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Le persone a cui teniamo.
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di locke [user #10208] - pubblicato il 02 aprile 2007 ore 14:33
Copio di seguito una lettera inviata stamattina al mio amico Alberto, non per un Vs commento o approvazione, ma perchè si è rivelata un'occasione per mettermi a nudo.Mi spiace moltissimo per (la scomparsa del...)il tuo amico Alex.
Ho avuto una esperienza simile quando è scomparso un mio compagno di collegio, ma avevo solo 17 anni ed ero ancora acerbo sentimentalmente per cui, per fortuna o purtroppo, ho elaborato il lutto in tempi relativamente brevi. Le scomparse dei familiari invece hanno avuto sviluppi e tipologia completamente diverse per cui non posso paragonarle alla tua situazione.
(...)
Stranamente in queste occasioni si mischiano ricordi, senso di colpa (per esserci ancora, per non aver telefonato una volta di più o per cose che non c’entrano niente in genere), senso di vuoto, smarrimento, senso di precarietà (penso ai miei figli), paura e, su tutto, voglia di fuga da tutti questi pensieri.Vorremmo avere tutto sotto controllo, vorremmo poter alzare il telefono e mandarlo a quel paese perché non si fa più sentire e vedere, vorremmo sentirci come quella notte che proprio di dormire non c’era voglia e si mischiavano discorsi seri e inutili; ma poi effettivamente non avremmo telefonato probabilmente, non avremmo fatto gli amiconi e quella notte non sarebbe comunque più tornata o se fosse tornata ci saremmo trovati entrambi cambiati.Io sono di base un cinico che tende ad autocensurare questi suoi pensieri, li ho affrontati poche volte solo con mia moglie e pochi altri ma non faccia a faccia, bensì guardando in giro, da un'altra parte per autopudore difensivo.
(...)...se fossi di fronte a me ti parlerei solo di chitarra. Ti ringrazio perché senza le tua fiducia nel confidarti e rendermi parte del tuo stato d’animo non avrei ripensato a tutte quelle persone importanti che non ci sono più ne a quelle alle quali dovrò fare, prima o poi, una telefonata per mandarli bonariamente a quel paese.Saluti.
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Copio di seguito una lettera inviata stamattina al mio amico Alberto, non per un Vs commento o approvazione, ma perchè si è rivelata un'occasione per mettermi a nudo. Mi spiace moltissimo per (la scomparsa del...)il tuo amico Alex.
Ho avuto una esperienza simile quando è scomparso un mio compagno di collegio, ma avevo solo 17 anni ed ero ancora acerbo sentimentalmente per cui, per fortuna o purtroppo, ho elaborato il lutto in tempi relativamente brevi. Le scomparse dei familiari invece hanno avuto sviluppi e tipologia completamente diverse per cui non posso paragonarle alla tua situazione.
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Stranamente in queste occasioni si mischiano ricordi, senso di colpa (per esserci ancora, per non aver telefonato una volta di più o per cose che non c’entrano niente in genere), senso di vuoto, smarrimento, senso di precarietà (penso ai miei figli), paura e, su tutto, voglia di fuga da tutti questi pensieri. Vorremmo avere tutto sotto controllo, vorremmo poter alzare il telefono e mandarlo a quel paese perché non si fa più sentire e vedere, vorremmo sentirci come quella notte che proprio di dormire non c’era voglia e si mischiavano discorsi seri e inutili; ma poi effettivamente non avremmo telefonato probabilmente, non avremmo fatto gli amiconi e quella notte non sarebbe comunque più tornata o se fosse tornata ci saremmo trovati entrambi cambiati. Io sono di base un cinico che tende ad autocensurare questi suoi pensieri, li ho affrontati poche volte solo con mia moglie e pochi altri ma non faccia a faccia, bensì guardando in giro, da un'altra parte per autopudore difensivo.
(...)...se fossi di fronte a me ti parlerei solo di chitarra. Ti ringrazio perché senza le tua fiducia nel confidarti e rendermi parte del tuo stato d’animo non avrei ripensato a tutte quelle persone importanti che non ci sono più ne a quelle alle quali dovrò fare, prima o poi, una telefonata per mandarli bonariamente a quel paese. Saluti.
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