Come promesso provo a scrivere qualche impressione del viaggio fatto a Londra qualche settimana fa.
Le foto le trovate qui.
Siamo arrivati all'aeroporto di Gatwick, uno dei più vicini al centro di Londra, a mezzanotte di giovedì ed abbiamo preso un piccolo trenino (il Gatwick express) ed un bus (uno di quelli rossi a due piani) cosicchè soltanto il giorno dopo abbiamo potuto essere in giro "a fare i turisti".
La nostra stanza era in un hotel piuttosto centrale, situato in Sussex Place, vicino la stazione della Underground di Paddington, a pochi passi da Hyde Park.
Abbiamo utilizzato molto i mezzi pubblici, soprattutto gli autobus a due piani, ma da lì molte delle tappe principali del nostro giro turistico erano raggiungibili con una bella scarpinata.
Un giorno e mezzo non sono sufficienti per girare tutta Londra ma Adele ed io ci siamo impegnati molto per vedere quanto più fosse possibile. Abbiamo cominciato da Craven road, grazie ad Adele che mi ha assecondato, la strada dove alloggia uno dei personaggi di fantasia che preferisco: Dylan Dog.
Il numero civico 7 di quella strada, dove sarebbe dovuto esserci il famoso campanello che urla invece di fare "drin", non siamo riusciti a trovarlo: ci siamo dovuti accontentare di fotografare l'insegna della strada. Dopo una sbirciata in rete mi sono accorto a non essere il solo ad essermi fatto fotografare accanto quella insegna: evidentemente ci sono altri fissati come me.
Sulla fermata dell'autobus, mentre cercavamo di capire quali bus prendere, una donna di colore ci ha chiesto se poteva aiutarci: le era parso fossimo in difficoltà e ci ha dato delle esaurienti spiegazioni. E' stata una cosa che abbiamo molto gradito ed abbiamo notato essere costume diffuso: ci sono anche delle persone (credo pagate dalla amministrazione pubblica) per le quali questa è la loro mansione.
I numerosi tabelloni della linea metropolitana, la "underground" o "tube" come la chiamano loro, sono di più chiara consultazione rispetto alla rete di autobus ma la differenza di prezzo è sostanziale: più del doppio a parità di tragitto.
Abbiamo potuto vedere quanto l'utilizzo del trasporto pubblico fosse massivo: la gente si sposta con i mezzi a qualsiasi ora ed abbiamo avuto modo di vedere che le ragazze uscissero da sole in minigonna anche a notte inoltrata.
Probabilmente dopo Jack lo squartatore non c'è troppo pericolo.
Ci siamo diretti a Buckingham Palace, tra le più celebri dimore dei reali di Inghilterra, ed abbiamo fotografato dall'esterno il palazzo: la regina si è affacciata e ci ha salutato (see..)!
Purtroppo il cambio della guardia nelle divise più pittoresche, la giacca rossa e bianca ed il copricapo di piume nere, viene fatto a giorni alterni per cui abbiamo dovuto accontentarci di vedere i soldati con una mise simile a quella dei nostri carabinieri: nere con la striscia rossa a lato dei pantaloni.
I loro movimenti erano alquanto ridicoli, soprattutto privati dell'aura di nobiltà conferita dall'abbigliamento tradizionale, ma è stato bello lo stesso.
Da lì vedevamo già la punta del Big Ben per cui abbiamo deciso di proseguire.
Dopo il palazzo reale ci siamo recati a Piccadilly Circus: i maxi schermi, le luci, il traffico di quel grosso incrocio lo avevo visto tante volte in tv e nei succitati fumetti.
Mi sembrava di esserci già stato.
C'era un gruppo di punk che si faceva fotografare: poi hanno tirato fuori un cartello su cui c'era scritto che volevano soldi per le foto scattate...
Ho fatto una capatina alla Virgin dove ci ha assalito un mare di musica e dvd: moltissimi i punti per l'ascolto e grandissima la disponibilità di materiale fonografico.
Non ho comprato niente perchè avevo l'imbarazzo della scelta e non volevo correre il rischio di prendere qualcosa di reperibile in Italia: volevo qualcosa di unico!
Abbiamo attraversato una piazza molto carina dove c'era un bronzo di Charlie Chaplin e ci siamo ritagliati un caffè in un bar gestito da italiani: decente ma lontano anni luce da quello che può definirsi un espresso napoletano. Ovviamente molto meglio della brodaglia marrone chiaro servita dagli inglesi a colazione.
Molto bella Trafalgar Square caratterizzata dalla statua dell'ammiraglio Nelson su un lungo obelisco, una fontana piuttosto ampia ed una scultura moderna dalle forme poco aggraziate. Abbiamo assistito ad una mostra fotografica organizzata per pubblicizzare la LOMO, una macchina fotografica che permette di fare più scatti sovrapposti, prodotta nella ex Unione Sovietica un bel pò di anni fa. Dei ragazzi inglesi sono riusciti a farla mettere di nuovo in produzione.
Trovandoci lì, dopo aver riposato un pò le nostre gambe, abbiamo fatto tappa al National Gallery, uno dei tanti musei gratuiti di Londra.
Bellissimi dipinti appartenenti a differenti periodi storici: dall'arte medievale al rinascimento, dall'impressionismo all'iperrealismo fino ad arrivare all'arte astratta. Un paradiso di forme e colori, schizzi e cartoni preparatori: il trionfo dell'estetica.
C'era tanto altro da vedere per cui il giro non è stato lunghissimo: ci aspettava il "Grande Beniamino"!
Il ponte su cui si erge il Big Ben è molto maestoso e ventilato, pieno di bancarelle con cose di sfizio da mangiare: avremmo voluto assaggiare il "fish and chips" ma stranamente non lo abbiamo trovato...
Sotto di esso il Tamigi faceva bella mostra di se: sarebbe meglio dire "brutta" dato che il colore lo avvicina più ad una fogna a cielo aperto che ad un bel fiume.
Sul lato del tamigi l'imponente struttura denominata "London Eye" ci aspettava per mostrarci tutta Londra.
Il biglietto è piuttosto costoso: circa 15 £ ma, acquistandolo insieme al ticket per Madame Tussaud, si risparmia qualcosina.
Il servizio di sicurezza è piuttosto severo perquisendo le borse e controllando le cabine prima di ospitare nuovi passeggeri a bordo.
La struttura di questa enorme ruota panoramica ricorda molto quella di una bicicletta con i raggi enormi.
Mi hanno raccontato che prima di inaugurarla nel 1999, probabimente a causa di un errore di calcolo progettuale, non
riuscirono a tirarla su e cadde rovinosamente nel Tamigi!
Il giro dura mezz'ora e si sale e si scende al volo: se si fermasse, oltre ad essere noioso per i passeggeri (immaginate di fermarvi ogni minuto), l'inerzia potrebbe rompere la struttura.
Da lassù si vede quasi tutta Londra ed è bellissimo: abbiamo osservato dall'alto i posti che avevamo solcato a piedi e ci siamo resi conto di quanti chilometri avessimo percorso.
Da lontano si vedeva anche il grattacielo a forma di supposta (in realtà un proiettile ma tant'è...) di Massimiliano Fuksas: insolito e lievemente dissonante dal resto del panorama.
Quando siamo scesi ho voluto scattare una foto insieme ad una sirena, una di quelle statue umane che stanno immobili fino a che il viandante di turno non molla qualche soldo.
La sera eravamo stanchi cosicchè abbiamo mangiato (una schifezza) e siamo tornati nell'hotel per dormire.
Il cibo è l'unica nota dolente di tutto il nostro viaggio. Che siano fast food o steak house il risultato cambia poco: a lungo andare fanno male allo stomaco. Se dovessi tornarci per qualche motivo e per un periodo più lungo preferirei cucinare da me: non sono un granchè di cuoco ma sempre meglio di quella roba grassa e speziata.
Il giorno seguente siamo stati impegnati alla mostra di Adele: l'organizzazione era minore di quella che trovammo alla fiera di Milano e i designer erano un pò lasciati a loro stessi.
I due product manager della azienda portoghese che hanno messo in produzione l'appendiabiti disegnato da Adele sono giovani e molto simpatici: sono molto contento che sia così.
Qualche contatto con i compratori ed importatori c'è stato: speriamo che si concretizzi una produzione massiva.
Appena abbiamo potuto abbiamo girato anche gli altri stand: alcune cose erano molto interessanti, soprattutto nella ricerca dei materiali.
Le grandi aziende che pure esponevano lì non avevano i loro rappresentanti ad accogliere il pubblico: come dicevo era un pò meno organizzato del previsto e lasciato tutto libero. La possibilità di parlare personalmente con qualche personaggio influente è svanita.
L'ultimo giorno abbiamo visitato il museo delle cere Madame Tussaud: non è granchè istruttivo e non c'è una grande valenza storica ma ci siamo divertiti.
Quando le facce delle star erano ottenute dal calco del loro viso erano molto verosimili ma in alcuni ciò non era possibile perchè appartenenti a periodi storici differenti o morti prematuramente cosicchè erano creati sulla base dei dati disponibili.
Abbiamo fatto un sacco di foto ironiche al fianco delle statue esposte: Adele non poteva mancare di posare accanto al suo beniamino Johnny Depp!
C'era anche un'area dedicata all'horror ma Adele aveva troppa paura ed abbiamo fatto un giro molto rapido. Il giro turistico fatto su una replica di un taxi nero in mezzo agli automi era molto più orrorifico!
Ho fatto anche una foto accanto alla riproduzione di Jimi Hendrix ma non gli somigliava tanto...
Al nostro ritorno abbiamo fatto un'ultima tappa a Notting Hill per vedere i luoghi del celebre film e per arrivarci abbiamo percorso internamente il lato di Hyde Park che lo costeggia: bellissimo. Una grande percentuale di Londra è coperta da parchi ed immagino che sarebbe fantastico fare una pausa dalla routine cittadina andando a correre lì. Abbiamo visto anche una coppia di scoiattoli...in altri parchi come roditori al massimo avevo visto dei topi!
Notting Hill è molto carina ed è una delle zone più care di Londra. La strada principale che ne porta il nome è un semplice ed anonimo corso: le vie che la incrociano sono molto più pittoresche! Purtroppo non era giorno di mercato perchè ci hanno detto essere una delle attrattive più interessanti.
Il ritorno è stato un pò triste ma il ricordo di questa bella esperienza ci rinfrancava.
Londra era esattamente come me la aspettavo: poetica e romantica, nebulosa ed enigmatica.
Non credo che ci vorrei vivere sebbene mi abbia molto affascinato per il rispetto delle tante piccole regole: credo che ci tornerò ancora.
Ciao,
Angelo