cosa certa non avrei davvero pazienza ne proverei soddisfazione alcuna nel mettermi dietro a costruire i suoni in digitale fedeli al 110% all'originale analogico dei bei tempi che furono... non per 50/100€ + panino e birra x un live di un paio d'ore una o due volte all'anno 🤣😂🤣
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