Siamo nel 1974 a Trieste. Mi fermo davanti alla vetrina di un negozio e vedo che c’è esposta la musicassetta di Burn dei Deep Purple. Ho giusto 3500 lire in tasca. Entro e la compro.
Ho appuntamento con gli amici in centro, ma non ci vado perchè ora non me ne importa più nulla. Il mio unico pensiero è prendere il bus e tornare a casa per ascoltarmi in santa pace il nastro.
Che cosa mi ricordo oggi di quel primo ascolto? Quasi nulla.
Per la verità, un brano mi è rimasto più impresso rispetto agli altri: "You fool no one".
Non so perché. Forse perché ho sedici anni e sono affascinato dai riffs e dai passaggi indiavolati che R. Blackmore è in grado di produrre? Sarà per quel ritmo travolgente, accompagnato dall'inconfondibile "ton-ton" di quel campanaccio magistralmente percosso dal mitico Ian Paice?
Per me i D.P. sono un mito, entità divine, anime sublimi ed irraggiungibili.
Siamo nel 1976. Acquisto Made in Europe, album a mio avviso mal riuscito, soprattutto come qualità di registrazione e di incisione.
Qual è l'unico brano che mi rimane impresso anche questa volta?
Sempre "You fool no one", ancor più indiavolato rispetto alla versione registrata in "studio" e con un Blackmore ed un Paice ancora più in forma di prima.
Siamo nel 2007. Sto cercando di mettere insieme i cocci della mia vita lavorativa e di quella privata. Nonostante tutto, non ho perso il mio buon umore e mi consolo con l'ascolto di buona musica. Qual è il brano che canticchio sottovoce, accompagnandolo con un leggero battito della biro su un oggetto metallico che sta sulla mia scrivania? Sempre "You fool no one"!
Cos'è che sto cercando maldestramente di imitare? Il suono di quel mitico campanaccio che Ian Paice usa ancora durante i concerti. Quel campanaccio ora è tutto sporco e annerito, ma svolge ancora molto bene il suo servizio!
Scusate l'inciso, ma l'osservazione nasce spontanea: Ian Paice, mitico batterista dei D.P., uno degli inventori della musica Rock, professionista ultramiliardario, non si sente per nulla schifato a suonare (con compensi ridicoli) insieme a musicisti dopo-lavoristi (semi-professionisti o pseudo-dilettanti) che popolano le numerose cover bands D.P. nazionali!
... porca miseria! Basta con ste cavolate! Quel che più conta è il fatto che sono passati trentanni, ancora non ho ancora imparato a suonarlo con la chitarra, ma "You fool no one" mi gira per la testa come un pensiero fisso!
Bah!